Pubblicato: sab, 10 Ago , 2013

Una fumetteria che non deve essere storia

Non ci si rassegna all’ipotesi di chiusura di AltroQuando, una delle rare fucine culturali della città di Palermo

 

 

NEWS_155331Dopo oltre 20 anni di attività, AltroQuando – storica e prima fumetteria di Palermo – chiude i battenti. Ad annunciarlo è Salvatore Rizzuto Adelfio, il fondatore di quella che col tempo é diventata crocevia di controculture, informazione alternativa, arte underground e realtà lgbt.
Non una semplice attività commerciale, quindi, ma (non senza difficoltà) un vero e proprio luogo di aggregazione, tanto che la notizia dell’imminente chiusura ha generato una diffusa tristezza in chi ama i fumetti, ma soprattutto in coloro che considerano le librerie fondamentali spazi vitali. È così che, immediata, è partita l’ondata di solidarietà e l’incoraggiamento a resistere e a tenere duro. Ma anche un altro genere di onda si è abbattuta sulla fumetteria: quella della crisi globale, spietata e fatta di regole perverse.
L’attività di Salvatore sembra essere giunta alla fine del suo viaggio. O, forse, sarebbe più corretto dire “sembrava”. AltroQuando, infatti, come un’araba fenice, potrebbe rinascere, sopravvivere sotto nuove e rinnovate vesti.
«Magari sotto forma di un’associazione culturale che mantenga le istanze che stanno alla base della libreria e prosegua, idealmente, il cammino già intrapreso», afferma Filippo Messina, compagno di vita e di lavoro di Salvatore. Non si esclude nemmeno l’ipotesi di una biblioteca del fumetto.
Quello che sta a cuore dei suoi gestori è comunque che, anche se dovesse cambiare aspetto, l’anima continui ad essere quella di un luogo che si fa promotore di tante iniziative, comprese quelle che negli anni lo hanno reso un posto unico per la città di Palermo e non solo. E ciò, lo si deve soprattutto alla passione e alla sconfinata energia di Salvatore che, nel lontano 1991, rilevò un’edicola in via Vittorio Emanuele, a pochi passi da piazza Marina.
Nel giro di un anno l’attività fu allargata ai fumetti: a quel tempo un media a dir poco di nicchia e spesso snobbato dalle altre edicole del capoluogo siciliano. Tanto bastò alla neonata attività per far sì che i fumetti ne diventassero l’aspetto principale e conquistare un’importante fetta di lettori appassionati e professionisti del settore, grazie anche ai quali non c’era un semplice rapporto venditore-cliente, ma un interscambio di idee, suggerimenti e influenze.
Ed è così che, a poco a poco, l’azienda inizia ad evolversi. Sempre accompagnata da una particolare attenzione alla varietà dell’offerta, AltroQuando comincia ad organizzare incontri di controcultura, ad ospitare iniziative che passano dall’attivismo politico alle mostre d’artisti esordienti. Poco importa se i mezzi e gli spazi a disposizione erano sempre pochi e talvolta inadeguati.
«La nostra attività è a conduzione familiare. Una famiglia allargata e di fatto», afferma Filippo. È anche grazie, per esempio, alla collaborazione di alcuni clienti diventati amici, che si è potuto dare spazio a etichette indipendenti e alla piccola editoria. «Abbiamo persino creato e prodotto delle fanzine, tra queste: il “Cassonetto”, con contenuti sia grafici che testuali offerti dalla stessa clientela, come Sergio Algozzino, Giuseppe Lo Bocchiaro e tanti altri divenuti poi tra i più noti e attivi fumettisti siciliani. Insieme a Salvatore ho fondato la rivista Woof!: un’esperienza durata più di 5 anni e dedicata alla subcultura Bear, la categoria dei gay corpulenti e pelosi, con lo scopo di proporre una visione estetica ed erotica controcorrente, fino a quel momento sommersa nella città di Palermo».
Ma poi è arrivata la crisi, quella economica seguita da quella culturale. In città le librerie indipendenti cominciano a chiudere e una fumetteria fa una fatica doppia a resistere; tanto per cominciare perché, a differenza dei librai, ai rivenditori di fumetti non viene riconosciuto il diritto di resa dei volumi.
Come se non bastasse, arriva per Salvatore un’ulteriore batosta: una grave malattia che, se da un lato rallenta comprensibilmente qualsiasi tipo di iniziativa volta a dare nuova linfa alla propria attività, dall’altro scaturisce nei clienti-amici un ancor più profondo senso di “comitiva” e desiderio di far sentire la propria vicinanza. Ne sono un esempio i tanti che hanno rinnovato l’abbonamento o altri che, pur solitamente fornitisi in altre fumetterie, hanno deciso di acquistare da AltroQuando, rispondendo così all’appello fatto nelle scorse settimane dallo stesso titolare e dal suo compagno attraverso una lettera pubblicata sul loro blog.
La situazione rimane comunque complessa. Sebbene ci siano diversi punti di contatto con l’assessore alla Cultura, Francesco Giambrone, dai quali poter partire e dare vita ad una nuova esperienza, fondendo gli entusiasmi di tutti, è pur vero che la città intera si è gradualmente trasformata.
Il centro storico ha visto spegnersi un’attività commerciale dietro l’altra, sotto lo sguardo delle Istituzioni (forse) troppo poco interessate a tutelare la sopravvivenza di chi, in un modo o nell’altro, ha dato un valore aggiunto a Palermo.
Che sorte toccherà ad AltroQuando? Difficile prevederlo, ma di certo né Salvatore né Filippo si danno per vinti, un po’ come gli eroi dei loro fumetti. Di pari passo a quello che quest’ultimo ama definire «Progetto AltroQuando 2.0», sono in corso da settimane delle trattative con gli eventuali acquirenti. «Noi auspichiamo che chi rileverà l’attività, oltre a mantenere qualcuno di noi tra i dipendenti, possa proseguire idealmente il percorso che Salvatore ha intrapreso vent’anni fa».
Le prospettive sembrano essere numerose e molteplici, tanto che non sarebbe corretto parlare di una fine, quanto piuttosto di un nuovo inizio per AltroQuando: una delle ultime fucine culturali rimaste a Palermo.

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