Pubblicato: gio, 31 Ott , 2013

Nuove minacce al sindacalista antimafia Liarda

Ieri, l’ennesima lettera minatoria. Solidarietà da parte della Cgil, ma la società civile continua a lasciarlo solo

 

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Vincenzo Liarda

vincenzo-liardaEnnesima intimidazione ai danni del sindacalista della Cgil Vincenzo Liarda, da sempre impegnato nella lotta alla mafia e già vittima di numerose minacce; una delle quali a maggio di quest’anno, quando gli era stata recapitata una busta contenente un proiettile e tracce di polvere da sparo.

Questa volta la lettera minatoria, in cui gli si chiede di smettere di parlare e di denunciare, è stata recapitata ai familiari, residenti a Polizzi Generosa (prov. di Palermo). «La tua cara figlia, la moglie del sindacalista antimafia, ha deciso di restare vedova giovane come te. A poco a poco gli faremo passare le pene dell’inferno, così finisce di parlare assai. E non finisce qua per la bella famiglia, non vivrete più». Sono solo alcuni stralci della inquietante missiva spedita alla suocera di Liarda, che vive ormai senza scorta e senza alcuna tutela da quando ha avviato la battaglia per la destinazione a fini sociali del feudo di Verbumcaudo, appartenuto al boss mafioso Michele Greco, il “Papa” di Cosa nostra. Le lotte del sindacalista hanno permesso di fare luce sulle nuove strategie del business criminale, tanto da far sciogliere il Comune di Polizzi Generosa per infiltrazione mafiosa; ma se da un lato hanno accesso i riflettori sugli affari della mafia nelle Madonie, dall’altro Liarda si è trovato completamente isolato e gli atti intimidatori sono quasi all’ordine del giorno. «Polizzi – spiega – è la punta di un iceberg del sistema madonita. Un sistema che evidentemente sta bene a tutti».

«Questo ennesima intimidazione mi lascia dentro tanta amarezza. Hanno deciso di non farmi vivere e lo fanno colpendomi negli affetti, colpendo la mia famiglia puntando a creare situazioni di tensione all’interno del mio nucleo familiare. […] In quasi quattro anni da quando è cominciata la battaglia per l’affermazione della legalità, mi hanno fatto danni incalcolabili. E non parlo solo di quelli materiali (mi hanno bruciato la macchina, la casa) ma di altro. Qualcuno riesce a immaginare o pensare cosa significa per una famiglia tutto questo?»

Immediata, la solidarietà da parte della Cgil: «Questo tentativo di tipo terroristico di zittire Liarda e la Cgil attraverso le minacce a lui e alla sua famiglia non solo non sortirà effetto, come fino ad ora è stato, ma ci rende sempre più coscienti della necessità di aumentare nelle zona delle Madonie la nostra presenza, la nostra attività e la nostra denuncia», commenta il segretario della Cgil di Palermo, Maurizio Calà». E aggiunge: «Si diano pace questi personaggi malavitosi che pensano di bloccare l’attività sindacale della Cgil attraverso le minacce ai dirigenti e alle loro famiglie».

Pieno sostegno a Liarda, per le sue battaglie contro la criminalità, anche da parte dell’associazione Sos democrazia: «Condanniamo con forza le minacce recapitate all’amico Vincenzo e alla sua famiglia, a cui siamo vicini in questi momenti di sconforto. Siamo sicuri che continuerà a lottare come ha sempre fatto nonostante le minacce ricevute. Ma vogliamo rivolgere un appello alle Istituzioni, alla stampa, ai cittadini onesti affinché la famiglia Liarda non sia lasciata da sola, e sia tenuta accesa l’attenzione su quello che succede nelle Madonie ad un coraggioso sindacalista innamorato della legalità».

 

 

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