Pubblicato: gio, 5 Dic , 2013

Radiato Di Luca, recidivo all’antidoping

A seguito dell’ennesima positività ad un controllo, il TNA ha radiato il ciclista di Spoltore. È la prima volta che accade.

 

Danilo Di Luca

Danilo Di Luca

Danilo Di Luca è il primo ciclista squalificato a vita. È arrivata oggi la sentenza del TNA (Tribunale Nazionale Antidoping) che ha radiato l’abruzzese a seguito del controllo a sorpresa del 29 aprile scorso che l’ha trovato positivo all’eritropoietina.

Di Luca è recidivo, vincitore del Giro 2007, già in quell’anno arrivarono le prime grane: fu squalificato per tre mesi per aver frequentato il medico Carlo Santuccione coinvolto nell’inchiesta “Oil for Drugs”, scattata a seguito della misteriosa morte di alcuni ciclisti dilettanti. Nel 2009 arrivò la prima squalifica per doping, trovato positivo al CERA durante due controlli al Giro d’Italia (che lo vedrà arrivare secondo), venne sanzionato con la squalifica di due anni, poi ridotti a 18 mesi per via della sua collaborazione con gli inquirenti.

A circa di 3 anni di distanza, lo scorso aprile, è arrivata l’ennesima positività che gli ha consegnato il non invidiabile record di primo ciclista radiato.  Di Luca, come spesso purtroppo accade in questi casi, nelle prime dichiarazioni dopo la sentenza piuttosto che fare mea culpa ha adombrato l’esistenza di una qualche macchinazione: «Era già tutto scritto. Evidentemente dovevo pagare io per tutti».

Chiaro che l’aver allontanato il corridore di Spoltore non risolva il problema. Il ciclismo sembra essere patologicamente predisposto al doping, ed è vero che ci sono molti ciclisti, con un curriculum peggiore o più sospetto di Di Luca, che continuano indisturbati a correre ma questo non giustifica l’abruzzese. Non c’è ormai gara ciclistica che non veda la sua classifica riscritta dai controlli antidoping, forse la proposta paradossale e provocatoria di alcuni, ovvero legalizzare il doping, potrebbe trovare riscontro ma sarebbe insostenibile per coloro che amano questo sport e sono già costretti a vederlo continuamente rovinato dal doping.

Di

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