Pubblicato: Lun, 24 Ago , 2015

UKRAINA, una guerra “volutamente” dimenticata ?

L’ambigua politica di Putin, lo “zar” della Russia.

 

– di: Natia Zazashvili

 

Quello che sembrava essere il primo passo verso la pace Russo/Ukraina, e cioè l’accordo di Minsk del Febbraio scorso, è superato dai fatti diventando questo  mero paravento dietro cui si nascondono soprattutto i Paesi occidentali in una logica di manifesta indifferenza.
putinL’invio di grandi quantità di armi e soldati a Razdolnoye da parte della Russia è la dimostrazione della mai venuta meno volontà di annessione di quel territorio da parte di Putin.  La scelta dell’Europa di non “inasprire le “sanzioni” è invece la chiave di lettura del comportamento occidentale.
L’Europa vuole continuare  a vedere l’interesse di Mosca per L’Ukraina (come per la Georgia) in un ‘ottica di rivendicazione fondante solo sulla “storica appartenenza” e  Gli Stati Uniti continuano a tenere atteggiamenti  low profile fatti di soli discorsi, senza concedere, in concreto le necessarie  nuove armi ai governativi,  con la scusa che questo esaspererebbe il conflitto.
Tutto, apparentemente, nella speranza di un’affievolimento spontaneo della questione.
Ma questo non può essere.
L’interesse della Russia per la Crimea è legato a motivazioni politiche, economiche e strategiche a cui non può rinunciare, come :
1)    l’utilizzo del  Porto di Sebastopoli (Mosca deve mantenere questo presidio per contrastare la Nato)
2)    Il mantenimento delle postazioni Ukraine da dove Putin può ancora sostenere la Siria di Assad
3)    Il mantenimento (ancora) del Porto di Sebastopoli come unico porto di tali dimensioni ( e infrastrutture) in tutto il  Mar Nero
4)    L’utilizzo della Crimea (e quindi l’Ukraina) come via di comunicazione alternativa agli stretti del Baltico (quando questi per ragioni climatiche sono inaccessibili)
5)    Il possesso di immensi terreni per la coltivazione dei cereali e gli altri prodotti della terra che nelle immense pianure Ukraine trovano il loro naturale sviluppo
6)    Il controllo delle forniture di gas verso l’occidente i cui gasdotti passano per la maggior parte dai territori Ukraini
Come si vede il tentativo di Putin di far passare la rivendicazione dell’Ukraina come sola esigenza di mantenimento delle proprie radici e di “conservazione” delle tradizione filo russe nell’area, non è che un paravento per nascondere ambizioni economiche e di leadership mondiale che non possono  diminuire o cessare del tutto in modo “naturale”
L’inerzia dell’occidente non può neanche essere sola conseguenza di una cattiva interpretazione delle volontà egemoniche russe.
Ciò pare essere dimostrato anche dagli aiuti e sostegno messo in campo. Non dobbiamo infatti scordarci come l’Ukraina stia passando (con una guerra in corso) un grave momento economico dovuto in larga parte proprio all’adesione alle misure chieste dal Fondo monetario internazionale (pensioni e tasse) e come  in cambio l’Europa ha concesso aiuti per solo 5 miliardi, e che gli Stati uniti, mentre salvavano il Messico con sovvenzioni per 16 Miliardi di dollari, hanno concesso prestiti all’Ukraina per circa 2,5 miliardi.
Da qui a pensare che il supporto all’Ukraina sia di sola facciata il passo è breve.
La libera autodeterminazione dei Popoli e la libertà confligge sempre con gli interessi economici in campo. Non vogliamo credere che questo sia un altro caso in cui lo scarso “supporto” sia una scelta precisa e che e che magari dietro questa inerzia non ci sia solo una cattiva interpretazione delle vere volontà russe, ma forse una spartizione delle sfere d’influenza mondiali, od ancora una scelta dovuta ad esigenze di  mercato,  oppure chissà cos’altro.
Non vogliamo crederlo, ma intanto in Ukraina si continua a morire.

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