Ottenuto il sangue artificiale, senza rischi e universale
Realizzato in laboratorio a partire da cellule staminali, i primi test sull’uomo partiranno nel 2016 in Inghilterra
Marc Turner
Un team di scienziati guidati da Marc Turner, del Centro di Medicina Rigenerativa del Medical Research Council e Università di Edimburgo, ha sviluppato un metodo per produrre sangue i cui globuli rossi sono tutti del gruppo O universale, quindi adatto a qualsiasi trasfusione. Il punto di partenza degli studi condotti dal centro di Edimburgo sono state cellule staminali umane, riprogrammate per creare cellule staminali pluripotenti indotte, che successivamente vengono trasformate in globuli rossi del gruppo zero universale, che può donare a tutti. Il sangue artificiale sarebbe una rivoluzione nel campo delle trasfusioni e la potenziale risposta alle circa quattro milioni di unità di sangue che, secondo le stime, annualmente mancano per raggiungere la richiesta. Soltanto l’Italia ha un fabbisogno annuo di 2,4 milioni di unità e soprattutto si deve tenere conto che per una trasfusione ci si deve affidare al grande cuore dei donatori che però variano di Paese in Paese e non riescono sempre a soddisfare il fabbisogno delle nazioni. Il sangue artificiale oltre ad essere universale e riproducibile nelle quantità necessarie, mette al riparo dai rischi delle trasfusioni. I ricercatori scozzesi infatti assicurano che il sangue artificiale è esente dal rischio di contaminazioni microbiche. Lo studio del centro di Edimburgo non è il primo che prova ad ottenere il sangue artificiale, già in passato si era provato ad ottenere un sostituto artificiale dei globuli rossi partendo da derivati ematici bovini intensamente purificati. «Anche se altrove sono state condotte ricerche simili – ha dichiarato Turner – questa è la prima volta che qualcuno ha creato del sangue artificiale corrispondente agli standard appropriati di qualità e sicurezza per la trasfusione in un essere umano».
La sperimentazione che secondo il The Telegraph riceverà un finanziamento di 5 milioni di sterline dal Welcome Trust, partirà nel 2016 in Gran Bretagna, coinvolgendo almeno tre pazienti talassemici, la cui malattia è una delle più interessate al sangue creato in laboratorio in quanto la sua cura richiede numerose trasfusioni.
