Pubblicato: mar, 1 Mar , 2016

Secondo gli exit-poll l’Irlanda è ingovernabile.

La politica di austerità non ha il consenso dell’elettorato irlandese.

Nella Repubblica d’Irlanda la coalizione dei partiti di governo ha perso la maggioranza nelle elezioni per il rinnovo del Parlamento che si sono tenute il 26 febbraio. Il Fine Gael del premier Enda Kenny ha ottenuto il 24,8% dei voti, alle precedenti consultazioni aveva preso il 36,1%, perdendo pertanto 12 punti percentuali; gli alleati laburisti hanno rimediato un misero 7,1%, mentre nel 2011 avevano raggiunto il 19,5%. Insieme, dunque, si fermano al 32%, una disfatta. Considerando che la maggioranza necessaria per garantire una guida di governo è al 42%, la Repubblica irlandese appare ingovernabile.

KennyIl Sinn Fein, guidato da Gerry Adams, un partito di sinistra che rappresenta l’orgoglio nazionale irlandese, ha ottenuto il 18% dei voti, incrementando i propri consensi di 8 punti percentuali rispetto al 2011. Il Sinn Fein, anche grazie alle proprie connessioni con l’IRA, è stata a lungo una delle forze politiche più importanti dell’Irlanda del Nord, adesso prende a guadagnare anche nella Repubblica d’Irlanda, per merito di una politica basata sulle questioni economiche. Infine il centro destra del Fianna Fail si è attestato al 21,1%, guadagnando a sua volta 4,5 punti.
A seguito della recessione del 2008 l’Irlanda è stata uno dei molti paesi della zona euro che ha accettato, sotto il governo Kenny, un piano di salvataggio da parte degli istituti di credito europei, in cambio di misure di austerità quali tagli al bilancio, tasse più alte per le classi medie e riduzione della spesa sociale.
Il governo guidato da Fine Gael e laburisti ha portato avanti tale politica di sacrifici, che sono stati addossati sulle spalle delle classi lavoratrici e nel 2013 l’Irlanda è riuscita, unica nazione europea, a rimborsare i  prestiti  contratti con gli istituti di credito, così come imposto dai dettami della troika, vale a dire Commissione europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale. Anche il Pil, nel 2015, ha fatto registrare un incremento del 7%, il risultato migliore in campo europeo.
Tuttavia questi numeri divulgati dai tecnici del comando finanziario sovranazionale non corrispondono evidentemente alla percezione dei cittadini irlandesi. Essi faticano a trovare lavoro; i senzatetto a Dublino hanno raggiunto un livello record nel mese di gennaio di quest’anno appena iniziato; i giovani laureati restano disoccupati; e infine è stata imposta dal governo una impopolare e odiosa tassa sull’acqua.
Il Sinn Fein, invece, ha promesso di aumentare le pensioni , di stracciare la tassa sull’acqua e ha espresso la necessità di una maggiore parità dei redditi. Ciò ha pagato e soprattutto, ancora una volta, si è dimostrata impopolare e iniqua la politica di sacrifici, di tagli lineari e rigidi pretesi da una politica europea semplicemente monetaria che aggrava e non risolve. Quello che ha ottenuto, anche nella Repubblica d’Irlanda, è stata, dopo l’illusione di qualche anno, l’ingovernabilità come unico esito.

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