Ci ha lasciato Teresa Mattei
92 anni, detta “Teresita”, la più giovane eletta nell’Assemblea costituente e per questo veniva chiamata “la ragazza di Montecitorio”
di Benedetto Randazzo
Ci ha lasciato Teresa Mattei 92 anni, detta “Teresita”, la più giovane eletta nell’Assemblea costituente e per questo veniva chiamata “la ragazza di Montecitorio”.
Vogliamo ricordarla così come l’ultima volta che è venuta a Donoratico il 21 maggio 2005 per partecipare ai Consigli Comunali aperti del Tavolo per la Pace della val di Cecina e nello stesso giorno alla Camminata per la Pace San Guido – Bolgheri.
l’Anpi: “Raccoglieremo i suoi insegnamenti come testamento spirituale” Una lettera per ricordare la partigiana e la costituente che si è spenta nei giorni scorsi nella sua casa di Lari.
“Descrivere le opere e il grande contributo della compagna Teresa Mattei non è facile, ma il suo ricordo è doveroso non solo per omaggiare la sua figura ma soprattutto per tramandare il suo esempio alle nuove generazioni.
La sua storia è straordinaria, in giovanissima età fu cacciata da tutte le scuole del Regno per essersi rifiutata di assistere alle lezioni in difesa della razza e non esitò subito dopo a prendere parte come partigiana, con il nome di Chicchi, alla resistenza “la cosa più importante della nostra vita -disse una volta – è scegliere da che parte stare”, e lei lo fece sempre, dimostrando chiaramente di credere nei valori della democrazia e della libertà, così come suo fratello che si suicidò durante la prigionia nelle prigioni fasciste per non essere interrogato.
Teresa entrò a far parte dei Gap e partecipò all’ attentato di Giovanni Gentile, fu seviziata dalle SS e le gesta del suo gruppo partigiano sono state raccontate al cinema da Roberto Rossellini in un episodio di “Paisà”,durante la campagna elettorale pose sempre l’accento sul ruolo delle donne nella resistenza e nella società che stava nascendo dalle ceneri della guerra.
Fu la più giovane donna eletta tra le fila del Pci all’Assemblea Costituente, nella quale aveva il ruolo di segretaria dell’ufficio di presidenza, fu attiva fin da subito per i diritti delle donne, per l’uguaglianza dei cittadini, ha lavorato attivamente alla stesura dell’articolo 3, cardine della nostra Costituzione.
La Costituzione fu la sua creatura prediletta e come una madre attenta la seguì sempre difendendola e divulgandola nelle scuole, “la Costituzione va difesa con le unghie e con i denti-diceva- non deve essere modificata, va solo applicata. Se i principi di parità e uguaglianza lì sanciti fossero stati applicati, forse oggi sarebbero le donne a governare questo paese”.
La scelta del fiore simbolo della festa della donna fu sua, suggerendo a Luigi Longo di non utilizzare le violette ma la mimosa, fiore povero facile da trovare nelle campagne.
Negli ultimi anni ha più volte manifestato il suo rammarico verso i partiti moderni trasformati ormai in comitati d’affari e verso la perdita di valore del voto non vissuto più come una conquista dalle nuove generazioni. Tutte le Anpi raccoglieranno i suoi insegnamenti come testamento spirituale, il passaggio di staffetta richiede quindi l’impegno di tutti noi, non dobbiamo mai perdere di vista l’obiettivo primario della realizzazione di una società in cui le discriminazioni di sesso razza o religione siano solamente un lontano ricordo imbarazzante e in cui la Costituzione sia la base imprescindibile della nostra democrazia.
Vogliamo chiudere il suo omaggio riportando una delle sue frasi più espressive riguardanti il periodo della guerra: “Nessuna Resistenza sarebbe potuta essere senza le donne. Si dice che furono poche le partigiane, ma non è vero: ogni donna che io ho incontrato in quel periodo era una partigiana. Per aver diviso a metà una patata con chi aveva fame, aver svuotato gli armadi per vestire i disertori, aver rischiato la vita tenendo in soffitta profughi o ebrei. Era quella la vera Resistenza. Io ho combattuto, ma certo non mi divertivo a far saltare i treni o altre cose. La violenza dei tedeschi l’ ho pagata sulla mia pelle di donna”.
Anpi Fucecchio