Antonella Mansi é il nuovo Presidente della Fondazione Mps
Novità e qualche ombra nell’elezione di colei che dovrà guidare la Fondazione Mps per i prossimi anni
di Fulvio Turtulici
Antonella Mansi è il nuovo Presidente della Fondazione Mps. Succede a Gabriello Mancini. Dopo settimane e settimane di lotte intestine, dunque, l’intera deputazione generale di Palazzo Sansedoni, sede della Fondazione, formata da 14 membri, ha dirottato il proprio consenso sul nome della giovane donna.
Sono, inoltre, stati eletti i quattro deputati che affiancheranno il nuovo presidente nella direzione della Fondazione: due sono donne, Flavia Galletti e Camilla Dei, mentre i restanti componenti sono Luigi Olivato, quale vicepresidente, e Alessandro Carretta. Considerata la composizione, in maggioranza al femminile, e la giovane età, 39 anni, del vertice istituzionale, si può parlare di novità.
“Una candidatura di rottura, la rivoluzione è donna”, aveva detto uno dei votanti, Sergio Betti. E riferendosi al fatto che Matteo Renzi, dal palco della festa nazionale del Pd, aveva letto un sms del sindaco di Siena, Bruno Valentini, sulle nomine, aveva affermato: “Renzi dovrebbe occuparsi più delle sue cose, che di Siena”.
In verità, a dispetto dell’unanimità, la scelta non deve essere stata senza contrasti. Sono servite 4 riunioni e ben due ore e mezza di dibattito, prima che Antonella Mansi riuscisse a spuntarla sugli altri due candidati: l’ex garante della privacy, Francesco Pizzetti, e il professore di diritto commerciale, Renzo Costi.
Questa volta, più che nelle precedenti occasioni, non si è trattato di una nomina di routine. La bufera di scandali e difficoltà economiche, che si è abbattuta sul Monte, ha reso necessaria una gestione che sgomberasse il cielo senese dalle nubi che lo hanno offuscato. Compito non lieve, dato che un braccio di ferro, ovviamente non dichiarato, è in atto tra coloro che vorrebbero che i vertici della Fondazione tagliassero il cordone ombelicale che li lega alla politica e colei che non sembra avere nessuna intenzione di mollare quella che ancora potrebbe essere una gallina dalle uova d’oro.
Allora cerchiamo di capire chi sia Antonella Mansi. Vicepresidente di Confindustria, la giovane presidentessa proviene da una famiglia che è a capo della maggiore azienda produttrice di acido solforico, la “Nuova Solmine Spa”, della cui società familiare è dirigente. Detiene anche cariche d’amministrazione in altre società per azioni e in diversi istituti finanziari. Pochi anni ma ben spesi, si suole dire. Fra l’altro, sta nell’amministrazione della Banca Federico Del Vecchio, storica cassaforte dei patrimoni della borghesia fiorentina, ed è consigliere della “Bassilichi Spa”, società che, secondo quanto riportato da Reuters, lo scorso 22 luglio ha presentato un’offerta vincolante per acquisire le attività di back office di Mps.
Si dice che il suo nome sia saltato fuori dal cilindro degli ex della Margherita, vicini al presidente del Consiglio della Regione Toscana, Alberto Monaci, e che anche il sindaco della città del Monte, Visentini, alla fine abbia optato per lei. Insomma, una soluzione democristiana. Ancora e sempre, desolatamente immutabile e stantia.
Intanto gli effetti drammatici della crisi non sono lontane notizie che, nonostante l’inclinazione alla frivolezza, bucano lo schermo dei media. Sono divenuti vissuto quotidiano. Ovunque si giri lo sguardo e si tenda l’orecchio, si scorgono e odono i segni evidenti delle diminuzioni economiche, così come le concrete paure e gli spettri della povertà. Chi, invece, dovrebbe cambiare adotta soluzioni sempre uguali alla scempiaggine ripetitiva, cosicché i ricchi son sempre più ricchi, più che nel resto d’Europa, e ben più ottusi del re Mida.