Catania censura le pubblicità sessiste
Un comitato controllerà i cartelloni nelle strade in provincia di Catania
Nasce da un’iniziativa dell’assessore alla Scuola, Diritti e Pari Opportunità, Valentina Scialfa, l’approvazione in giunta comunale di un comitato di vigilanza per controllare che i messaggi della cartellonistica pubblicitaria non contengano immagini rappresentanti atti di violenza fisica e morale, o che veicolino o giustifichino, in forma diretta o indiretta, discriminazioni tra uomo e donna, anche attraverso l’uso di stereotipi. Idea immediatamente sposata dal commissario straordinario della Provincia di Catania Antonella Liotta, la quale ha disposto l’annullamento dell’autorizzazione di affissione dei cartelloni pubblicitari ritenuti offensivi e contenenti “donne ammiccanti e seducenti che mostrano parti del corpo femminili per pubblicizzare prodotti di ogni tipo e che raffigurano stereotipi di una realta’ deformata con riferimenti ad identita’ sottomessa all’egemonia virile e intellettuale del maschio”. Ci volevano due donne per barrare cartelloni 6×3 che i consumatori alla guida vedevano spuntare, uno con una ragazza in ginocchio su un pannello fotovoltaico con su scritto “Montami a costo zero”, un’altro con “Fidati..te la do gratis” riferito ad una montatura per occhiali, o ancora un cetriolo gigante da cui la domanda: “Non sai dove metterlo?”. Campagne pubblicitarie già polemizzate nel resto d’Italia. “I corpi suadenti delle donne – rilancia la commissaria provinciale – associati a oggetti da possedere a qualunque costo, lanciano messaggi subliminali che attraggono l’attenzione dei consumatori stimolando, inconsapevolmente, sentimenti di possesso che spesso si tramutano in violenza di genere”. Il lavoro del comitato intersettoriale, per tramite anche delle segnalazioni dei cittadini, sarà in linea con l’adesione di Catania alla rete delle «Città Libere», in un incontro dello scorso Luglio con le rappresentanti delle associazioni di genere e dei centri antiviolenza, un progetto nato proprio per il contrasto alla pubblicità sessista.