Pubblicato: mer, 9 Lug , 2014

Milano, le mani delle famiglie mafiose sulle feste di quartiere

Su 46 feste, 44 sono state gestite da due sole famiglie. Si stima che il mercato delle feste sia attorno agli 1,2 milioni di euro.

Le feste di via di Milano sono un’occasione “di aggregazione e di certificazioni di interessi e comportamenti illegali”. Lo scrive nero su bianco il Comitato di esperti antimafia nella sua Quarta relazione al sindaco Giuliano Pisapia, che domani sarà presentata alla Commissione antimafia di Palazzo Marino. Secondo una stima elaborata dal presidente della Commissione David Gentili durante i giorni dei mercatini di Natale, questo business delle feste muoverebbe a Milano circa 1,2 milioni di euro.

NEWS_121901Questo schema “non ha equivalenti in grandi città italiane”, si legge nella Relazione.Invece che un’occasione di socialità, le feste di quartiere milanesi sono diventate un modo per esercitare il controllo del territorio. “La struttura delle feste, i criteri di ottenimento e assegnazione dei diritti di parteciparvi con le proprie mercanzie, i metodi di esazione e pagamento, configurano infatti una rete di relazioni in virtù delle quali alcuni personaggi del commercio ambulante realizzano in modo assolutamente indebito una sorta di signoria territoriale”, si legge nella Relazione del Comitato presieduto da Nando Dalla Chiesa.

Il risultato è che il controllo delle feste in sostanza è in mano ad una persona (“magari travestito da associazione culturale”) che concede autorizzazioni per le bancarelle, organizzazione logistica, reclutamento degli artisti di strada e altri servizi del genere fuori dal circuito legale. E il meccanismo si trasferisce dalle piccole feste di via a manifestazioni più rilevanti, come appunto i mercatini di Natale. Segnali d’allarme sul fatto che le mafie ci stiano mettendo le mani ce ne sono: in una delle ultime feste “un esponente di una nota famiglia di Buccinasco (paese dell’hinterland di Milano dov’è fortissima la presenza della ‘ndrangheta, ndr)” “abbia imposto la sua presenza (per attività marginali ma in realtà di controllo del perimetro della festa”, proseguono gli esperti antimafia nel documento.

Prendendo in esame i numeri del 2013, appare chiaro che qualcosa non torni: delle 46 feste, 44 sono state gestite da due famiglie, i Carlino (attraverso Milano sì! Città viva e Nuova Asco.Ci) e i Pagliuca (attraverso l’Associazione culturale nazionale artigiani e commercianti , l’associazione culturale Mercante in piazza e il comitato Dergano). Per questo sia il Comitato di esperti che la Commissione antimafia di Palazzo Marino stanno lavorando per eliminare gli intermediari e rendere possibile una gestione diretta del Comune degli spazi destinati alla festa. (lb)

 

Globalist/www.redattoresociale.it

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