Pubblicato: gio, 24 Ott , 2013

Spiragli di ripresa per Grecia e Spagna

Gli ultimi dati sulle economie di Grecia e Spagna, pur confermando la situazione drammatica, lasciano sperare in una timida ripresa

 

Spain-Greece-EurozoneBuone, o meglio, non pessime notizie arrivano per due grandi malati dell’eurozona, Spagna e Grecia.

La banca centrale spagnola ha annunciato che il PIL del paese iberico segna un piccolo ma incoraggiante +0,1% nel terzo trimestre, facendo uscire dalla recessione la Spagna dopo due anni di dati negativi. In realtà la situazione è tutt’altro che rosea. La piccola crescita è trainata dalle esportazioni mentre la domanda interna è ancora contratta a causa delle misure di austerity e dell’alta disoccupazione. Dall’occupazione arriva un dato che, sebbene ancora negativo, può far sperare: il tasso di decrescita è stato solo dello 0,1% il che lo rende il migliore dall’inizio della crisi. Il crollo dei salari (-3,1%) se da un alto contribuisce a strozzare la domanda interna, dall’altro rende più competitive le aziende spagnole che grazie a questo riescono a recuperare quote di mercato nei confronti dei competitors, lasciando ipotizzare una prossima uscita dalla crisi.

Per quanto riguarda la Grecia, le parole di speranza arrivano direttamente dal commissario per gli affari economici Olli Rehn che oltre a prevedere una timida ripresa per il 2014, osserva come la Grecia , che quest’anno chiuderà il bilancio con un avanzo primario, abbia iniziato a sfruttare i fondi strutturali disponibili. Dei 20 miliardi a sua disposizione per gli investimenti, il Paese ellenico ne aveva sfruttato solo il 49% nel 2012, mentre per il 2013, fino a settembre, ne ha già assorbiti il 67,5%. Anche gli strumenti per il governo dell’economia sono stati migliorati, sono stati messi a regime controlli e procedure che hanno implementato l’efficienza della spesa pubblica e posto un primo freno all’endemica evasione fiscale che non poco ha contributo, in origine, alla crisi (secondo il rapporto UE gli audit ai maggiori contribuenti sono raddoppiati in poco tempo).

Ad ogni modo 5 anni di recessione e di misure draconiane imposte dalla Troika non sono passati senza lasciare tracce sulla carne viva dei greci. I dati forniti ad inizio settimana dall’Istituto di Statistica greco sembrano descrivere l’economia di una nazione appena uscita da una guerra. Facendo un raffronto con i livelli del 2008 emerge che il reddito disponibile per le famiglie è diminuito del 40%, gli stipendi del 30%, mentre negli ultimi 12 mesi i consumi sono calati del 7,6%  e i risparmi del 9%. Ad aggravare, quando non a causare, la situazione sono stati i continui tagli effettuati dal governo, per quanto riguarda servizi e benefit c’è stata un sforbiciata del 26% in 4 anni e da ultimo c’è da aggiungere un ulteriore riduzione di circa il 13% a buste paga e welfare.

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