Pubblicato: ven, 6 Dic , 2013

Nelson Mandela, una guida per il mondo

Nelson Mandela è stato uno dei grandi protagonisti del XX secolo. Alfiere nella lotta al razzismo, la sua figura senza eguali ha rivoluzionato il mondo

 

Nelson Mandela

Nelson Mandela

Il mondo ha detto addio a Nelson Mandela, chiamato confidenzialmente Madiba, morto a 95 anni nel Sudafrica che liberò e rifondò in nome dell’uguaglianza facendolo diventare “la Nazione Arcobaleno”.

Nato nel 1918 nella regione del Transkei, a 22 anni scappò a Johannesburg dopo essersi opposto al matrimonio combinato con una giovane del suo clan di origine. Arrivato nella metropoli, si unì all’African National Congress (ANC) e il suo impegno politico crebbe al crescere della repressione del regime segregazionista bianco, finché nel 1962, quando era a capo dell’ala armata dell’ANC, fu arrestato e condannato a all’ergastolo. Con la prigionia il suo impegno non si interruppe anzi in quegli anni aumentò, consacrandolo come leader mondiale nella lotta all’apartheid.

Alla fine anni ’80 la situazione cambiò. Le pressioni della comunità internazionale contro il regime e l’elezione di Frederik de Klerk alla presidenza aprirono una nuova fase: l’11 febbraio 1990 Mandela fu scarcerato e l’ANC fu ammesso come legittimo partito politico. Nel 1994 Madiba si candidò alle elezioni presidenziali proprio contro de Klerk, vinse diventando il primo presidente nero del Sudafrica e dando inizio alla complessa opera di transizione alla democrazia.

A differenza di come accaduto in molti, supposti, Paesi civili in cui la fine di un regime è sempre coinciso con violenze, rappresaglie ed epurazioni nel Sudafrica di Mandela, che intanto aveva vinto il Nobel alla Pace, le cose andarono in maniera differente. Nella “Nazione Arcobaleno”, chiamata informalmente così per indicare il suo essere multirazziale,  venne infatti istituita la “ Commissione per la Verità e la Riconciliazione”. Una sorta di tribunale in cui i colpevoli di violenze, quasi sempre afrikaans ma non mancarono anche neri delle fazioni combattenti, messi di fronte alle proprie vittime avevano l’occasione di confessare i loro crimini e, se davvero pentiti, chiedere il perdono. La commissione aveva anche il potere di concedere, a particolari condizioni, l’amnistia per alcuni casi e così fu per 849 dei circa 7000 richiedenti.

L’esperimento della Commissione, oltre a reificare il pensiero di Mandela che vedeva nel perdono dei neri come la migliore risposta ai soprusi dei bianchi, è considerato da molti una delle chiavi del sostanziale successo, nonostante alcuni persistenti problemi, della transizione democratica.

Lasciati gli incarichi politici in Patria nel 1999, Madiba non smise di lottare. Continuò il suo impegno globale contro il razzismo e l’AIDS, a questo riguardo una delle sue ultime apparizioni fu in occasione del grande concerto tenuto ad Hyde Park nel giugno del 2008 per raccogliere fondi contro l’HIV. Il virus, forse sottovalutato a metà anni 90 proprio durante la presidenza di Mandela, è oggi uno dei più grandi problemi del Sudafrica con circa il 20% della popolazione infetta.  La Nazione Arcobaleno ha ancora tantissimi problemi: oltre all’AIDS, le sacche di povertà estrema, la ricchezza conservata ancora nelle mani di pochi bianchi, la dilagante criminalità. Nonostante ciò, se il Sudafrica, unica nazione nel continente nero, può guardare con orgoglio alla sua democrazia e al suo futuro lo si deve senza dubbio all’opera di Mandela che una volta giunto al potere ha saputo conciliare le istanze di libertà e progresso con la realtà esistente, fuggendo da suggestioni marxiste o africaniste, o peggio dalle lotte tribali, che avevano condannato molti Paesi vicini nel periodo post-coloniale

La scomparsa di Mandela ha commosso il mondo, tra le tante dichiarazioni di cordoglio dei leader mondiali, degne di nota sono quelle di Obama. Il primo presidente nero degli Stati Uniti, ha dichiarato commosso: «Abbiamo perso uno degli uomini più coraggiosi e influenti dell’umanità, non posso immaginare la mia vita senza il suo esempio. Finché vivrò farò il possibile per imparare da lui».

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