Pubblicato: mer, 16 Dic , 2015

Mai li sfiora che sarebbe più dignitoso andarsene

Matteo Renzi si è celebrato con consueta enfasi alla Leopolda di Firenze. A pochi chilometri, ad Arezzo, migliaia di piccoli risparmiatori sono stati truffati e hanno perso tutto.

 

C’è una banca ad Arezzo, la Popolare Etruria, un istituto che, oltre ai soldi di tanti piccoli e medi investitori di una provincia laboriosa, ha custodito i segreti di quella parte della città di Arezzo cattomassonica; nei suoi forzieri Licio Gelli ha custodito il “conto Primavera”, Mario Lebole, consigliere d’amministrazione della banca, fondatore di uno dei più importanti esempi di industria del tessile italiano, piduista fidato del Venerabile, venne trovato, nel 1983, in casa sua ucciso con un colpo di pistola alla tempia, nel 1992 fu Emilio Mannucci, vicepresidente della banca, a togliersi la vita in circostanze dubbie e controverse.

LeopoldaDa qualche anno è finita sotto l’esame, non sappiamo quanto scrupoloso, degli organi di vigilanza. Due ispezioni di Bankitalia, nel 2012 e nel 2013, portarono a una maxi-multa per 18 tra sindaci e amministratori e tra questi Pier Luigi Boschi, vicepresidente, ex democristiano e padre dell’attuale ministra per le Riforme e i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi. Era divenuto vicepresidente nel maggio 2014, tre mesi dopo la nomina a membro del governo della figlia.

Gli fu inflitta, per la sua attività di consigliere d’amministrazione mantenuta per tre anni, una multa di 144mila euro a causa di “violazioni di disposizioni sulla governance, carenze nell’organizzazione, nei controlli interni e nella gestione e nel controllo del credito e omesse e inesatte segnalazioni alla vigilanza”

A febbraio di quest’anno la Banca d’Italia ha commissariato la Popolare Etruria per la pessima gestione dei crediti e per perdite eccessive; sono state inoltre riscontrate le troppe sofferenze di clienti importanti. Si parla anche di fidi spericolati che gli amministratori si sarebbero auto assegnati. Il 21 novembre la Banca d’Italia ha disposto, con provvedimento approvato dal ministro dell’Economia, l’avvio della risoluzione di Banca Etruria e pertanto dal 22 novembre la banca aretina non è più in amministrazione straordinaria ma, appunto, in risoluzione; lo stesso giorno il governo Renzi, del quale la Boschi è ministra, con decreto salva 4 banche: Banca Marche, Cari-Chieti, Cari-Ferrara e appunto la Popolare Etruria.

La Ue, tramite il commissario europeo ai servizi finanziari, Jonathan Hill, fa sapere che le 4 banche salvate vendevano prodotti inappropriati a persone che molto probabilmente non sapevano cosa compravano.

Il decreto di salvataggio varato dal governo Renzi, tecnicamente non è un salvataggio di Stato, dato che i soldi necessari li mettono le altre banche presunte sane, in pratica i risparmiatori , e si tratta di ben 3,6 miliardi. Il decreto ha azzerato il valore delle obbligazioni subordinate. Ebbene, la banca Etruria aveva immesso nel mercato un numero eccessivo di obbligazioni subordinate, anche a clienti non adatti e forse ignari presumibilmente promettendo rendimenti più alti. Sono obbligazioni che espongono a rischi molto elevati e in caso di crac i possessori di questi bond sono creditori di serie B, il diritto di essere risarciti arriva dopo altri soggetti, come i dipendenti, i correntisti o i sottoscrittori di bond ordinari, e anzi essi concorrono a ripianare le perdite. E con il decreto del governo, dunque, i sottoscrittori di subordinate hanno perso tutto. Va aggiunto che le obbligazioni subordinate emesse dalle banche italiane e ancora in circolazione ammonterebbero a 60 miliardi.

I risparmiatori a cui sono state vendute obbligazioni subordinate da Popolare Etruria, e nonostante le difficoltà dell’istituto facessero presumere altamente probabile la rovina dei compratori, sono decine di migliaia e avrebbero perso una media di 30mila euro a testa. Un pensionato di 68 anni che aveva sottoscritto per circa 100mila euro, tutto quello che aveva, in simili titoli truffaldini, perché pressoché certa ne era la perdita, si è suicidato.

Il ministro dell’Economia, Padoan, ha annunciato un fondo speciale di governo e istituti per aiutare gli obbligazionisti truffati. Non si sa se sarà o non sarà la Consob a stabilire chi ne beneficerà. Non c’è ancora nulla oltre l’annuncio, ma tuttavia quel che sembra certo è che si tratterà, secondo quel che si ipotizza, di circa 80 milioni, ma le perdite degli acquirenti di subordinate si calcolano in 340 milioni. Così sarebbe un risarcimento del 23% del maltolto: circa 7.600 euro a testa , a fronte di una media di 30mila euro di investimento pro-capite. E da alcune fonti pare che le quattro banche abbiano emesso subordinate per circa 768 milioni.

E’ coinvolto il padre della ministra e pure il fratello è stato il dipendente dell’Etruria e ha curato il settore crediti. Al momento in cui è stato varato il decreto di salvataggio delle 4 banche compresa l’Etruria, la Boschi era componente dell’esecutivo che lo ha adottato. Un uomo è morto e decine di migliaia di risparmiatori hanno perso tutto, ma né la Boschi né altri se ne sentono responsabili. Anzi è più probabile parlino come il Marchionne di Crozza “non voglio che mi ringraziate”.

E cosi Matteo Renzi si loda da sé tra i lacchè alla Leopolda e c’è anche la Boschi e l’applaudono, esattamente come altri servitori e fans applaudivano Berlusconi all’ennesimo avviso di reato. Cosa dire: si comportano con tale imperturbabilità come se nulla importasse loro di confermare l’opinione corrente che non si tratti di una classe dirigente ma di una antropologia di approfittatori.

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