Trattativa Stato-mafia: Dell’Utri diventa imputato detenuto
Il processo davanti alla Corte d’assise di Palermo va avanti, ma rischia un lungo stop: prossima udienza fissata per il 15 maggio
Da imputato libero contumace a imputato detenuto. È questa la nuova condizione di Marcello Dell’Utri, arrestato a Beirut, dove è stato trattenuto sino a sabato scorso e poi trasferito, per motivi di salute e su disposizione del procuratore generale, all’ospedale Al Hayat. Non sarà certo il nuovo status dell’ex senatore di Forza Italia (per il quale resta ferma la dichiarazione di contumacia) a fermare il processo sulla trattativa Stato-mafia che, però, rischia adesso uno stop prolungato proprio in virtù della condizione.
Il presidente della Corte, Alfredo Montalto, prendendo atto della dichiarazione del pm Nino Di Matteo e del fatto che al momento l’imputato si trovi detenuto all’estero, ha disposto la prosecuzione del dibattimento. Richiamando una sentenza della Cassazione, ha spiegato che il nuovo status di Dell’Utri «non è di per sé sufficiente per impedire la trattazione del dibattimento per legittimo impedimento da parte dell’imputato». L’avvocato Giuseppe Di Peri, presente in aula, non ha preso la parola durante la breve udienza di questa mattina, svoltasi al Tribunale di Palermo. Si è trattata di un’udienza occupata da adempimenti tecnici e dedicata in particolare all’estensione dell’incarico ai periti per la trascrizione di alcune altre intercettazioni.
La prossima udienza è stata rinviata, come era previsto, al 15 maggio e riprenderà dall’aula bunker dell’Ucciardone. Saltano poi le udienze inizialmente fissate per l’8 e il 9 maggio. Il processo si potrebbe però fermare se l’ex braccio destro di Berlusconi chiedesse, com’è suo diritto, di assistere al dibattimento. In tal caso la Corte dovrebbe prendere atto del suo “legittimo impedimento” perché in Libano è agli arresti in attesa del giudizio di estradizione.