MEDICI OGGI E LA SALUTE DEI CITTADINI IN CERCA DI UN AUTORE
A Rimini dal 19 al 21 maggio scorso trecento tra medici ed odontoiatri della FNOMCeO si sono interrogati sul futuro di tutti, pazienti inclusi ed hanno scoperto di essere orgogliosi ma spaesati.
Al tempo della ipertecnologia “la scienza, se amministrata, ci fotte”, ha detto Sandro Sanvenero, presidente degli Odontoiatri di La Spezia e presidente europeo di Fedcar. Forse occorrerebbero meno linee guida e più autonomia e professionalità, ripartendo dall’etica dei saperi e non dai budget che condizionano l’accesso e la cura tanto da far saltare l’ adeguatezza? Questa la battuta finale di una lunga tre giorni di proposte ed autocoscienza, che si è svolta a Rimini qualche giorno fa. Per il filosofo della medicina, pedagogo del medico che verrà, Ivan Cavicchi, è tempo di riscoprire le origini ippocratiche del sapere medico oppure il diktat della appropriatezza per legge si tradurrà in terapie standard inefficaci e quindi immorali. La caccia al nuovo paradigma è partita, imposta dal mutamento sociale, che incide sulla professione, mentre i pazienti sono in cerca di un medico “autore”, che li capisca uno per uno e ciascuno come si può, senza leggere solo le statistiche. L’idea è nell’aria, ma pochi lo sanno già. Siamo all’ inizio del terzo millennio, ma ci curiamo con logiche scientiste del secolo scorso, questo si mormora nei corridoi e ancora non lo si grida troppo forte.
LA LISTA DELLE COSE DA FARE
A Rimini, si è riflettuto davvero sul futuro della professione per tre lunghe giornate di studio della Federazione degli ordini dei medici e degli odontoiatri .
Tanti e vari i temi trattati e qualche decisione innovativa, sulla formazione, ad esempio, sempre più sul campo e meno teorica, con ECM misurati sull’efficacia e meno sull’unità oraria, ma soprattutto sulle cure, la ricerca farmaceutica e la fisiologia basate necessariamente sullo studio dei generi (è già proposta di legge alla Camera dei deputati a firma di Paola Boldrini, Roberta Agostini ed altri) e presto, si immagina, sempre più personalizzate? La Federazione ha poi chiesto una voce in capitolo, una sorta di Autority per riordinare e selezionare le 600 società scientifiche (davvero troppe) che dovrebbero dare contenuti, orientare la clinica, insomma recuperare credibilità. Gli odontoiatri, protagonisti ed in prima linea a dimostrare alla politica che occorre reinvestire in formule di prevenzione premiante per il paziente e nel lavoro a tappetto sui territori, hanno lanciato la loro campagna di impegno sociale per i meno abbienti ed incassato l’applauso di tutti. Sembra banale, ma non lo è: andare con dentifricio e spazzolino nelle scuole a far vedere come si lavano i denti può salvare intere generazioni, mi ha ripetuto il presidente degli Odontoiatri di Ravenna, che ha lanciato un grido di allarme contro i dentisti-operai low cost di multinazionali , che usano materiali low cost e obbligano a tempi impossibili come in una catena di montaggio e che illudono la gente che si possa andare dal dentista come al supermercato. Insomma, anche la proletarizzazione dei medici è in corso ed è stata sdoganata a Rimini. La ministra Beatrice Lorenzin nel suo intervento l’ha citata ed ha promesso che il governo investirà presto denari per i precari della sanità.
SENSAZIONI E COMMENTI
A Rimini, città di vacanze da tempi moderni, che sta recuperando sempre più anche radici antiche, la melanconia felliniana del film Amarcord non manca mai. Ed i buoni sentimenti sono stati anche il leit motiv della kermesse medica. Perfino i giovani medici non hanno portato conflitti, come si addice ai giovani, ma lodevoli sentimenti e qualche dubbio da spaesamento. Un video sincero e buonista (Medincanto – La cura di te, di Nicolosi, Colella, Lesa, Lucchetta, Genoviva, Contadini) ha commosso la ministra Beatrice Lorenzin: a suon di musica leggera,giovani dottori amorevoli e compassionevoli operano in ospedale con un sorriso ostinato, nonostante tutto, verrebbe proprio da dire. Il cuore dei medici c’ è , nulla da eccepire, ma la testa che dice? Per raggiungere tutta questa serenità immanente, occorrerebbe forse recuperare il medico “spaesato, quello che oggi è stato svuotato dalla testa ed imprigionato nella non più prestigiosa residenza della sanità. Di tutto questo si è accennato ma discusso in realtà poco a Rimini. Se ne è accorto però Tonino Aceti, responsabile di Cittadinanzattiva e del Tribunale del malato, nella sessione Come ci vedono gli altri. “E’ una professione imbrigliata senza le giuste risorse”, ha detto Aceti, con una buona parte della revisione del decreto appropriatezza che è finito diritto nella nuova lista della spesa che aggiornerà i livelli essenziali di assistenza, dopo una decina di anni. “ Potevate fare di più”, commenta Aceti rivolto ad una Federazione che conto 400 mila iscritti. Aceti sottolinea la confusione dei piani di lavoro da parte della ministra della salute, cioè del Governo. Dopo lo sciopero in piazza, i sindacati dei medici si sono accontentati della sospensione delle sanzioni penali, non si è andati oltre, questa è la verità. E’ stato partorito il testo delle cure appropriate nel nome della scelta clinica del medico, ma con criteri di pura ragioneria, non di valore clinico. Di tutto questo non si è udita la eco nella kermesse riminese, che ha accolto la ministra Beatrice Lorenzin come una di famiglia. E sappiamo bene quanto la ministra sia abile nella comunicazione empatica, che narra la politica partendo dalla sua storia personale, da episodi toccanti, da questioni private. Ad un medico di famiglia di Cosenza che in sala rompe il silenzio e le chiede se sia possibile mandare certificati o subire richieste di diagnosi con whatsapp, la ministra risponde: “Anchio ho mandato la foto di una dermatite al pediatra di mio figlio, in questo modo.” Concreta, rapida, verace, ma astuta, la ministra parla di paradigma che deve cambiare, perché la salute è un investimento, e tagliare sulla sanità proprio non si può più. Tuttavia, è più forte di tutto, nei ragionamenti dei politici si confondono sempre le esigenze della organizzazione della sanità con la buona cura del paziente. Ed anche la Lorenzin torna a rinchiudersi e a rinchiudere tutti nel castello dei medici fantasma, nel nome della medicina amministrata, alla ricerca di denari per i farmaci innovativi e la ricerca biomedica che va sdoganata al più presto, ma è tutto qui. La ricerca del paradigma perduto spetta ad altri, questo è chiaro e non è poco.