Referendum: ignoranza e potenza della comunicazione
Errori di valutazione dei sondaggisti, mancata conoscenza della nostra costituzione e certe forme di comunicazione potrebbero dare risultati inaspettati.
Prima che scattasse la prevista direttiva dell’Agcom che blocca la pubblicazione dei sondaggi nei quindici giorni antecedenti le consultazioni, il fronte del NO veniva dato in vantaggio. Ma cosa possiamo aspettarci anche dopo il flop dei sondaggisti in occasione delle elezione di Tramp e del referendum sulla Brexit?
Mentre negli anni scorsi uno scarto di qualche punto sarebbe stato sufficiente per prevedere con buona probabilità il risultato finale, oggi l’unica certezza è che non abbiamo certezze.
In Italia avevamo avuto già qualche avvisaglia quando in tempi non lontanissimi abbiamo assistito durante lo spoglio delle schede a dichiarazioni di vittoria da parte di qualche politico poi invece smentito da un ribaltamento ai primi risultati reali.
Oggi, al di là dei sondaggi, le cose che in questa consultazione referendaria potranno essere determinanti sono: la scarsa conoscenza della nostra costituzione, ma soprattutto, il numero dei votanti ed il ruolo della comunicazione, fattori questi ultimi, a nostro giudizio strettamente legati.
Lo sa bene anche Renzi che per portare più gente possibile alle urne, nonostante non necessiti il raggiungimento di un quorum, si presenta con il doppio volto, da segretario del PD e da premier benefattore che gli consente anche d’essere maggiormente presente in tv più dei sostenitori del no.
Se i sondaggisti, specie nella fase iniziale, hanno di fatto interpellato “gli informati”, un’affluenza alle urne che superasse il 50% potrebbe vedere il coinvolgimento dei meno informati. Per intenderci, non di quelli che come me si spaccano le palle seguendo tutti i talk ed i confronti.
Si fa un gran parlare della necessità di entrare nel merito, ma spesso gli organi d’informazione finiscono con il focalizzare le attenzioni su insulti o argomentazioni che nulla hanno a che fare con la costituzione.
Noi abbiamo provato a fare la nostra parte con “un articolo al giorno”, letto e pubblicato da Radio 100 passi.
Premesso che non sarà quanto scritto nella scheda che potrà influenzare il votante che al 90% andrà in gabina avendo già scelto:
Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”;
ad influenzare potrebbe invece essere lo spot televisivo con la “spiegazione” del come si vota che il quesito recita facendo dedurre che solo uno stupido potrebbe votare no.
Il coinvolgimento alle urne di questi ultimi che dovrebbero decidere se è meglio mantenere i vecchi articoli che non conoscono o cambiarli con quelli che conoscono ancor meno potrebbe quindi fare la differenza.
In tal caso preparatevi a vedere la vittoria del SI.