Negate le esequie pubbliche a Priebke, “viltà della Chiesa” dice l’avvocato
La salma di Priebke in cerca di ospitalità, ma tutti rifiutano la tumulazione. E si fa avanti un paesino nel messinese
Erich Priebke
La salma di Erich Priebke imbarazza più della sua presenza. Da vivo, a Roma, veniva fotografato a spasso con la badante, “riceveva spesso visite”, come racconta il figlio Jorge, e si recava a messa. Quasi la vita di un qualunque centenario. Ma adesso che è morto il suo nome deve fare i conti con la sua storia: fra le altre cose, e soprattutto, con l’eccidio delle fosse Ardeatine compiuto sessant’anni fa, per il quale fu punito con l’ergastolo nel 1998. La Chiesa gli ha negato il funerale con cerimonia pubblica, dichiarando, tramite il Vicariato, che le esequie religiose, che non verranno comunque negate, debbano però avvenire in forma strettamente privata. Altrettanto ferma la posizione del sindaco di Roma, Ignazio Marino, che scrive in un tweet: “a Priebke sarà negata qualunque forma di funerali solenni. Roma è antinazifascista, Roma è medaglia d’oro della Resistenza”. E si sta cercando un escamotage per vietare anche la tumulazione nella città eterna perché, continua Marino, “La tomba di Priebke a Roma sarebbe un’offesa”.
L’ospedale Gemelli, dove la salma è stata portata venerdì per essere ospitata nella camera ardente, nega dal canto suo che la funzione religiosa possa svolgersi fra le proprie mura: si aspetta da un momento all’altro che la famiglia venga a consegnare i documenti per portare via i resti del criminale nazista. Altrettanto netto il “no” di Fabio Fucci, sindaco di Pomezia, dove si trova il cimitero militare tedesco. Anche qui un cavillo permetterà agli abitanti di sottrarsi all’ospitalità: i soldati sepolti lì sono tutti caduti durante la guerra. E al coro dei “no, grazie” si unisce anche la cittadina che diede i natali al militare nazista, Hennigsdord, a pochi chilometri da Berlino, che mette avanti ragioni di natura legale: il cimitero locale infatti ospita soltanto residenti.
Contro il rifiuto della Chiesa si scaglia Paolo Giachini, il legale di Priebke, che afferma: “Una grossa fetta del popolo italiano è sconcertata che i diritti religiosi sanciti nella nostra Costituzione e che una mente umana non diabolica riconosce vogliano essere negati a una persona defunta. Lo sdegno del popolo italiano, della gente vera, sincera, è profondo, anche nei confronti della Chiesa che sta dimostrando la sua viltà”. E promette che tutta la verità verrà fuori dal testamento del “boia delle Ardeatine” e da un video che verrà reso pubblico dopo le esequie. Aumenta il carico il figlio di Priebke, Jorge, che definisce “dei risentiti” quelli che rifiutano di avere a che fare con la salma di suo padre in Italia, e dei “Ponzio Pilato” tedeschi della comunità argentina, Paese dove vive e da cui fu estradato il padre.
In mezzo a tanti rifiuti, solo una voce si sente difforme dalle altre: pare che il sindaco di Fondachelli Fantina, paese in provincia di Messina, abbia fatto richiesta al Campidoglio di ospitare le spoglie del capitano tedesco.
