Pubblicato: sab, 14 Dic , 2013

Pensionati: il 46% non arriva a fine mese

Secondo i dati forniti dallo Spi-Cgil i pensionati italiani faticano non poco per vivere

 

PensionatiIl 46,2% dei pensionati italiani, cioè quasi la meta di chi arriva all’agognata meta, giunge con grande fatica alla fine del mese. Costretti a rimandare pagamenti, ad intaccare i propri risparmi, a chiedere prestiti e aiuti ad altri: sono queste le condizioni di una buona parte di pensionati, almeno stando all’ultima analisi realizzata dallo Spi-Cgil, in collaborazione con Ipsos, su consumi e potere d’acquisto degli stessi. C’è anche chi arriva a fine mese senza particolari patemi, ma spende quasi tutto quello che prende di pensione (24,3%), e chi ci arriva e riesce anche a risparmiare qualcosa, ma è costretto a fare delle rinunce. Stesso destino per chi arriva a fine mese senza troppi problemi con un 46,2% che ha tagliato le spese superflue, il 21% consumi importanti e l’11,8% anche consumi necessari.

Il 37,2% dei pensionati, che riescono a mettere ancora da parte qualcosa, ha dovuto ridurre le spese superflue e anche qualche consumo importante (il 15,2%). I tagli e le rinunce colpiscono in misura significativa tutti coloro i quali vivono in difficoltà economiche, anche gravi. Il 19,8%, nell’ultimo anno, ha dovuto ridurre molti consumi necessari, il 28,4% ha ridotto abbastanza i propri consumi e anche qualcuno importante, mentre il 31,4% ha tolto solo il superfluo. Solo il 20,4% dei pensionati non ha ridotto in misura sensibile le proprie spese.

Le difficoltà dei pensionati italiani emergono anche dalla forte contrazione dei beni consumo, in particolare di quelli alimentari. Nel giro di pochi anni, i pensionati oltre a dover far fronte ad una crisi sempre più grave, si sono visti costretti (37%) a dover ridurre le spese per generi alimentari. Oltre a ciò, sono calate anche le attività relative allo svago e al tempo libero. Infatti, il 60% ha ridotto viaggi e vacanze, il 59% ristoranti, pizzerie e bar, il 48% cinema, teatro e concerti con inevitabili riflessi sull’economia di questi settori. Inoltre, si è registrato un calo anche nelle spese in vestiario, abbigliamento e accessori, come nei giochi e nelle lotterie, anche se, paradossalmente, il 76% ha deciso di non rinunciarvi, sperando magari di risollevare in questo modo le proprie sorti.

I pensionati, nonostante queste chiare difficoltà, continuano a svolgere un ruolo fondamentale nella famiglia italiana. In particolare, essi fungono da fonte di sostentamento di figli o nipoti che hanno perso il posto di lavoro o che, più frequentemente, non riescono a trovare una collocazione lavorativa. Infatti, circa la metà di loro (il 42,6%) sostiene economicamente, anche sporadicamente, i propri familiari. Di questi il 14,4% dei pensionati, secondo l’analisi dello Spi-Cgil, dichiara che negli ultimi tre anni ha dovuto prodigarsi spesso in aiuti economici: il 26,4% lo ha fatto almeno qualche volta, l’8,1% lo ha fatto raramente. Complessivamente la quota è del 48,9%. Molto più bassa, invece, è la quota di quelli che sono dovuti ricorrere ad aiuti familiari e di amici o a prestiti bancari e assicurativi 816%).

«I pensionati hanno dato tanto a questo Paese in termini di sacrifici e ora non ne possono proprio più. E’ per questo che chiediamo al governo di dare loro delle risposte, a partire dalla legge di stabilità. Sarebbe inoltre ora che si riattivasse il tavolo di confronto tra governo e sindacati, istituito dal governo Prodi e rimosso da Berlusconi e da Monti. Non è un caso che da allora la condizione dei pensionati e degli anziani non ha fatto altro che peggiorare». Questo è quanto dichiarato da Carla Cantone, segretario generale dello Spi-Cgil.

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