Le start up cercano personale ma non lo trovano
Uno studio sugli startupper italiani ci mostra i loro bisogni e le figure più introvabili
Contrariamente alla percezione comune, le startup italiane sono tante, si va dalle 424 in Lombardia alle 84 in Sicilia ed è stato da poco istituito un Osservatorio per raccogliere dati sulle nostre imprese neonate e le impressioni dei loro imprenditori. Da un campione esaminato è emerso che il 40% è in cerca di risorse umane, il 38% di esse vorrebbero assumere entro i prossimi sei mesi ma il 65% ritiene che l’offerta, ovvero coloro che si propongono sul mercato del lavoro, non siano adatti o non abbiano le conoscenze richieste. Ci sarebbe quindi uno squilibrio tra ciò che viene richiesto e ciò che viene offerto o più semplicemente questa domanda e offerta non si sono ancora incontrati. Probabilmente chi ha le capacità è già impiegato e non sta cercando altro. Tra le figure più introvabili spiccano i programmatori, social media marketer ed esperti di amministrazione.
Dall’indagine emerge un dato molto positivo, la voglia di fare impresa è crescente e più della metà degli startupper hanno una mentalità aperta ad un eventuale fallimento e che i loro principali desideri sono una minore peso della burocrazia, un ampia digitalizzazione e aumento di capitali privati. Intanto mentre non trovano il personale di cui necessitano, la disoccupazione giovanile conferma il trend in crescita. Qualcosa sembra andare storto, forse nella paga. Luigi Capello, amministratore delegato di LVenture group che ha commissionato lo studio afferma: «La creazione di un ecosistema che metta in circolo virtuoso startup, capitali privati e know-how accademico potrebbe aiutare decisamente lo sviluppo di queste nuove realtà e favorire la realizzazione di un’Italia più meritocratica, innovativa ed efficiente che è in cima ai desideri di chi opera nelle nuove imprese».