Pubblicato: dom, 25 Mag , 2014

Legalità, il  nuovo codice etico sprona i medici contro la cattiva sanità

Il nuovo codice deontologico ha un cuore che batte per una sanità equa ed accogliente con una classe medica più responsabile

Codice dei mediciPer i medici è stato approvato il Codice di Torino. Lo chiamano così da qualche giorno, il nuovo codice etico degli ordini professionali dei medici e degli odontoiatri. Riscritto a Torino, dopo otto anni dal precedente, sostenuto da centoquaranta votazioni a voto palese ed elettronico, una discussione con oltre trecento emendamenti sulla prima bozza e con la partecipazione attiva degli odontoiatri, pur senza potere di voto in base all’ordinamento vigente. Ma a cosa serve il codice etico dei medici? “E’ una bussola” per chi ne esercita la professione e deve muoversi nel mare magnum di una domanda di salute che è sempre più complessa e che si mescola con quella ben più ampia di felicità (come la medicina estetica o potenziativa), ha spiegato a Roma, il presidente della Federazione nazionale degli ordini e senatore Pd, Amedeo Bianco.  Non ce n’era bisogno, hanno replicato i due presidenti astenuti, quelli degli ordini di Milano e Bologna, che minacciano di non volerlo riconoscere, preferendo il testo del 2006. Alcuni sospettano, però, che lo scontro dipenda solo dal clima pre-elettorale interno alla galassia dei 101 ordini professionali in lizza per le cariche alte di questo colosso organizzativo, che è la Federazione nazionale dei medici e degli odontoiatri, difficile da governare. Eppure alcune questioni contestate sembrano proprio di  merito, come quella di rendere più insidiosi gli obblighi assicurativi, che la legge pone già in capo ai professionisti e di cui non si comprende l’inserimento nel codice della professione. Infine, per altri ancora non doveva essere cancellata la parola eutanasia per convertirla in una perifrasi: “Atti finalizzati a provocare la morte”. Conti alla mano, i presidenti che hanno votato per il no sono dieci, ecco perchè non è stato facile il conclave della Federazione, anche se una maggioranza  di ottantasette  ha approvato  e solo due sono stati gli astenuti, mentre l’unanimità è stata raggiunta nell’articolo che sollecita la lotta all’abusivismo.

Sanità pubblica: squillo di trombe anticorruzione

Tra i nuovi articoli, oltre alla medicina potenziativa, quella militare, l’applicazione delle tecnologie informatiche in sanità, vi è un articolo , il 79, che suona come uno squillo di trombe per i dipendenti di un’azienda.. Un vero e proprio stimolo perchè i medici siamo protagonisti del miglioramento della qualità dei servizi offerti, “opponendosi ad ogni condizionamento che distolga dai fini primari della medicina”. Con un richiamo esplicito all’appropriatezza dentro l’organizzazione sanitaria. Frutto di una cultura della sanità pubblica che si riafferma nella dovuta alleanza  e  relazione medico – paziente, ma soprattutto nella responsabilità di chi le cose è tenuto a conoscerle e a farle rispettare per il bene pubblico, questo articolo è destinato a pesare o a non piacere.

Cancellata la parola eutanasia perchè  la buona morte è il goal della medicina

Non si dice nè si scrive più eutanasia, perchè le parole distorte portano cattivi frutti. Sembrerebbe questo il monito che ha incriminato l’articolo 17, in cui il medico, anche su richiesta del paziente, non deve effettuare nè favorire atti finalizzati a provocare la morte. “Una polemica fine a se stessa” secondo il presidente FNOMCeO Amedeo Bianco, la parola eutanasia significa buona morte, dunque di per sè rientrerebbe sempre negli obiettivi del medico. Lo raccontano già le cure palliative ed il rispetto dovuto all dignità e alle volontà del paziente, diverso sarebbe provocare la morte con atti specifici a cagionarla. L’operazione di aggiornamento era necessaria alla luce  dei quattro allegati: il giuramento professionale e tre documenti di indirizzo applicativi sul conflitto di interesse, la comunicazione su internet e il tema caldissimo della sperimentazione. Le cronache giornaliere ce lo hanno raccontato.

Fecondazione medicalmente assistita

Rispetto alla fecondazione medicalmente assistita, il codice etico fa pulizia di dettagli obsoleti, che fino a ieri, entravano nel merito dell’accesso, ma che oggi  è stato riscritto dalle sentenze della Corte Costituzionale. Ed ecco il recupero della sentenza della Consulta il n°151/2009 che ha ricollocato al centro della relazione con gli assistiti  la competenza e la responsabilità medica. Altri, poi sono i passaggi, dove la pulizia semantica, ma non formale, si è fatta strada. Come per il divieto della famigerata selezione “eugenetica”, all’origine di tanti fraintendimenti contro la diagnosi genetica sull’embrione, oggi si scrive divieto di  selezione “etnica o genetica”, decisamente un’ altra cosa. Un tono più preciso sembra tornare dal contorno di tanti articoli, anche sulla obiezione di coscienza, che lo si ribadisce “non può mai esimere il medico dagli obblighi e dai doveri inerenti la relazione di cura nei confronti della donna”. Infine, un articolo già preesistente, ma che oggi  suona come nuovo, è quello che descrive un sostegno forte da parte del medico alla cultura della donazione di organi, tessuti e cellule, collaborando all’informazione dei cittadini e sostenendo donatori e riceventi. Dunque, cade a pennello nel dibattito sull’organizzazione dei centri di procreazione medicalmente assistita, pubblici e privati, per la donazione dei gameti alle coppie sterili. Il sostegno culturale dell’etica medica c’ è già, scritto nero su bianco. Non è così, presidente Amedeo Bianco? “Si, certo, se la fecondazione con donazione (eterologa) torna , come pare, ad essere legale” –conferma Amedeo Bianco.

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