Pubblicato: mer, 8 Gen , 2014

L’Aquila, tangenti per la ricostruzione: si dimette vicesindaco Riga (Pd)

L’inchiesta “Do ut des” rivela un sistema corruttivo radicato nel tempo e nel territorio

 

 rigaLa decisione è arrivata in tarda mattinata. Si è dimesso Vincenzo Riga, vicesindaco del Comune de L’Aquila ed esponente del Partito democratico, al quale è stato notificato un avviso di garanzia per presunte tangenti nell’ambito dell’inchiesta “Do ut des”. Le indagini, avviate dalla procura della Repubblica del capoluogo abruzzese nel 2012 per fatti commessi tra il mese di settembre 2009 e il mese di luglio 2011, rivelano l’esistenza di un sistema corruttivo, radicato nel tempo e nel territorio.

“Un fulmine a ciel sereno – ha commentato Riga, che all’epoca dei fatti era assessore all’Urbanistica -. E’ una vicenda che non conosco. Confido nell’attività della magistratura, che faccia il suo corso. Le mie azioni sono pienamente tracciabili. Fornirò gli elementi per mettere in evidenza la piena estraneità ai fatti che mi si addebitano”.

Il sindaco aquilano, Massimo Cialente, non ha nascosto la delusione per l’accaduto “mi sento tradito”, ha sottolineato, “è necessario fare piena luce sulla vicenda, L’Aquila non ha bisogno di ombre in questo momento”. Probabilmente, proprio le parole del Primo cittadino hanno indotto Vincenzo Riga alle dimissioni.  “Mi tiro da parte – ha spiegato il vicesindaco, dopo avere riflettuto sull’opportunità di rimettere il suo incarico nelle mani di Cialente – perché l’amministrazione comunale, il sindaco e la Giunta possano continuare a lavorare in tranquillità e perché il bene generale della città, per me, conta molto”.

L’attività investigativa, si legge nella nota della Polizia di Stato, ha preso le mosse da alcuni accertamenti eseguiti durante un giudizio in sede civile tra due imprese edili per il puntellamento di palazzo Carli, sede del Rettorato dell’Università de L’Aquila. In particolare, da intercettazioni telefoniche e ambientali successive, sono emerse condotte indebite di imprenditori che, con l’intenzione di procacciare lavori per le proprie imprese, hanno trovato la disponibilità corruttiva in alcuni amministratori pubblici aquilani, assessori, consiglieri o funzionari comunali.

Tutti disposti a dare pur di ricevere. Gli indagati, a diverso titolo, sarebbero responsabili, di millantato credito, corruzione, falsità materiale e ideologica. Sarebbe stata accertata, inoltre, l’appropriazione indebita attraverso la contraffazione della documentazione contabile della somma di 1 milione e 268 mila euro per pagare l’esecuzione di lavori. L’ammontare delle dazioni illecite, corrisposte in denaro o in beni (nello specifico i Map, moduli abitativi prefabbricati del valore di 40 mila euro ciascuno) ammonterebbe, invece, a 500 mila euro.

L’operazione ha richiesto l’intervento di quaranta agenti delle Questure de L’Aquila, di Perugia e di Teramo che hanno eseguito tredici perquisizioni, presso ditte, studi professionali, uffici comunali e presso l’Asl cittadina. Le Forze dell’ordine sono state impegnate, poi, nell’esecuzione di quattro misure cautelari domiciliari nei confronti del direttore del settore Ricostruzione pubblica e patrimonio comunale (all’epoca dei fatti consigliere comunale e delegato del Comune per il recupero e la salvaguardia dei beni costituenti il patrimonio artistico della città); il direttore del Consorzio dei beni culturali della Provincia dell’Aquila e assessore comunale alla Ricostruzione dei beni culturali; un dipendente del Consorzio dei beni culturali della Provincia e un funzionario Responsabile Centro-Italia della Mercatone Uno s.p.a.

Sono, invece, indagati ma in stato di libertà e sottoposti a perquisizione domiciliare e presso gli uffici di appartenenza, il direttore del settore Ricostruzione pubblica e patrimonio del Comune de L’Aquila (all’epoca dei fatti funzionario responsabile dell’ufficio Ricostruzione del Comune), un ingegnere (all’epoca dei fatti direttore e progettista dei lavori per le opere provvisionali di messa in sicurezza di palazzo Carli), un imprenditore e il vicesindaco (all’epoca dei fatti assessore comunale all’Urbanistica).

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