Pubblicato: gio, 12 Set , 2013

Pubblicità sul Duomo di Palermo: è polemica

Un maxi cartellone Fastweb campeggia sulla facciata della Cattedrale. La compagnia intima di ritirare il marchio. Il Comune: verificare la legittimità

 

di Matilde Geraci 

NEWS_161009Il maxi cartellone pubblicitario che ricopre il prospetto meridionale della Cattedrale di Palermo non poteva certo passare inosservato. E, così, dalle polemiche si è passati presto allo scontro.
Da qualche settimana, infatti, i palermitani e i numerosi turisti desiderosi di fotografare la splendida facciata della chiesa che – unica nel suo genere – riesce a coniugare in perfetta armonia ben quattro stili architettonici, strabuzzano certamente gli occhi prima di capire che sì, quella che vedono imporsi, davanti all’entrata del sacro edificio, è una gigantografia della Fastweb.
Immediate le proteste, partite anche stavolta dai social network, tra chi vi vede “un pugno nell’occhio” o addirittura uno sfregio, e chi non manca di ricordare il clamore suscitato in seguito alla proiezione, lo scorso luglio, dei simboli del Pride sulla facciata della Cattedrale durante la sfilata del Festino di Santa Rosalia. Allora era scoppiata una guerra tra Curia e Giunta, la stessa, ma con più schieramenti sul fronte, che sembra pronta ad esplodere nuovamente, a causa stavolta del telone 10 metri per 10 della compagnia telefonica.
Già mercoledì scorso, Fastweb aveva precisato, attraverso il proprio account Twitter, che la compagnia «non ha mai acquistato quello spazio, infatti era stato intimato alla concessionaria inadempiente di rimuovere l’impianto pubblicitario entro l’indomani».
La stessa sera era arrivato il comunicato del Comune: «L’assessore alle Attività produttive Marco Di Marco, di concerto con il sindaco, ha chiesto agli Uffici competenti una urgente relazione di verifica sulla legittimità degli impianti pubblicitari realizzati sulla facciata della Cattedrale, disponendo l’immediata revoca di eventuali autorizzazioni rilasciate in violazione del Regolamento comunale e/o prive del Nulla Osta della Sovrintendenza per i Beni culturali».
Sulla vicenda è intervenuto anche l’assessore alla Cultura, Francesco Giambrone: «Proprio in questi giorni, in cui siamo impegnati nel recupero del decoro di tutti i monumenti cittadini, è importante che non vi siano utilizzi non avallati dalle Autorità competenti in materia di tutela dei beni monumentali».
Se intanto si é ormai innescata la polemica tra la Sovrintendenza ai Beni culturali da un lato e l’Amministrazione comunale dall’altro, rimane da chiarire chi – se non Fastweb – abbia commissionato la pubblicità. Quello che si sa è che il cartellone è stato collocato nell’ambito di un accordo stipulato tra la Curia e la concessionaria di pubblicità Vatsrl di Giuseppe Giunta, che finanzia i lavori di manutenzione del portico in cambio del diritto a cedere gli spazi di sponsorizzazione sui teli di ponteggio del cantiere.
L’azienda, dal canto suo, (la stessa che si occupa delle autorizzazioni per tutti i maxi cartelloni del capoluogo, fra cui anche quelli dell’ex monastero delle Croci) afferma di avere un contratto con Fastweb per quella pubblicità e, per di più, di non aver mai ricevuto alcuna richiesta di rimozione. Stando, comunque, a quanto dichiarato dall’architetto Lina Bellanca della Sovrintendenza, la Curia avrebbe deciso di intervenire in maniera autonoma e, grazie a uno sponsor privato, avrebbe trovato le somme necessarie per finanziare i lavori di restauro del ponteggio danneggiato. Interventi divenuti indispensabili, di cui la stessa Sovrintendenza era stata preventivamente informata e per i quali, però, non vi erano somme a disposizione.
«Senza soldi non si canta messa. Abbiamo dato il permesso solo per il ponteggio. Comunque – dichiara la sovrintendente di Palermo, Maria Elena Volpes – si deve superare l’atteggiamento snob di chi storce il naso davanti a iniziative come questa. A causa di infiltrazioni, erano caduti frammenti dalla volta, quindi il portico aveva bisogno di una ristrutturazione, ma soldi, per questi lavori, non ce ne sono. Quindi, ben vengano sponsor disposti a versare soldi per restituire l’antica bellezza ai nostri monumenti che, come sappiamo, non godono di ottima salute. Un’operazione identica l’avevo proposta per Porta Nuova».
In merito al caso del maxi cartellone è intervenuta anche Legambiente Sicilia. «Le aziende che si fanno pubblicità in queste forme non sono dei magnati, devono comunque ricavare un beneficio – afferma il direttore regionale, Gianfranco Zanna -. Il tema, quindi, riguarda le forme in cui questa collaborazione deve avvenire e, di certo, non può attuarsi in questo modo: così si mortifica l’importante monumento. Ci sono altre modalità, più sobrie ed eleganti per raggiungere lo stesso scopo. Lo ha intelligentemente capito subito la Fastweb, che ha dichiarato di voler ritirare immediatamente la pubblicità. Cerchiamo di dare delle regole per il settore e non alimentiamo lo scandalo ovunque».
Intanto, a storcere il naso è proprio il Comune di Palermo. «Vi è un bene che l’Amministrazione,tra difficoltà ed ostacoli, ha il dovere di tutelare: quello del decoro complessivo della città e della sua immagine, non solo per ovvi ed evidenti motivi storici, culturali e civili, ma anche per le inevitabili ripercussioni negative che un danno d’immagine comporta all’economia cittadina», dice il sindaco, Leoluca Orlando, preannunciando un atto di indirizzo della Giunta, che dia mandato agli Uffici competenti di verificare i monumenti coinvolti, revocare ogni autorizzazione in atto, negare ogni proroga o deroga e non concedere più alcuna autorizzazione per l’installazione di impianti che arrecano danno all’immagine della città.
«Abbiamo candidato alcuni monumenti della nostra città e della nostra provincia, tra cui anche la Cattedrale, a diventare Patrimonio dell’Unesco, e la città è candidata ad essere Capitale della Cultura. Sono obiettivi – conclude Orlando – per cui ci stiamo impegnando e che, se raggiunti, avranno un’enorme ricaduta positiva sulla qualità della vita, sul turismo e sull’economia della città. Su questo terreno, che è di fondamentale importanza per lo sviluppo futuro della nostra comunità, Palermo e i palermitani non possono, quindi, permettersi scivoloni. È evidente che a questo indirizzo devono armonizzarsi gli atti amministrativi, così come i Regolamenti. Il settore della pubblicità deve cessare di essere trascurato, considerato zona franca rispetto ai tentativi di percorsi virtuosi e di sviluppo della città».

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