Telecom, la CGIL protesta per la gestione degli immobili
Buio per Telecom: conti in rosso, vendita delle attività in Argentina e ora scoppia la grana sulla gestione del patrimonio immobiliare
Ancora guai in casa Telecom, dopo la vendita a Telefonica, lo scorporo, il decreto sull’OPA e i continui tonfi in borsa potrebbe scoppiare un caso sulla gestione degli immobili.
Non è la prima volta che il patrimonio immobiliare dell’ex monopolista fa discutere, in passato infatti aveva sollevato più di una polemica la vendita a prezzi da libro, sotto la gestione Tronchetti Provera, di diversi immobili poi affittati a canoni esorbitanti. Oggetto degli strali di oggi è la decisione di Telecom di frammentare l’appalto per la gestione degli immobili in precedenza affidata a Manutencoop. A protestare è la CGIL che oltre a denunciare il rischio per i 133 dipendenti coinvolti si scaglia contro presunte opacità nell’appalto, sospetti aumentati dalla surreale vicenda andata in scena il 6 novembre alla DTL di Catanzaro dove era previsto un incontro tra Telecom e la società appaltatrice: questa si è presentata dichiarando di non essere subentrata nell’appalto mentre era assente la compagnia telefonica.
Nella giornata di ieri si è riunito il CDA di Telecom, il quale, oltre a confermare un investimento pluriennale da 9 miliardi in Italia, ha congelato lo scorporo della rete in attesa delle decisioni del legislatore ma soprattutto ha deliberato la vendita di Telecom Argentina e delle torri di telecomunicazione. Al centro dell’attenzione degli analisti però resta la presentazione del bilancio al terzo trimestre: conti in rosso di 136 milioni e ricavi in calo del 2%. Il mercato oggi ha, come immaginabile, reagito male facendo perdere al titolo Telecom fino al 7%.
La situazione dell’ex monopolista delle TLC è critica e sembra peggiorare di giorno in giorno, a questo punto non sembrano ci siano molte alternative che procedere allo scorporo per salvaguardare la rete e gli investimenti in infrastrutture e quindi lasciare cioè che rimane di Telecom a Telefonica. Questo, purtroppo, potrebbe preludere ad una chiusura delle attività ma sarebbe l’effetto di anni e anni di scelte manageriali sbagliate. Scenario questa che comporterà un notevole esborso per lo scorporo (primo caso che si effettua questa operazione nei confronti di un’azienda privata), senza considerare le ancora incerte prospettive occupazionali.