Ucraina, per i russi è “emergenza umanitaria”
La Russia denuncia i crimini dei lealisti mentre continuano i combattimenti nell’est e i tentativi di mediazione delle cancellerie internazionali
Sempre più tragica la situazione in Ucraina. Continua l’assedio di Sloviansk, la roccaforte degli insorti filorussi, e negli scontri delle ultime ore si registrerebbero 4 morti e 30 feriti tra i governativi, che hanno perso anche un elicottero, e 10 morti e 25 feriti tra i separatisti.
La Russia, che nei giorni scorsi aveva dichiarato di non controllare più i filorussi (ammettendo quindi che prima li controllava), afferma per bocca del suo ministro degli Esteri che nella città ucraine dell’est è in corso una vera catastrofe umanitaria con medicinali e cibo che scarseggiano e, inoltre, ha denunciato le ripetute violazioni dei diritti umani da parte di forze paramilitari lealiste e gruppi neonazisti nei confronti della popolazione russofona.
Mentre si continua a combattere in quella che appare sempre più una guerra civile e non un’insurrezione, la diplomazia internazionale cerca di adoperarsi per trovare una soluzione. Se il segretario generale dell’ONU Ban Ki-Moon offre la sua disponibilità per far da mediatore tra le parti, il ministro degli Esteri tedesco rilancia la proposta di una seconda conferenza di pace a Ginevra dopo che la prima si è rivelata un fallimento. Le possibilità di successo di queste due iniziative, purtroppo, sembrano minime, tutto infatti ruoterà attorno a due date: l’11 maggio e il 25 maggio. L’11 si terrà il referendum sulla secessione nelle regioni di Lugansk e Donetsk il cui risultato appare prevedibile, motivo per cui l’esercito ucraino è passato all’attacco in questi giorni. L’obiettivo è evitare una consultazione che potrebbe dare l’input finale alla dissoluzione dello Stato ex-sovietico. Il 25 maggio dovrebbero tenersi, invece, le elezioni presidenziali ma più passa in tempo più è chiaro che queste avranno scarsa validità: sia perché parti del Paese per allora potrebbero essere in guerra o non più assoggettate a Kiev sia perché l’ingombrante vicino russo ha più volte dichiarato di non considerare regolare la consultazione del 25 e quindi, probabilmente, non ne riconoscerà l’esito e tenterà di sabotarle.