Sicilia, si dimette l’assessore all’economia Bianchi
Luca Bianchi si dimette da assessore all’Economia del governo Crocetta. Lo ha annunciato in conferenza stampa a Palazzo d’Orleans
Non poche difficoltà ha attraversato il Governo Crocetta. Dopo il vertice di maggioranza di ieri per l’assessore regionale Luca Bianchi la scelta è sembrata l’unica possibile. Queste condizioni non gli permettono di andare avanti. Arriva quindi la scelta delle dimissioni senza attendere il rimpasto di Giunta.
In una conferenza stampa tenuta questa mattina a Palazzo d’Orleans, l’assessore all’Economia dimissionario ha spiegato: «Io mi fermo qui me ne vado senza polemica e non per ricoprire un altro incarico, tornerò a fare quello che facevo prima. Le mie dimissioni sono irrevocabili e le formalizzerò nelle prossime ore». Il titolare dell’Economia lascia dopo il rinvio in commissione del ddl «salva-imprese». E infatti un rimprovero va anche al Pd e Bianchi puntualizza: «Purtroppo devo constatare che il mio partito non mi ha sostenuto con continuità, e questo mi dispiace molto, l’ultimo errore lo ha fatto ieri sul ddl pagamenti. Non cerco paracadute – aggiunge – non tratto nessuna via di uscita né l’ho chiesta a nessuno».
Il governatore Crocetta ha accettato le dimissioni, commentandole così: «Ho lavorato fianco a fianco in questi mesi con Luca Bianchi e abbiamo fatto un grande lavoro per salvare Sicilia e difendere il popolo siciliano: abbiamo fatto uscire la Sicilia da un rischio default che era certo e annunciato e ridotto la spesa senza fare macelleria sociale – dice Crocetta – la Sicilia perde un professionista di grande valore e un politico vero, che non ha mai guardato solo ai conti ma ai riflessi che tali conti avevano sulla vita sociale, economica e culturale». Crocetta parla anche di «un fuoco di sbarramento inaccettabile, dietro il quale spesso si sono nascosti i gruppi di potere di sempre, l’organizzazione strutturale rivolta a una rapace e sistemica aggressione della spesa pubblica, combattuta da Bianchi e che sarà azione centrale del mio governo».