Renzi a tutto campo: dalla Rai allo sblocca Italia
In occasione del festival dell’Economia di Trento il Premier Matteo Renzi ha commentato a tutto campo i temi del momento, dalla crescita economica e la ripresa dei consumi alla questione quantomai spinosa dei tagli agli sprechi nel settore pubblico con particolare riferimento ai tagli programmati per la Rai
Che l’italia sia un paese fermo con una economia stagnante non lo ha di certo scoperto nè affermato per prima Matteo Renzi, e la ricetta proposta con quello che lui stesso ha definito il provvedimento «Sblocca-Italia» è cosa altrettanto nota e risaputa. Lo ha sempre sostenuto ad esempio l’antagonista Bersani che in tema di grandi opere e rilancio dell’economia nel lontano 2010 alla festa de l’Unità di Torino nel suo intervento aveva affermato «ai fini dell’occupazione un conto è il Ponte sullo stretto e un conto sono 500 cantieri locali, che possono essere nuovi meccanismi che danno spinte ed orizzonte agli investimenti privati».
Metafore escluse, la teoria è la stessa o quasi. «Entro luglio farò un provvedimento che si chiama ‘sblocca-Italia’, che lascerà fare alla gente quel che vuol fare e consentirà di sbloccare interventi fermi da 40 anni». Così ha affermato l’ex sindaco di Firenze nella lunga intervista rilasciata ad Enrico Mentana. Bersani parlava di cantieri e opere pubbliche Renzi di interventi perlopiù privati, infatti lo Sblocca Italia avrà molteplici scopi. «Dagli investimenti bloccati per l’imprenditore al sindaco bloccato dalla sovrintendenza, fino all’imprenditore straniero pronto ad investire a Milano se non avesse i permessi bloccati» tutto troverà una risposta, con un responsabile ad hoc a Roma presso Palazzo Chigi.
Un linguaggio cool per quella che Renzi vuole come un Italia cool, quasi a parafrasare Tony Blair. Il piano di riforme illustrato dal Presidente del Consiglio non solo contiene provvedimenti economici e di semplificazione ma punta molto ai tagli degli sprechi dei vari settori pubblici. Proprio in questi giorni, infatti, è stato reso noto che a subire un taglio di 150 milioni di euro sarà proprio la Rai. «Vogliono fare sciopero? Lo facciano..poi andiamo a vedere quanto costano le sedi regionali.. E’ umiliante questa polemica sullo sciopero, quando nel paese reale tutte le famiglie tirano la cinghia. E’ una polemica incredibile. E’ una situazione umiliante. A questo punto, se vogliono aprire una riflessione sulla qualità del servizio pubblico, bene, altrimenti la protesta lascia il tempo che trova».
Insomma un Renzi galvanizzato dal risultato elettorale e certo dell’efficacia comunicativa delle sue invettive è quello che si accinge ad proseguire il percorso di riforme cominciato con il suo governo che si dice sicuro arrivare fino a fine legislatura e che dovrà affrontare la difficile partita a scacchi sui futuri vertici dell’Unione Europea in merito ai quali ha affermato che la candidatura di Juncker è «un nome e non il nome».