Pubblicato: mar, 23 Giu , 2015

Marina militare: l’ufficiale che non volle sversare inquinanti in mare

L’ufficiale David Grassi ha portato con onore la divisa della Marina e si può definire un orgoglio per l’Italia.

 

di: Desirè Sara Serventi

 

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Una vicenda con delle ripercussioni per l’ufficiale David Grassi responsabile di propulsione e generazione elettrica della nave Maestrale della Marina militare, che rifiutò di eseguire l’ordine del suo superiore di sversare in mare rifiuti inquinanti per tutelare l’ambiente, e per lui scattò un procedimento disciplinare. Fu asserito che il suo fu un comportamento scorretto e di cattivo esempio sia per il personale della nave che per la bandiera e la Marina. Fu la sentenza del Tar a dargli giustizia riconoscendo che il suo comportamento era stato preventivo nei confronti dell’ambiente.

Durante una missione internazionale del 2002 lei si rifiutò di eseguire l’ordine di un suo superiore, vuole raccontare la vicenda?

Tutte le navi hanno degli impianti per la gestione dei rifiuti che vengono prodotti a bordo. Nella nave in cui mi trovavo c’erano delle difficoltà con l’impianto di gestione dei liquidi di sentina.

Di cosa si tratta?

Gli impianti delle navi, in particolare l’impianto di propulsione, hanno frequentemente perdite di lubrificanti e liquidi oleosi che vengono raccolti e trattati da un impianto che si chiama separatore dei liquidi di sentina, l’acqua viene separata dagli idrocarburi e può essere riversata in mare se contiene pochissime parti di idrocarburi, gli idrocarburi vengono invece stoccati per essere conferiti in porto ad aziende specializzate. I trafilamenti degli impianti della nave erano cospicui e il separatore non funzionava.

Come avete risolto il problema?

Il mio superiore intendeva sversare in mare questa quantità di acqua e idrocarburi.

Lei cosa fece?

Dissi al mio superiore che se avesse messo in atto azioni non legali avrei denunciato il fatto.

Fu quello che fece?

La nave arrivò in porto per conferire i rifiuti ed io subii un procedimento disciplinare.

Vuole essere più preciso?

A seguito di una nota presentata dal mio superiore al comandante della nave, si sosteneva che il mio comportamento fu scorretto e che ero stato di cattivo esempio per il personale della nave e per la bandiera e la Marina, e fui punito con dei giorni di consegna di rigore. Continuavo a svolgere le mie normali mansioni di responsabile degli impianti di propulsione e generazione elettrica della nave, ma venni tenuto sotto sorveglianza in ogni spostamento.

Lei fece ricorso?

Rientrato in Italia mi sono rivolto al Tar della Liguria per fare chiarezza sulla vicenda intentando un ricorso avverso al Ministero della Difesa.

Ha vinto il ricorso?

Ho vinto il ricorso nel 2014. Il Tar ha riconosciuto che il mio comportamento è stato preventivo rispetto all’inquinamento del mare e senza la mia intransigenza sarebbe stata presa una decisione diversa.

Dopo la denuncia ha continuato a lavorare in Marina?

Sì anche se ho avuto delle ripercussioni sulla mia carriera.

Vuol essere più chiaro?

Volevo insegnare in Accademia Navale a Livorno. Quando si è presentata l’opportunità sono stato oggetto di ostracismo, ma soprattutto ovunque sia stato ho dovuto confrontarmi con il fardello di una punizione esemplare trascritta nel mio stato di servizio e molti superiori e colleghi mi contestavano di aver voluto essere intransigente e che se mi fossi interessato più a me stesso avrei evitato problemi.

Attualmente di cosa si occupa?

Sono transitato dal servizio militare a quello civile sempre nel Ministero della Difesa, sono un funzionario tecnico edile.

Perché decise di non eseguire l’ordine?

La soluzione prospettata dal mio diretto superiore era palesemente in contrasto non solo con l’etica dell’Ufficiale ma anche con i regolamenti dello Stato e di disciplina militare, e della tutela dell’ambiente verso il quale non vi era sufficiente attenzione.

Le navi militari sono vincolate a norme internazionali?

Le navi militari non sono vincolate a norme internazionali, perché dovrebbero essere ancora più stringenti i loro doveri e attenzioni riguardo alla tutela dell’ecosistema marino, tanto che intervengono anche in occasione di eventi di inquinamento con specifici mezzi e si perseguono i responsabili.

E’ stato punito chi intendeva sversare in mare le sostanze inquinanti?

C’è stata un’interrogazione parlamentare ma il Ministero della Difesa ha risposto che non sapeva della vicenda.

Il suo comportamento corretto è stato ripagato?

Intanto la nave rientrò in porto e fu proprio grazie alla mia insistenza. La sentenza ha dato speranza a tanti che mi hanno manifestato la loro solidarietà e stima. Anche se la vicenda mi ha fatto soffrire ho onorato il mio giuramento con la difesa di un interesse più grande di quello di conformarsi ai superiori, scegliendo e ottenendo la tutela dell’ambiente.

Un atto di coraggio quello dimostrato dall’ufficiale che venne punito per la corretta condotta nei confronti dell’ambiente. A gran voce si può dire che David Grassi ha portato con onore la divisa della marina, e si può definire un orgoglio per l’Italia.

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