Pubblicato: sab, 8 Mar , 2014

Ucraina, tra paura e propaganda

Lavrov, aperti a dialogo onesto con altri paesi. Telefonata Obama-Merkel, posizioni coordinate

ucrainaIl presidente americano Barack Obama ha salutato venerdì le “posizioni coordinate” dell’Unione europea e degli stati Uniti di fronte alla Russia nella crisi ucraina, nel corso di una telefonata con la cancelliera tedesca Angela Merkel. Un comunicato della Casa Bianca riferisce che Obama e Merkel si sono trovati d’accordo “sulla necessità per la Russia di ritirare le sue forze, di autorizzare il dispiegamento di osservatori internazionali e di controllori dei diritti dell’uomo in Crimea e di sostenere elezioni libere e corrette a maggio”. I due leader, prosegue la nota, “hanno evocato la necessità per la Russia di accettare rapidamente la formazione di un gruppo di contatto che condurrà il dialogo fra l’Ucraina e la Russia, per migliorare la situazione e per restaurare l’integrità territoriale dell’Ucraina”.

La Russia è disponibile a un dialogo “onesto, da pari a pari” con altri paesi sull’Ucraina. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serguei Lavrov, secondo quanto riportato da Skynews. “Siamo aperti a un dialogo onesto, da pari a pari e obiettivo, con i nostri partner stranieri per trovare il modo di aiutare l’Ucraina a uscire dalla crisi”, ha detto il ministro degli Esteri russo Lavrov durante una conferenza stampa con il suo omologo del Tagikistan.

Una base della difesa anti-aerea ucraina è stata attaccata al tramonto nei pressi di Simferopoli, al termine di una giornata segnata dal nuovo stop agli osservatori Osce in Crimea e dalla guerra di propaganda tra Kiev e Simferopoli. L’attacco alla difesa anti-aerea, confermato dalla tv Atr di Sebastopoli, sede della Flotta del Mar Nero, è stato compiuto da soldati russi, anche se non è chiaro se si tratti di forze speciali della Marina o cosacchi. Secondo quanto riferiscono alcune fonti, all’interno della base si trovavano un centinaio di soldati fedeli a Kiev, che dopo l’ultimatum intimato dagli assedianti perché deponessero le armi avrebbero trattato la resa. Testimoni riferiscono di aver visto qualche ora dopo dei camion uscire dalla base. Gli stessi affermano che un paio di giornalisti accorsi sul posto sono stati maltrattati dai miliziani filo-russi. Uno avrebbe avuto bisogno di cure mediche.

L’Osce ha suonato per la seconda volta ai cancelli di ingresso della Crimea, ma i miliziani hanno lasciato la porta chiusa. “Non avete l’autorizzazione”, hanno detto gli armati filo-russi alla ‘frontiera’, un checkpoint sull’istmo orientale della Penisola, presidiato ”massicciamente”, riferiscono fonti qualificate all’ANSA. È il secondo niet in 48 ore: il gruppo di osservatori militari, una quarantina tra i quali due italiani, era stato respinto ieri a posto di blocco di Armiansk, sull’istmo occidentale, lo stesso dove giorni fa i miliziani hanno requisito i giubbotti anti-proiettile e gli elmetti a diversi giornalisti occidentali. E non è chiaro se oggi i militari filo-russi abbiano negato l’accesso per l’assenza di una autorizzazione o perché abbiano avuto l’ordine di non farli passare: “Ai problemi politici si aggiungono quelli logistici, gli osservatori arrivano da 21 Paesi, gestire la traduzione dal russo è un po’ complicato”, precisano le fonti. Oltre ai due italiani ci sono infatti militari americani, canadesi, cechi, danesi, estoni, finlandesi, francesi, tedeschi, britannici, irlandesi e tanti altri ancora, dalla Turchia come dall’Ungheria.

La missione, che in Crimea non è ancora iniziata, si concluderà il 12 marzo. Non è chiaro se ci sarà un altro tentativo di entrare. E mentre diventa sempre più bollente la nuova Guerra Fredda tra Occidente e Russia, e a Mosca in 65.000 inneggiano alla Crimea russa, è guerra di propaganda tra Kiev e Simferopoli. L’ultimo episodio di una lunga sequela di annunci e smentite riguarda una nave russa affondata volontariamente dai marinai della Flotta del Mar Nero. Ieri l’agenzia Unian di Kiev aveva detto, destando molto clamore, che l’affondamento era avvenuto nelle acque del porto di Sebastopoli per impedire alla “flotta ucraina di uscire”. Ma i vascelli di Kiev a Sebastopoli sono soltanto due, e anche piccoli in confronto alle navi da battaglia russe, decine, ancorate nella rada. Oggi fonti della Marina russa a Sebastopoli hanno seccamente smentito, del resto il porto è sì bloccato, ma da una gigantesca nave da guerra. “La nave è stata fatta colare a picco a Donoslav, nei pressi di Evpatoria”, circa 120 km a nord di Sebastopoli, hanno spiegato le fonti militari russe. Qualche giorno fa si da Kiev si era anche parlato di un assalto a una base missilistica da parte delle forze speciali: chi è andato a verificare, o ha contattato telefonicamente qualche militare filo-Kiev, non ha però notato la presenza di alcun soldato. Mentre oggi l’arrivo di una nave Usa nel Mar Nero per esercitazioni ha dato spago al tam tam dei filo-russi a Sebastopoli: “Gli americani hanno mandato una portaerei nelle nostre acque”. Guerra di propaganda.

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