Pubblicato: ven, 16 Ago , 2013

Villa Valguarnera, nel vincolo 33 edifici abusivi

Inoltrata al comune di Bagheria l’interrogazione dei grillini. Tra le abitazioni abusive anche quella di Gino Di Salvo, colui che favorì la latitanza di Provenzano

 

NEWS_156184E’ di alcuni giorni fa l’invio al Comune di Bagheria, da parte della Prefettura di Palermo, di una copia dell’interrogazione parlamentare, presentata dal senatore del Movimento 5 Stelle, Francesco Campanella, in merito alla drammatica situazione in cui versa Villa Valguarnera, una delle residenze storiche del paese.
Il sindaco Vincenzo Lo Meo, che già aveva confermato l’esistenza di procedimenti in corso, volti ad accertare eventuali irregolarità e illeciti, ha risposto dettagliatamente ai quesiti presentati dal M5S anche all’Ars, nonostante siano relativi ad anni di passate gestioni comunali che non riguardano quella in carica. La risposta dell’Amministrazione è stata inoltrata anche all’Ufficio Affari Legislativi e Relazioni Parlamentari del Ministero dell’Interno.
Tra le informazioni che sono oggetto della risposta all’interpellanza presentata dai grillini, Lo Meo ricorda che già la legge 364/1909, così come la successiva 688/1912, ha individuato l’area attorno alla quale è stata edificata la villa dei principi Alliata di Villafranca, di importante interesse, tanto che nel 1913 sono stati imposti i vincoli monumentali. Vincoli, che sono stati rinnovati nel 1958 con la legge 1089/39 e che successivamente hanno riguardato non soltanto l’edificio, ma sono stati estesi anche al grande viale d’accesso, al Kaffe-house con antistante zona e giardino, all’agro storico posto a est della Villa e all’antico giardino.
Cinque anni prima, con la legge 1497/39, l’area fu sottoposta anche a vincolo paesaggistico, fino ad arrivare al 1994, quando fu inclusa nel vincolo monumentale anche la restante parte dell’antico giardino posto a sud della Villa, dove sono stati edificati i 33 edifici abusivi. Si tratta delle abitazioni confiscate a dei mafiosi (tra i quali “spicca” il nome di Gino Di Salvo, considerato il nuovo capo mandamento di Bagheria, nonché favoreggiatore della latitanza di Bernardo Provenzano), tuttora da loro abitate.
Nel Piano Regolatore Generale datato 1976, Villa Valguarnera rientra nella «zona di rispetto circostante le ville», in parte sottoposta ai vincoli monumentali del 1913, seguiti da quelli del 1958. Alcuni cittadini privati, tra questi il principe Giuseppe Alliata di Villafranca, presentarono ricorso al Tar della Sicilia, che, con sentenza n.225/83, stabilì che l’area rimanesse priva di destinazione urbanistica. Solamente nel 1993 ha riacquistato la destinazione di «zona di rispetto circostante le ville» prevista nel PRG del ’76.
Nel PRG approvato con decreto dirigenziale n.148/D.R.U. del 2002 tutta l’area ricade in zona A1, quella cioè relativa a edifici complessi di valore storico, monumentale e di pregio ambientale. Peccato che questo Piano Regolatore sia decaduto con la sentenza n.960/2010, emessa dal Consiglio di Giustizia Amministrativa (organo che in Sicilia ha le medesime funzioni del Consiglio di Stato).
Attualmente è al vaglio del commissario ad acta, il geometra Giuseppe Traina, l’adozione di un nuovo Prg volto al recupero del centro storico di Bagheria e alla riconferma dell’appartenenza dell’area attorno al parco monumentale di Villa Valguarnera alla zona A1, proprio a tutelarne il valore artistico – culturale.
In merito a quanto sollevato dall’interpellanza circa gli edifici abusivi, la risposta dell’Amministrazione comunale di Bagheria ricorda che i proprietari della maggior estensione della villa, e nello specifico Sonia Amelia De Orturaz, vedova Alliata, con un atto notarile (n. 804/1966) hanno trasferito parte della stessa zona alla Produttori Riuniti spa, come risulta da un atto di vendita del 1976. Tale società ha predisposto negli anni Settanta il frazionamento del terreno, approvato dall’UfficioTecnico Erariale di Palermo, provvedendo poi alla venditadei relativi lotti. Una restante parte del terreno, rimasta nella disponibilità della famiglia Alliata, invece, è stata trasferita a terzi in seguito a un apposito atto di frazionamento approvato l’anno successivo dall’UTE. Ed è proprio in questi anni, a cavallo tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, che sarebbe iniziato l’abusivismo edilizio nell’area, durante il quale vennero edificati 33 edifici abusivi, realizzati, quindi, in data antecedente l’imposizione del vincolo paesaggistico e dell’ampliamento del vincolo monumentale.
Ci fu anche l’intervento ispettivo da parte dell’Assessorato regionale al Territorio e Ambiente, che accertò la presenza delle villette abusive. Nonostante ciò, l’allora Giunta municipale, con delibera n.165 del 1987, dispose l’allargamento della via Vallone De Spuches e la realizzazione delle opere di urbanizzazione delle sedi viarie a servizio degli edifici abusivi ricadenti nelle vie E1, E2, E3, per i quali era stata presentata richiesta di condono edilizio. Di contro, l’assessorato regionale, a seguito della sentenza del Tar n.225/85, rilevava la mancata rispondenza allo strumento urbanistico dell’epoca per quanto atteneva all’allargamento della via Vallone De Spuches e per le opere di urbanizzazione, per le quali era necessaria una preventiva autorizzazione delle stesso assessorato al Territorio e Ambiente. Poco importava se si trattava di aree già perimetrate, ai sensi delle leggi regionali e nazionali sul condono edilizio, visto che erano interessate dal fenomeno dell’abusivismo edilizio.
L’amministrazione comunale procedette, negli anni seguenti, al rilascio delle concessioni in sanatoria per gli immobili realizzati in epoca antecedente l’imposizione dei vincoli paesaggisti e monumentali, previa acquisizione del parere della Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali di Palermo. Nel maggio del 2011, su richiesta della polizia tributaria, furono individuati su apposita planimetria quegli edifici che avevano ottenuto il condono, quelli che erano in fase di concessione e quelli che non l’avevano ottenuta.
Per quanto riguarda l’abitazione di via Sofocle 11, invece, con la concessione edilizia in sanatoria è stata prescritta la demolizione della porzione dell’immobile ricadente nell’area monumentale. Già un mese prima il Comune aveva ricevuto una richiesta di inizio lavori di manutenzione, riguardanti il corpo centrale di Villa Valguarnera. Richiesta, che fu inizialmente rigettata per carenza di documentazione e in seguito accolta dopo che la dittaintegrò i documenti necessariaffinchéil settore dell’Urbanistica comunale potesse concedere l’autorizzazione.
Contestualmente il Comune di Bagheria si trovò anche a dover rispondere a una segnalazione fatta dalla maggior proprietaria, la signora Maria Correale Santacroce che, con la sorella Teresa, chiedeva di accertare presunte violazioni edilizie da parte della restante proprietà.
Il documento inviato dall’Amministrazione alla Prefettura interviene anche sulle abitazioni di Gino Di Salvo e del suo “delfino” Sergio Flamia: «Da accertamenti effettuati sugli atti del Servizio Condono edilizio del settore Urbanistica è emersa l’esistenza della pratica di condono edilizio n. 831, che contiene quattro istanze di condono per le quali non è stata rilasciata alcuna concessione in sanatoria, anzi sono stati forniti all’agenzia del Demanio, filiale Sicilia, Beni e Veicoli confiscati le necessarie informazioni ai fini della confisca dei beni». In conclusione, l’amministrazione comunale ha esaminato le istanze di sanatoria degli edifici ricadenti nell’area di vincolo, «valutando responsabilmente tutti gli atti, con particolare riferimento all’epoca di edificazione, esitando positivamente quelle per i quali c’erano i presupposti per la sanabilità realizzate in epoche antecedenti rispetto ai vincoli e dando il diniego per quelle realizzate in epoche successive. Non ha rilasciato concessione edilizie per l’edificio di Di Salvo, anzi ha fornito le necessarie informazioni ai fini della confisca del bene al mafioso; ha autorizzato tutti gli interventi di manutenzione del complesso monumentale di Villa Valguarnera sin dal 1992, previa acquisizione del parere della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali; è intervenuta nei contenziosi tra i diversi soggetti proprietari di Villa Valguarnera collaborando con gli organi di polizia; ha previsto nel PRG norme di tutela del bene monumentale».
“Non possiamo non ascoltare il grido di aiuto che giunge dai proprietari di villa Valguarnera, che non è un bene monumentale solo dei rispettivi proprietari, ma è una ricchezza per la città, da custodire e preservare – afferma il primo cittadino di Bagheria -. Esistono leggi, regole, enti preposti, che giocano ruoli non indifferenti per preservare i beni architettonici. Anche a questi Enti e a queste norme dobbiamo rispondere, tutti indistintamente, e lo facciamo con un unico scopo: il bene della nostra città”.

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