La Serbia alle soglie dell’Europa
In cantiere il difficile ingresso della Serbia in Europa
Dal 2014 Belgrado avvierà le trattative diplomatiche per entrare nell’Unione Europea, ipotesi nata l’anno scorso dal Primo Ministro serbo Ivica Dačić.
L’ingresso della Serbia sarà però irto di difficoltà, all’interno del continente è ancora troppo vivo il ricordo dei crimini in Kosovo, nonostante i tentativi del Premier di riabilitare il Paese. La visita di pace in Kosovo dello scorso aprile non ha placato gli animi tra i serbi e i kosovari, che rappresentano tutt’ora una mina sull’orlo dell’esplosione.
Dopo l’annuncio del primo Gay Pride a Belgrado, annullato repentinamente per l’eccessivo rischio di scontri e soprattutto dopo il violento esito dell’apertura dei seggi elettorali kosovari alla popolazione serba del 3 novembre, risulta ancora evidente l’impossibilità di fornire al paese un aspetto di pace e tolleranza tra le etnie.
Oltre all’opposizione diplomatica a cui si potrebbe andare incontro, la Serbia dovrà tenere in considerazione anche l’opinione dei cittadini europei: la nuova normativa sull’allargamento prevede che i paesi europei abbiano la possibilità di esprimere il loro consenso mediante referendum sui paesi in procinto di far parte dell’UE.
Con l’ombra del regime di Milošević ancora così presente, il Paese corre il rischio di incappare proprio nella possibilità del referendum, le cui sorti sarebbero del tutto imprevedibili. Tuttavia l’ingresso rappresenterebbe il trampolino verso un nuovo inizio, soprattutto grazie alla rete comunitaria di protezione e tutela dei diritti umani, che potrebbe limitare sul nascere ulteriori fenomeni violenti.