Pubblicato: ven, 23 Mag , 2014

Intitolazione atrio facoltà a Falcone e Borsellino: è polemica

La targa sarà inaugurata in occasione dell’anniversario della strage di Capaci, la targa commemorativa dedicata ai due giudici. Ma alcuni studenti protestano

 

 

La Casa dei Padri Teatini di San Giuseppe, a Palermo, gioiello del barocco siciliano, ospita dal 1805 la facoltà di Giurisprudenza. Un tempo, questa grandiosa costruzione, tornata allo splendore grazie agli imponenti lavori di restauro completati nel 2005, fu frequentata da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che proprio in questa facoltà si sono formati come giuristi e laureati, rispettivamente nel 1961 e nel 1962. All’interno del complesso monumentale, i due magistrati, divenuti simboli universalmente riconosciuti di lotta alla criminalità organizzata, hanno vissuto e calcato quelle aule, proprio come fanno oggi migliaia di studenti che, in quegli spazi, tra una lezione e un’altra, si scambiano informazioni, opinioni e speranze. È così che è nata la proposta dell’associazione ContrariaMente e di R.U.M. (Rete Universitaria Mediterranea) di intitolare il suggestivo atrio ai due giudici amici come due fratelli, prima ancora che colleghi.

Già due atenei italiani hanno intitolato le proprie aule principali a Falcone e Borsellino. Si tratta della facoltà di Giurisprudenza di Brescia e de La Sapienza di Roma; mentre proprio la città che ha dato ad entrambi i natali doveva “accontentarsi” di una semplice stele commemorativa, in cui ci si imbatte accedendo dal chiostro dell’ex Convento dei Teatini, prima dell’ampia scalinata che conduce all’aula Magna. Si tratta di un cippo marmoreo dedicato, oltre che ai due giudici, anche ad altri illustri ex studenti della facoltà, ovvero: Pietro Scaglione; Gaetano Costa; Rocco Chinnici; Giuseppe Montana; Antonino Cassarà; Antonino Saetta; Rosario Livatino e Francesca Morvillo. Tutti uniti dallo stesso tragico destino. Da qui, appunto, l’iniziativa di alcuni studenti di inoltrare la richiesta di avvio per l’iter di intitolazione dell’atrio ai due giudici uccisi nel 1992, protocollata lo scorso 7 marzo presso la segreteria della Scuola delle Scienze giuridiche ed economico-sociali .

Quell’iter, lungo e faticoso, conclusosi burocraticamente il 6 maggio, vedrà il suo termine ideale domani – venerdì 23 maggio – con la cerimonia d’intitolazione durante le celebrazioni in ricordo della strage di Capaci, alla presenza di esponenti delle istituzioni. Un grande evento volto a sensibilizzare non soltanto il mondo accademico, ma la cittadinanza tutta. Eppure non sono mancate le polemiche, culminate oggi e cioè proprio il giorno prima che venga sollevato il velo rosso posto sopra la targa commemorativa. Già in questi mesi, per la verità, non è mancato chi ha fortemente criticato la scelta di intitolare l’atrio della facoltà a Falcone e Borsellino, tanto da tentare di bloccare l’iniziativa. Lamentele e proteste che fortunatamente non hanno avuto la meglio. Adesso l’oggetto della contestazione di alcuni studenti è la “firma” aggiunta al ricordo dei due magistrati da parte delle due associazioni che hanno lanciato l’idea.

Non tutti gli studenti, infatti, hanno gradito «l’apposizione di una targa contenente un simbolo o una sigla riconducibile a qualsivoglia associazione». Pur ritenendo lodevole l’iniziativa, sottolineano che «la memoria è di tutti». «Una scelta, quella del riferimento alla R.U.M. nella targa, giunta nonostante già fosse stata fatta esplicita richiesta di non inserire alcuna firma. Infatti – scrivono indignati – nonostante il parere contrario espresso dagli organi rappresentativi, l’associazione ha insistito, vantando la titolarità dell’iniziativa per essersi fatti carico delle spese di realizzazione».

La replica di Salvo Di Chiara, presidente dell’associazione R.U.M. succeduto all’attuale assessore regionale Nelli Scilabra, non si è fatta attendere. «Tutte queste polemiche mi amareggiano profondamente e di certo non aiutano nella lotta alla mafia». Di Chiara ricorda inoltre che fino al 6 maggio (come detto prima, giorno in cui si è concluso l’iter amministrativo) nessuno si è mai opposto, né mosso critiche in tal senso, sollevando un tale polverone. «Poiché la targa non è stata offerta da Mattia Messina Denaro, ma piuttosto da un gruppo di ragazzi facenti parte di un’associazione antimafia per statuto e che da 10 anni organizza iniziative promuoventi la cultura della legalità fra gli studenti e la cittadinanza, riteniamo che gridare “allo scandalo” sia pretestuoso e distolga l’attenzione dall’unico e solo fine dell’iniziativa, ossia quello di rendere onore ai due emblemi universali della lotta al crimine organizzato dedicando loro lo spazio che hanno frequentato per anni come studenti universitari». Nella nota si ribadisce inoltre la motivazione più autentica che ha spinto ContrariaMente – R.U.M. alla realizzazione della manifestazione, a cui parteciperanno il presidente del Senato Piero Grasso, la Prof.ssa Maria Falcone e la Dott.ssa Lucia Borsellino, e cioè: «rendere onore a tutte le vittime di Cosa nostra, attraverso l’intitolazione dell’atrio ai due più significativi esponenti, e sensibilizzare la cittadinanza e la comunità studentesca soprattutto a seguire il loro esempio».

Va detto, però, che ciò che balza all’attenzione è che i ragazzi che hanno presentato ai primi di marzo la richiesta per l’intitolazione dell’atrio (approvato da tutti gli organi di Governo competenti), hanno sin da subito incontrato parecchi ostacoli, se non addirittura dei veri e propri muri da parte di quelle stesse associazioni che, non riuscite nell’intento di ostacolarli, oggi protestano per quel nome citato, additando gli artefici come “affetti da manie di protagonismo”. E allora viene da pensare che le motivazioni che li hanno spinti a sollevare un tale polverone siano ben altre.

Intanto, in virtù delle iniziative e delle attività svolte, l’associazione ContrariaMente – R.U.M. ha vinto il Premio Rocco Chinnici 2014, la cui cerimonia di consegna si terrà a Piazza Armerina il 31 maggio. «Non crediamo affatto – conclude Di Chiara – che un così importante riconoscimento possa essere assegnato a “strumentalizzatori” delle vittime. Rivolgiamo, pertanto, l’invito a celebrare nel migliore nei modi, e nel rispetto della loro memoria, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tutte le vittime della mafia».

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