Boss e sindacalista antimafia nella stessa tomba
A Corleone scoperti due teschi nel loculo del sindaco-sindacalista antimafia ucciso dalle cosche. Avrebbe diviso la tomba con il cognato di Riina
di Grazia La Paglia
Il destino, a volte, è bizzarro e unisce ciò che la vita ha diviso. È così che Bernardino Verro, sindacalista antimafia, primo sindaco socialista di Corleone assassinato dalle cosche nel 1915 avrebbe diviso per anni la sua tomba con Calogero Bagarella, fratello del boss Leoluca e cognato di Totò Riina. Di quest’ultimo si persero le tracce nel dicembre nel 1969, quando fu ferito durante la strage di Viale Lazio e che segnò la conquista dei corleonesi sul territorio palermitano.
Al momento questa è solo un’ipotesi, avvalorata però dalle dichiarazioni del pentito Antonino Calderone, morto da poche settimane e che aveva rivelato che Bagarella, nella strage, fu ferito a morte.
La scoperta dei due teschi nel loculo dell’ex sindaco di Corleone è avvenuta per caso. Il Comune, infatti, ha donato alla Cgil due tombe nelle quali traslare i resti di due sindacalisti corleonesi passati alla storia per le loro battaglie alla criminalità organizzata: Verro e Placido Rizzotto, quest’ultimo ritrovato dopo 63 anni dal suo omicidio per mano della mafia. Però nel riesumare i corpi, che avrebbero dato al sindaco di Corleone una tomba meno modesta di quella in cui ha fino ad oggi riposato, sono stati trovati due teschi. La Procura di Termini Imerese sta cercando di risalire all’identità del secondo teschio e al momento le ipotesi portano a credere che si tratti del cognato di Riina.