Revoca del 41 bis per Provenzano: arriva l’ok di tre Procure
Il via libera dei giudici per il boss malato: «Il carcere duro non serve più». Associazione familiari vittime strage via Georgofili: «Un affronto»
Le Procure di Palermo, Firenze e Caltanissetta hanno espresso parere negativo alla proroga del carcere duro per Bernardo Provenzano. L’81enne boss corleonese, da tempo gravemente malato e incapace di partecipare validamente ai processi, non sarebbe in grado di comunicare con l’esterno. Da qui la decisione dei pm di tre delle Procure più impegnate sul fronte della lotta alla mafia di non prorogare il 41bis, essendo questo finalizzato ad evitare proprio i contatti con l’esterno delle carceri.
Un parere negativo era già stato espresso dalle stesse Procure l’anno scorso, in attesa della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, che aveva poi escluso, sempre nel 2013, che vi fosse violazione dei diritti umani di Provenzano. In quel caso la Direzione nazionale antimafia aveva espresso un avviso contrario a quello delle Direzioni distrettuali e aveva chiesto e ottenuto il rinnovo del 41 bis, emesso dall’ex ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri. Lo scorso ottobre il tribunale di sorveglianza di Roma aveva invece dichiarato inammissibile il ricorso presentato dagli avvocati difensori del capomafia, che chiedevano la revoca del carcere duro nei suoi confronti per motivi di salute, ribaltando così il parere della Direzione Nazionale Antimafia.
La proroga del carcere duro viene fatta ogni due anni, dopo l’acquisizione di pareri non vincolanti, chiesti ai magistrati, alle forze di polizia e al Viminale.
Si attende ora il nuovo parere della Dna e alla fine l’incartamento verrà passato al nuovo guardasigilli, Andrea Orlando, che deciderà se prorogare o meno il regime detentivo speciale per Provenzano, attualmente ricoverato al reparto detenuti dell’ospedale di Parma.
«Togliere a Provenzano il 41 bis, che già oggi è all’acqua e sapone, sarebbe un affronto a tutte le sue vittime». Lo scrive in una nota la presidente dell’associazione fra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, Giovanna Maggiani Chelli. «Tuttavia, con grande sforzo, cerchiamo di comprendere che la norma sul 41 bis, così come è scritta, non si presta a decisioni diverse per i procuratori che hanno dovuto pronunciarsi. Quindi, per questo chiediamo al ministro della Giustizia di intervenire subito, cambiando per decreto la norma, prima che sia troppo tardi, o ci troviamo costretti a manifestare il nostro disappunto in via dei Georgofili».