Pubblicato: lun, 14 Apr , 2014

Legge 40: la politica agita vecchi fantasmi per negare i diritti

Lo  scambio degli embrioni in provetta a Roma  contro la fecondazione  eterologa, nasconde vecchi trucchi che dobbiamo  imparare a riconoscere
Eugenia Roccella

Eugenia Roccella

“Provetta selvaggia” è da dieci anni il titolo più ambito dai politici del no. Quelli del qui in Italia non si deve fare, andate fuori casa, dove lo potete fare e chissà perché pure meglio. Invece di fare i controlli e di mettere in sicurezza i medici ed i centri soprattutto pubblici, viene chiusa la porta, in particolare da Roma in giù. Era già successo con la diagnosi genetica di pre-impianto che per anni, nonostante non ci fosse il divieto, si continuava a bloccare, insinuando che i centri, soprattutto pubblici, non potessero organizzarsi per la deprecabile eugenetica (forse la selezione della razza?). Nel frattempo, però, si delegava e rafforzava di fatto e chissà perché, un unico centro privato, espertissimo, ma unico in Italia, il Genoma. Misteri della politica vetero teodem italiota. Così la diagnosi genetica di pre-impianto sparì per sempre dal servizio sanitario e si chiusero il centro pugliese pubblico presso l’Istituto Stefano De Bellis di Castellana Grotte e si smantellò, poi, la genetica dell’ospedale Microcitemico di Cagliari, dove oggi si fanno i prelievi per la diagnosi genetica sugli embrioni, come ordinato dalla recente sentenza del tribunale di Cagliari, ma si spediscono a Roma, all’unico centro privato rimasto sempre attivo con laboratori all’avanguardia, ma pressocchè monopolista assoluto. L’Università e la ricerca italiana al buio. Nessuna strategia per reinvestire denari calibrati nel pubblico in grado di farlo, questo è il dato. Anche nel Lazio il centro pubblico Sant’Anna – che è stato ordinato dal tribunale di Roma di fare la diagnosi genetica sugli embrioni di una coppia che aveva fatto ricorso per violazione del diritto a conoscere lo stato di salute dell’embrione – non ha ottenuto dalla Regione Lazio, come richiesto dal responsabile il dottor Antonio Colicchia, un minimo impegno di spesa per diventare autonomo perchè si è preferito spedire e pagare il laboratorio super attrezzato del Genoma, in barba ad una minima strategia di investimento pubblico che avrebbe richiesto circa 80 mila euro per completare l’attrezzatura del laboratorio del Sant’Anna,  destinato a durare nel tempo
E come la manna caduta dal cielo, anche dopo la sentenza della Corte Costituzionale che cancella il divieto di accesso alla fecondazione con donazione, questa volta arriva il caso di cronaca bianca, di errore in sanità o di laboratorio, una notizia del 4 dicembre scorso, che aiuta a sbandierare i fantasmi dei rischi del laboratorio pubblico della provetta, con cui è abilissima a giocare la deputata vetero teodem Eugenia Roccella. Che non manca di accostare l’evento dello scambio di embrioni dell’ospedale Sandro Pertini di Roma con i pericoli della donazione dei gameti in Italia.

Ma cosa c’entra? Nulla, per l’appunto, è solo una irresponsabile valutazione per anticipare quella che si presenta come una strategia per rispolverare i cavalli di battaglia di sempre, pronti a sabotare la normalizzazione del nostro Paese, l’ingresso in Europa dove già esistono banche dei gameti certificate, a cui ogni cittadino italiano può tranquillamente accedere per poi, andare in un centro italiano e pare, subito dopo la pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale, chiedere ed ottenere che quella sentenza venga resa esecutiva. Troppo facile, forse? Certo, troppo per quelli del no qui non si deve fare, che però alimentano spese folli e ingiuste a danno dei cittadini e grandi vantaggi economici per pochissimi oligopolisti.
La novità però è dietro la porta, forse ancora poco nota, ma esiste all’orizzonte, in Europa: i cittadini potranno diventare attivi con un’ azione risarcitoria contro le inadempienze dello Stato, che rinvii l’eseguibilità dei diritti assoluti, ribaditi dalla Corte Costituzionale, come è nel caso della fecondazione con donazione o il diritto alla prestazione della diagnosi genetica di pre-impianto in tutte le strutture autorizzate dalla legge, private e pubbliche.

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