Pubblicato: lun, 21 Gen , 2013

Strage di San Basilio, stamane 5 nuovi arresti

Dopo 14 anni dall’agguato di mafia, dove morirono anche due uomini esterni alla mafia, nuovi arresti nel nisseno.

 

 

di Grazia La Paglia

NEWS_92979Caltanissetta – Era il 2 gennaio del 1999 quando, nel bar della stazione di servizio Esso di Vittoria, si consumò l’ennesimo agguato di Cosa Nostra. E stamattina, a distanza di quattordici anni da quella che fu chiamata “la Strage di San Basilio”, sono state eseguite cinque misure cautelari nei confronti di Orazio Buonprincipio (Riesi), Alfonso Scozzari (Vallelunga), Giuseppe Selvaggio, Claudio Calogero Cinardo e Salvatore Siciliano (Mazzarino). I cinque sono accusati a vario titolo di concorso in omicidio volontario pluriaggravato e di associazione a delinquere di stampo mafioso. Avvalendosi delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Carmelo Massimo Billizzi, ex boss di Cosa Nostra di Gela che si è autoaccusato come organizzatore ed esecutore materiale dell’agguato, l’ordine della “Strage” sarebbe stato impartito dal clan gelese Emmanuello e Piscopo nel tentativo di approfittare del ricco territorio di Ragusa. La voglia di espandere la propria egemonia, però, doveva fare i conti con la presenza di un altro clan già presente nel territorio, cioè la Stidda di Vittoria e che aveva a capo Carmelo Dominante. La “Strage di San Basilio” portò così la morte per due affiliati del clan Dominante, Rosario Nobile e Claudio Motta, e per il reggente del clan della Stidda Angelo Mirabella, principale obiettivo da eliminare per poter estendere Cosa Nostra anche nel territorio ragusano. Fu il boss gelese Alessandro Emmanuello a dare l’ordine di uccidere quest’ultimo. Ma nell’agguato caddero anche due persone estranee ai fatti, Rosario Salerno e Salvatore Ottone, colpevoli solo di essere presenti nel bar nel momento dell’agguato. Altre due vittime che vanno a sommarsi ai tanti innocenti colpiti dalla mafia. Le misure cautelari sono state emesse dal Gip del Tribunale di Catania Laura Benanti nell’ambito dell’operazione “Victoria” e le complesse investigazioni sono state effettuate dalla Sezione Criminalità Organizzata – 2° gruppo – della locale Squadra Mobile con ‘ausilio della Squadra Mobile di Novara, dell’U.P.G.S.P della Questura di Milano, del Commissariato di Lambrate (MI) e del reparto Prevenzione Crimine di Catania. Secondo la ricostruzione dei fatti, fu l’ex boss Billizzi a rivolgersi a Cosa Nostra di Mazzarino per reclutare uomini da impiegare nell’agguato. Siciliano mise a disposizione Selvaggio e Cinardo e indicò a Billizzi la Cupola di Riesi per ottenere altri aiuti. Con queste dichiarazioni di Billizzi sono venuti fuori nomi di soggetti che mai, prima di tale udienza, erano stati coinvolti come partecipanti della strage, come Buonprincipio, Selvaggio e Cinardo. Alfonso Scozzari, vallelunghese e parente di Emmanuello, fornì invece le armi, una magnum 327 e una pistola calibro 9. Fu Emmanuello, che in quel periodo aveva il controllo su numerose famiglie mafiose del territorio sia gelese che ragusano, a voler coinvolgere nelle azioni militari anche esponenti di altre famiglie, allo scopo di affermare ancor di più il proprio predominio. Un anno fa, sempre per la stessa “Strage”, la Corte di Assise d’Appello di Catania condannò all’ergastolo due presunti componenti del commando, Giovanni Avvento e Alessandro Emmanuello, mentre furono dati trent’anni di reclusione ai due collaboratori di giustizia Billizzi e Gianluca Gammino, esecutori materiali della strage. In precedenza erano stati condannati all’ergastolo Enzo mangione, il presunto basista e i fratelli Giovanni e Alessandro Piscopo insieme al cugino Alessandro Piscopo poiché ritenuti mandanti. Le indagini si sono avvalse delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, tra i quali i cugini Piscopo.

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