Pubblicato: Sab, 13 Lug , 2024

Patrick Zaki è finalmente libero.

Fine di una lunga prigionia ingiusta, liberato dal carcere del Cairo dove era trattenuto dal 2020 per un non reato.

Dopo oltre tre anni di detenzione ingiusta, Patrick Zaki, il giovane ricercatore e attivista per i diritti umani, è stato finalmente liberato dal carcere del Cairo, dove era trattenuto dal febbraio 2020. La sua liberazione segna la fine di un’odissea giudiziaria che ha suscitato sdegno e mobilitazioni internazionali, facendo di Zaki un simbolo della lotta per i diritti umani e della repressione politica in Egitto.

Patrick Zaki, nato a Mansoura, Egitto, nel 1991, è un attivista per i diritti umani e ricercatore presso l’Università di Bologna, dove stava frequentando un master in Studi di Genere e Diritti Umani. Nel febbraio 2020, durante una breve visita nella sua città natale, è stato arrestato all’aeroporto del Cairo con l’accusa di diffusione di false informazioni, istigazione alla sovversione e terrorismo, basate principalmente su post pubblicati sui social media. Zaki, che ha sempre negato le accuse, è stato sottoposto a un lungo e complesso processo, tra continui rinvii e condizioni di detenzione estremamente dure.

Nonostante le accuse mosse contro di lui fossero deboli e chiaramente motivate politicamente, Patrick è rimasto in carcere per oltre tre anni, periodo durante il quale ha subito violazioni dei diritti umani, tra cui torture psicologiche e fisiche. La sua detenzione ha scatenato un’ondata di proteste internazionali, con numerose campagne promosse da attivisti, organizzazioni per i diritti umani e istituzioni accademiche, che hanno chiesto la sua liberazione immediata.

In Italia, dove Patrick Zaki aveva trovato una seconda casa grazie ai suoi studi, la sua vicenda ha scatenato un movimento di solidarietà senza precedenti. Studenti, docenti, politici e cittadini si sono mobilitati per chiedere il rilascio del giovane ricercatore. La città di Bologna, in particolare, si è fatta portavoce della campagna #FreePatrickZaki, diventando un simbolo di questa lotta per la giustizia. Anche il Parlamento italiano, sotto pressione dell’opinione pubblica, ha più volte sollecitato il governo italiano a fare pressione diplomatica sul regime egiziano.

Nonostante gli appelli e le proteste, la strada verso la liberazione di Patrick Zaki è stata lunga e tortuosa. Il governo egiziano ha continuato a rinviare il processo, lasciando Patrick in una sorta di limbo giuridico. Tuttavia, l’impegno della comunità internazionale e delle organizzazioni per i diritti umani, come Amnesty International, è rimasto costante, facendo della sua vicenda una questione di rilevanza globale.

Il 2024 ha portato la tanto attesa notizia: Patrick Zaki è stato finalmente liberato. La sua scarcerazione è avvenuta in circostanze che rimangono ancora da chiarire completamente, ma è probabile che la pressione internazionale e il continuo monitoraggio della sua situazione abbiano giocato un ruolo decisivo. Zaki è ora un uomo libero, ma la battaglia per i diritti umani in Egitto è tutt’altro che conclusa.

Sebbene la sua liberazione sia motivo di gioia e sollievo, la vicenda di Patrick Zaki getta luce sulla difficile situazione dei diritti umani in Egitto, dove migliaia di attivisti, giornalisti e oppositori politici continuano a essere incarcerati arbitrariamente. La repressione del dissenso e il controllo ferreo del regime di Abdel Fattah al-Sisi restano questioni centrali per chiunque si occupi di giustizia sociale e diritti civili.

La vicenda di Patrick Zaki ha anche sollevato importanti questioni sulla politica estera italiana e sui rapporti tra Italia ed Egitto. Nonostante le pressioni, il governo italiano ha mantenuto un rapporto diplomatico e commerciale con il Cairo, che ha destato non poche critiche. In molti hanno ricordato la tragica morte di Giulio Regeni, il ricercatore italiano torturato e ucciso in Egitto nel 2016, la cui famiglia continua a chiedere giustizia.

Ora, con la liberazione di Zaki, molti sperano che il caso possa rappresentare un nuovo punto di partenza per una riflessione più profonda su come l’Italia e l’Europa intendano affrontare le relazioni con i regimi che violano i diritti umani. Anche se Zaki è finalmente libero, la sua vicenda ricorda che ci sono ancora tante persone ingiustamente detenute in Egitto, e che la lotta per la libertà e la giustizia deve continuare.

La liberazione di Patrick Zaki rappresenta una vittoria importante, non solo per il giovane ricercatore e per la sua famiglia, ma per tutti coloro che credono nella giustizia e nei diritti umani. Tuttavia, non bisogna dimenticare che questo è solo un piccolo passo in una battaglia più ampia contro la repressione politica e le violazioni dei diritti umani in Egitto e in altri Paesi.

La speranza ora è che Zaki possa riprendere la sua vita, i suoi studi e la sua attività di difesa dei diritti civili. Il suo coraggio e la sua determinazione rimarranno un esempio per molti, e la sua storia continuerà a ispirare chiunque lotti per un mondo più giusto e libero.

Di

- Pioniere delle radio libere e dell'informazione libera ed indipendente oggi presidente di rete 100 passi, è l'amico di Peppino Impastato che ha fatto proseguire il cammino di Radio Aut con la nuova Radio 100 passi.

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