Subcomandante Marcos lascia l’Eznl
Qualche giorno fa la sua ultima apparizione pubblica, ieri l’annuncio del ritiro
Il subcomandante Marcos, leader del Ejército Zapatista de Liberación Nacional, ha annunciato di voler lasciare la dirigenza del movimento armato. La decisione, si legge in un comunicato, non è legata a problemi di salute bensì a “cambi all’interno del gruppo”. «Il cambio della guardia non è dovuto a malattia o morte né a purghe o epurazioni, – ha tenuto a precisare l’ormai ex capo – bensì a cambi interni ancora in corso nell’EZLN». Formato essenzialmente da discendenti dei maya, l’Ejército Zapatista de Liberación Nacional nacque 20 anni fa nello Stato del Chiapas nella zona più povera e meridionale del Messico. Inizialmente clandestino, il gruppo aveva come obiettivo principale la difesa dei diritti della popolazione indigena. L’EZNL che prende il nome dal rivoluzionario messicano Emiliano Zapata, dal 1994 ha dichiarato guerra allo Stato messicano e ogni forma di capitalismo o intromissione esterna
Nato a Tampico il 19 giugno del 1957 Rafael Sebastián Guillén è stato a capo dell’EZNL per 2 decenni. Prima di diventare il ribelle messicano “più mediatico degli ultimi 20 anni”, ha studiato Lettere e Filosofia presso la Universidad Nacional Autónoma de México, ottenendo successivamente la cattedra. Il primo gennaio del 1994 insieme a decine di indigeni, scese dalla Sierra al grido di libertà, democrazia, pane, terra e giustizia. In un’intervista dichiarò di aver scelto il nome Marcos in onore di un amico ucciso da un checkpoint militare messicano perché «Nosotros siempre tomábamos los nombres de los que morían, en esta idea de que uno no muere sino que sigue en la lucha» (Utilizzavamo sempre i nomi di coloro i quali morivano, con l’idea che uno non muore ma continua la lotta).
Nelle oltre 10 pagine di comunicato diffuso ieri, scritte come sempre con il caratteristico tono ironico, ha dichiarato che di comune accordo con la dirigenza gruppo si è deciso che “Marcos deje de existir hoy” (Marcos smette di esistere oggi)”.
«Non parlerò più in nome dell’Ejército Zapatista de Liberación Nacional. In questi 20 anni di attività si sono susseguiti diversi ricambi, e alcuni sono stati difficili da gestire. Primo fra tutti quello generazionale. Ma molti non si sono accorti degli altri cambiamenti: quello di classe o di razza. Ma sopratutto quello più importante: la mentalità dell’ EZNL. La mattina del primo giorno del primo mese del 1994 – continua Marcos – un esercito di giganti, di indigeni ribelli, arrivò nelle città per cambiare il mondo. Appena alcuni giorni dopo, con il sangue dei nostri caduti ancora fresco nelle strade cittadine, ci rendemmo conto che per gli estranei non eravamo niente. Il loro sguardo si era soffermato sul solo uomo meticcio che indossava un passamontagna. Così nacque Marcos». L’ex capo del gruppo armato è sempre stato considerato un punto di riferimento importante per la sinistra radicale mondiale. I suoi libri e le sue poesie hanno contribuito a creare una figura leggendaria ed alimentarne il mito. «Se mi è permesso un consiglio – continua nel suo messaggio – la gente dovrebbe coltivare un po’ di senso dell’umore, non solo per mantenere la salute mentale e fisica, ma anche perché senza umorismo non si può comprendere a pieno la teoria zapatista. E colui che non comprende, giudica. E chi giudica condanna».