Pubblicato: mar, 3 Dic , 2013

No Muos, un presidio per liberare Michele

Gli antifascisti si radunano davanti il carcere Ucciardone per chiedere la liberazione del compagno arrestato

 

New Project 3“Michele libero”. E’ questo l’urlo che si leva dal corteo che percorre il perimetro del carcere palermitano dell’Ucciardone dove è recluso l’attivista No Muos. A comporre il corteo sono un centinaio di ragazzi dei centri sociali, guidati da quelli del Centro Anomalia, che chiedono la liberazione del compagno arrestato in seguito agli scontri tra gli attivisti No Muos e la polizia avvenuti sabato pomeriggio nella zona di Piazza Verdi. A scatenarli è stata l’organizzazione di un corteo dove, dietro il nome Rete No Muos, si sono radunati militanti di estrema destra provenienti da tutta la Sicilia e accolti in città dallo Spazio Identitario Atreiu e Casapound Palermo. Per impedire che i gruppi di destra si appropriassero di una battaglia che non gli appartiene, dato che l’antifascismo è uno dei pilastri del movimento No Muos, gli attivisti hanno organizzato un sit-in a Piazza Verdi per boicottare la sfilata del corteo della Rete. La polizia è dovuta così intervenire per impedire che i due cortei venissero a contatto, caricando il presidio del movimento e arrestando Michele che questa mattina saprà se il suo fermo sarà convalidato.

E’ chiaro che una battaglia come quella contro la costruzione della grande antenna satellitare a Niscemi offra numerosi spunti utili per un rilancio elettorale, soprattutto ai nuovi soggetti politici della destra, ed è per questo che appare necessario fare alcune considerazioni riguardo i (non) rapporti tra il movimento No Muos e la destra. Si potrebbe cominciare facendo notare che nel 2010, uno dei fautori della costruzione del Muos a Niscemi sia stato l’allora ministro della Difesa, Ignazio La Russa, punto di riferimento della scomparsa Alleanza Nazionale, partito al quale sono legate realtà come lo Spazio Identitario Atreiu. Le persone possono certamente cambiare idea nel tempo ma, se questo non bastasse, risulta in ogni caso difficile capire come gruppi che si definiscono «fascisti del terzo millennio» possano inserirsi all’interno di un movimento che seppur variegato, ha nell’antifascismo uno dei valori fondanti. Per concludere, basta ricordare che alcuni gruppi non dovrebbero neanche esistere dato che in Italia l’apologia del fascismo è un reato. Basterebbe far notare questi semplici punti, per far sorgere quantomeno il dubbio che chi improvvisamente ha preso a cuore le sorti degli abitanti di Niscemi, lo stia facendo con altri fini.

Per questo motivo, appunto perché vicino a chi lotta contro la costruzione del Muos, dispiace vedere che ancora una volta si cada nelle trappole tese da chi vuole che si identificano i manifestanti come pericolosi terroristi, in modo da dare maggior risalto agli scontri e far perdere l’interesse per il messaggio che le battaglie portano. Urlate forte alzando le mani in aria, come avete fatto per chiedere la liberazione di Michele. Fate sentire la vostra voce, non la forza delle vostre mani e saremo ancora più numerosi al vostro fianco per gridare che in Italia non c’è spazio nè per il Muos, nè per il fascismo.

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