Centro Pio La Torre, l’antimafia è a rischio
Il nodo dell’ex Tabella H blocca i contributi per proseguire la lotta contro la mafia
Potrebbe sembrare paradossale che un Governo regionale, che non perde occasione per rinnovare la sua totale adesione all’antimafia, non sostenga quelle associazione che la mafia, la studiano per contrastarla. Paradosso o meno, è questo il caso del “Centro Pio La Torre”, dove una storia quasi trentennale di lotte, progetti educativi che coinvolgono l’intera penisola, le continue indagini sul fenomeno mafioso e l’assistenza legale alle vittime di mafia stridono fortemente con le parole piene di demagogia dei politici, sempre pronti a cavalcare l’onda dell’antimafia a fini elettorali. “Esiste una legge istitutiva che prevede l’erogazione di contributi dal Governo regionale per la realizzazione delle nostre attività – dice Vito Lo Monaco, al settimo anno di presidenza del Centro -. Abbiamo accolto favorevolmente l’impugnazione da parte del Commissario nei confronti della Tabella H. Questo sistema, oltre ad alimentari favoritismi a scapito del merito, ci obbligava a dover fare riferimento alla Tabella H per ricevere i contributi, invece di ottenerli, come previsto, dalla legge istitutiva. Attualmente, ci troviamo tra il nodo della Tabella H che blocca i contributi, e una legge istitutiva che non viene applicata. Senza contributi non possiamo continuare la nostra lotta contro la mafia, rischiamo seriamente di chiudere”.
Abbiamo già raccontato le reazioni che ha suscitato l’impugnazione del Commissario dello Stato tra le associazioni che operano nel sociale. Se in quel caso abbiamo sottolineato l’importanza che rivestono queste associazioni nell’ambito sociale, in questo è necessario dare il giusto risalto al “Centro Pio La Torre”, uno dei pilastri della lotta alla mafia. Il Centro si è fermamente opposto ed è riuscito a bloccare l’iter legislativo che voleva abrogare la “legge La Torre”, studia il fenomeno mafioso attraverso indagini che sono arrivate ad avere portata internazionale che lo porta a possedere una conoscenza profonda della mafia e delle sue diramazioni in vari settori. Una consapevolezza che porta a definizioni specifiche del fenomeno mafioso.
“La mafia è anche il modo in cui una parte minoritaria della classe dirigente gestisce le cose – aggiunge Lo Monaco -. E’ un fenomeno sempre più economico, connesso soprattutto allo sviluppo moderno del capitalismo”.
Le indagini svolte dal Centro mostrano segnali incoraggianti, ma al tempo stesso ne consegna altri che indicano una sfiducia nelle istituzioni. Se più dell’85% dei giovani infatti vede la mafia come un fenomeno negativo, una percentuale altrettanto alta non crede che la mafia possa essere sconfitta. Ai giovani che in tutta Italia partecipano ai progetti del Centro vorremmo dire di credere fermamente nella possibilità di vedere la mafia sconfitta, ma per poterlo fare abbiamo bisogno di mostrargli un sostegno reale delle istituzioni verso quelle associazioni che l’antimafia la realizzano attraverso fatti concreti, come il “Centro Pio La Torre”, e non un sostegno che si regge troppo spesso su parole piene di promesse solo per ottenere qualche voto in più.