Baghdad nei ricordi ancora vivi di Laura Boldrini
Dedicata agli operatori sul campo la “Giornata internazionale umanitaria”, istituita dopo l’attentato del 19 agosto 2003
di Gilda Sciortino
E’ stato il più grave attentato nella storia dell’organizzazione internazionale, che ha visto cadere l’inviato speciale delle Nazioni Unite in Iraq, il brasiliano Sergio Vieira de Mello, probabile obiettivo dei terroristi. Era il 19 agosto del 2003 e un camion imbottito d’esplosivo poneva fine al rispetto per il lavoro degli operatori umanitari. Tutto questo avveniva a Baghdad contro il Canal Hotel, in quei giorni quartier generale dell’Onu.
“Ricordo benissimo quella giornata – racconta Laura Boldrini, attuale presidente della Camera -. La notizia della strage giunse via mail dall’ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati di Ginevra a quello di Roma, di cui allora ero portavoce. Poi, le immagini dell’esplosione iniziarono ad arrivare da tutte le tv satellitari. Anche se all’inizio non era ancora chiara la dimensione dell’attentato, tutti fummo presi da un sentimento di sgomento. La bandiera delle Nazioni Unite non era più una protezione per gli operatori umanitari, ma diventava obiettivo di cieca violenza”.
L’esplosione, dunque, devasta l’albergo, mietendo numerose vittime, tra cui anche altri due funzionari dell’Onu di alto rango: Rick Cooper, il miglior arabista delle Nazioni Unite, e Nadia Younis, capo di gabinetto di de Mello ed ex portavoce al Palazzo di Vetro.
Al momento dell’esplosione nell’edificio si trovavano circa 300 persone, 40 delle quali riporteranno parecchie ferite.
“Sergio de Mello era un uomo fuori dal comune, che aveva ottenuto risultati straordinari nei negoziati di pace a Timor Est e che avrebbe potuto – e dovuto -dare ancora molto alla causa della pace. Tra le vittime ci fu anche Paola Biocca, giornalista, scrittrice, attivista, che qualche tempo prima aveva preso il mio posto di portavoce al programma alimentare dell’Onu. Una perdita che mi addolorava particolarmente. Proprio a seguito dell’attentato contro il personale delle Nazioni unite a Baghdad del 2003, fu istituita la “Giornata internazionale umanitaria”, per sensibilizzare sul lavoro umanitario e ricordare i tanti operatori uccisi, feriti o rapiti ogni anno – i morti sono stati quasi mille in questi dieci anni – mentre forniscono assistenza alle popolazioni più vulnerabili del pianeta”.
Importante, dunque, tenere viva la memoria. Ogni giorno, ogni mese, anche a distanza di anni, ben dieci da quel giorno.
“E’, infatti, a tutti gli operatori umanitari che hanno subìto violenze o sono stati uccisi mentre svolgevano indifesi il loro lavoro insostituibile – conclude la Boldrini – come anche a tutti coloro che oggi, a dispetto dei pericoli, sono sul campo ad aiutare chi ne ha bisogno, che deve andare la nostra profonda riconoscenza. La loro azione, infatti, fa molto spesso, per la popolazione civile, la differenza tra la vita e la morte”.