Pubblicato: mer, 27 Mag , 2015

Podemos governerà Barcellona e Madrid.

Il bipartitismo è in agonia nella Spagna che vota per l’alternativa.

Alle elezioni amministrative del 24 maggio in Spagna il successo politico arride al movimento Podemos, guidato da Pablo Iglesias, giovane leader nato nel 1978 e laureatosi con il massimo dei voti discutendo una tesi sulla disobbedienza civile e le proteste contro la globalizzazione.si se puede

Il bipartitismo esce dalle urne in agonia profonda, sopraffatto dalla voglia di cambiamento incarnata dai partiti emergenti della sinistra. Il Partido popular del premier Mariano Rajoy rimane la prima forza politica, ma perde 11 punti percentuali e 2,6 milioni di elettori, la diarchia Pp-Psoe è ai limiti del collasso: i due partiti insieme passano dal 65% al 52% dell’ultimo test elettorale.

Podemos conquista Barcellona; con un accordo pressoché scontato, a questo punto, con i socialisti del Psoe governerà Madrid e magari Valencia e Saragozza. Le principali città della Spagna, compresa la capitale e la città economicamente e culturalmente più dinamica, saranno amministrate da un movimento che rappresenta un’alternativa vera al sistema che ha portato il Paese spagnolo e buona parte dell’Europa alla grave crisi attuale. I primi cittadini di Barcellona e di Madrid saranno due donne; la città catalana ha eletto alla sua guida Ada Colau, anima degli sfrattati. Ai tempi della guerra del Golfo ha fondato la Plataforma de Afectados por la Hipoteca, il movimento sociale che l’ha resa nota nel paese per le problematiche della casa, e nel 2013 ha presentato al Congresso un progetto di legge popolare per la dilazione dei pagamenti delle rate dei mutui. Ada Colau ha sempre vissuto la piazza, le proteste, le manifestazioni, i bisogni dei più deboli. Manuela Carmena, giurista, che amministrerà la capitale, ex giudice e membro del Consiglio generale della magistratura, ha lavorato con Izquierda Unida per la riforma del sistema penitenziario e si è dedicata alla commercializzazione di oggetti realizzati dai carcerati. Da avvocato ha difeso gli operai incarcerati sotto la dittatura franchista e da giudice i diritti dei prigionieri dell’Eta, mentre lei stessa era sotto la minaccia dell’organizzazione armata basca. Fu una delle fondatrici dello studio di avvocati giuslavoristi della calle Atocha in cui, nel 1977, un commando di terroristi di estrema destra composto anche da neofascisti italiani commise uno degli attentati più cruenti del periodo della transizione alla democrazia in Spagna.

Insomma si tratta di tutta un’altra storia rispetto agli esiti del neoliberismo e del conservatorismo opaco e deleterio chepodemos-alexis-tsipras-iglesias-atenasfoto-hermann_ediima domina nelle aule di Bruxelles. Logiche lontane dalle dinamiche dei partiti tradizionali, dai tornaconti delle caste, ma vicine alle cittadinanze e ai problemi delle persone reali invece che alle speculazioni nei caveau finanziari. Un’Europa alternativa all’eurocrazia, insensibile e grigia, alla conformazione germanocentrica della zona euro, priva di qualsiasi progetto di convivenza tra i popoli, indifferente all’eguaglianza senza distinzioni di cui parlano le costituzioni, una eguaglianza che sia sostanziale e non semplicemente formale, tanto che così gli alti principi vengono disattesi, allorchè prevalgono i puri rapporti di forza.

 

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