Pubblicato: ven, 2 Ago , 2013

Oltre le promesse e i buoni propositi, ma….lo Stato dov’è?

Il caso di un dipendente del Cefop di Palermo, lanciatosi dal balcone dello stabile in cui lavorava, ripropone il problema della mancanza di lavoro

 

di Ugo Gravante 

NEWS_153831Sono calati a giugno dello 0,1%, rispetto a maggio, gli occupati in Italia. Parliamo di 21.000 persone in meno al lavoro che, insieme all’1,8% su base annua, diventano 414.000 lavoratori in meno.
Dati che, però, non possono essere motivati solo con la crisi economica. Ce lo conferma il prestigioso “The Economist”, secondo il quale ci sono diversi motivi in grado di spiegarcelo: un mercato del lavoro troppo rigido, con tasse alte sull’occupazione; una formazione troppo teorica; una mancata corrispondenza tra le competenze che i giovani offrono e quelle di cui hanno bisogno i datori di lavoro; il difficile passaggio dall’università al mondo del lavoro.
I Paesi con i più bassi tassi di disoccupazione giovanile, invece, mantengono una stretta relazione tra istruzione e lavoro. Curare questo canale di accesso, ad esempio con il contratto di apprendistato, sarebbe la maniera più giusta per abbattere la disoccupazione. Si pensi che in Germania quasi tutte le imprese con più di 500 dipendenti assumono apprendisti.
Da considerare anche le ragioni geografiche e anagrafiche: ci sono zone più “deboli” di altre nel mercato del lavoro, come l’Europa meridionale e/o i mercati emergenti. E’, infine, più facile licenziare un lavoratore giovane, appena entrato in azienda, piuttosto che uno più anziano e maggiormente qualificato. Paradossale, ma vero.
Una situazione che esplode giorno dopo giorno, tanto da portare nei giorni scorsi un ex dipendente del Cefop di Palermo, 40 anni circa, sposato e con figli, a lanciarsi dal quinto piano dello stabile dove aveva lavorato. Licenziato lo scorso dicembre, l’uomo partecipava attivamente alle proteste insieme ai suoi colleghi, chiedendo di riottenere il posto di lavoro. Le sue condizioni erano apparse subito disperate. E’ morto dopo poco in ospedale.
Non si tratta ovviamente dell’unico caso del genere riguardante chi, senza più occupazione, non arriva alla fine del mese. Ci sono, infatti, numerosi giovani che abbandonano le famiglie, alla ricerca di “fortune” in paesi europei, come anche molte persone, la cui vita é appesa “a un filo”, in attesa di trovare un dignitoso posto di lavoro, dopo anni di sacrifici, studi e specializzazioni.
Leggere che si sono già spesi 3 miliardi e mezzo di euro, per la portaerei Cavour che dovrebbe ospitare gli F35 a decollo verticale, non è certo la risposta ai tanti segnali di difficoltà vissuti oggi dal nostro Paese. Gli italiani non meritano certo questo, così come non vogliono essere quotidianamente vittime di speculazioni macro-economiche e di continue mortificazioni planetarie. L’Italia è un Paese florido di risorse, di menti, d’iniziative e di persone, che lavorano giorno e notte con dedizione e serietà.
Ecco perché le politiche del governo in materia di lavoro devono guardare con più attenzione a uno spaccato, del quale fa parte gran parte del nostro Paese, che muove un’economia che sta pian piano colando a picco. E’vero, gli italiani non si meritano tutto questo.

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