Intervista alla senatrice di Sel Alessia Petraglia.
La speranza che nasca un movimento nazionale ed europeo per la riscossa del lavoro e dei lavoratori, rispetto allo 0,5% di individui che sulla crisi si è arricchito.
E’ ancora un momento drammatico per il nostro Paese. La crisi morde e la classe dirigente è quella innominabile di Roma. Abbiamo sentito la giovane senatrice di Sel Alessia Petraglia, eletta in Toscana: un volto per sperare.
1) Berlusconi sosteneva che essendo stato eletto non avrebbe dovuto sottostare al controllo della giustizia, Renzi non eletto dismette i diritti dei lavoratori, la polizia, nonostante i delitti al G8 di Genova, continua a manganellare e ferire coloro che difendono il lavoro e per la brutale morte di Stefano Cucchi nessuno è colpevole, il Parlamento approverà un bavaglio per l’informazione anche on-line. E’ un regime strisciante. Cosa dobbiamo attenderci ancora e voi parlamentari di Sel siete pronti a resistere?
La storia degli ultimi venti anni è segnata da momenti ed episodi gravissimi che hanno messo in pericolo la tenuta della nostra democrazia e compromesso la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni.
Stiamo vivendo una legislatura difficile che spesso ha sfiorato i confini delimitati dalla nostra Costituzione. Il Parlamento, unico organo eletto dai cittadini, è messo ai margini e ridotto al ruolo di ratificatore delle decisioni del Governo, mentre in nome del taglio dei costi della politica si va a colpire l’essenza della democrazia. SEL si opporrà con forza a qualsiasi tentativo di smantellamento della Costituzione, ferma restando la disponibilità ad affrontare seriamente il tema delle Riforme, mettendo al centro l’interesse generale e non una vaga idea di democrazia plebiscitaria in cui il voto è una delega in bianco.
2) Renzi e Confindustria duettano d’amore e d’accordo, Marchionne, cittadino svizzero che ha portato le sedi della Fiat all’estero, ha detto, riferendosi al mercato del lavoro, che necessita togliere “rottami dai binari” e Renzi “l’abbiamo messo là per quella ragione lì”. E’ la debacle della sinistra, quando il suo maggior partito si colloca più a destra della destra. E quel che resta della sinistra, senatrice, appare debole nell’azione di contrasto. Noi ci chiediamo e Le chiediamo come potrà impedirsi che l’area del dissenso, dei marginali, non garantiti, disoccupati, sfiduciati venga monopolizzata da lepenisti, populisti, nuovi razzisti, fascisti
L’ascesa di Renzi e il consenso che gode in certi settori della società si commentano da soli. Il Presidente del Consiglio ha un’enorme responsabilità, quella di aver inseguito in maniera populista l’argomento dei giovani contro i vecchi da rottamare, degli operai “garantiti” perché hanno un posto di lavoro fisso contro i precari. La polarizzazione della politica rispecchia la polarizzazione della società, favorita da queste prese di posizione, e del tutto funzionale all’idea di democrazia plebiscitaria che citavo prima. Occorre lavorare ad una proposta alternativa, credibile, forte, in grado di essere interlocutrice per le aree sociali massacrate dalla crisi. Il populismo della Lega e le semplificazioni degli estremismi sono da condannare, ma se oggi vengono considerati credibili è perché non si è voluto vedere né dare risposte ai cittadini per i quali è la quotidianità il problema che la politica dovrebbe risolvere.
3) De Bortoli, non certo un tupamaros, ha avvertito qualche mese fa lo “stantio odore della massoneria” alla guida anche nelle ultime vicende italiane. Noi lo crediamo da più tempo. Il Pd è la città di Troia ormai debellata?
IL Pd renziano ha perso quell’identità di sinistra che tendeva a proteggerlo dall’influenza di lobby e interessi privati. E’ difficile capire, stando al di fuori, quanto ancora pesino quelle lobby. Il vaccino è una partecipazione attiva e vera, non un’attivazione limitata alle primarie. E’ una gestione trasparente dei partiti. Crediamo che quanto prima si debba arrivare ad una legge ad hoc che normi in maniera chiara come avviene in altri paesi il rapporto tra potere politico e lobby economiche e che renda la gestione dei partiti del tutto trasparente.
4) Criminalità organizzata e corruzione sono le due facce dello stesso mostro che è penetrato a fondo nella società italiana. Anche la Toscana, e da fonti ufficiali e attendibili, ne appare inquinata. Mi può dire qual è la sua percezione come persona da sempre impegnata nella società civile e l’azione di contrasto del suo partito?
Indubbiamente ci siamo a lungo illusi che la Toscana fosse immune alle infiltrazioni mafiose, anche se ormai da anni sappiamo che non è così. La corruzione rimane la grande malattia che affligge il nostro Paese e la nostro economia. Siamo intervenuti, in Parlamento, sull’articolo 416ter del Codice Penale sullo scambio politico-mafioso, ma occorre fare ancora molto. La criminalità organizzata è fortemente radicata, prospera dove c’è disagio sociale e dove manca lo Stato. Per sconfiggerla occorre dare risposte a tutto campo: riforme dei termini di prescrizione, leggi contro la corruzione e per la trasparenza, maggiore controllo sugli appalti. Ma anche rilanciare con forza la scuola pubblica, spesso l’unico presidio in territori dove è la mafia ad essere Stato.
5) Dove il welfare è forte le classi più deboli stanno meglio ed economia e società sono sane; l’Italia venne fuori dai disastri dell’ultima guerra e le classi lavoratrici progredirono grazie ad articolo 18, Statuto dei lavoratori, servizi sociali migliori. Ora il neoliberismo di Renzi si rivolge altrove. Concretamente in Toscana, terra nel passato di buoni servizi sociali, cosa dovranno aspettarsi i cittadini su sanità, asili nido, trasporti, tutela del lavoro?
I tagli che Renzi sta operando, prima fa tutti all’Irap, hanno una ricaduta pesante sul bilancio delle Regioni. In Toscana, pur tra luci ed ombre, si è provveduto già da tempo a rendere la spesa più efficiente ed i tagli che sono previsti in sanità e presentati da Renzi come ‘razionalizzazione’ sono in realtà tagli ai servizi che andranno a colpire le fasce più deboli. Sul tema dei trasporti si potrebbe aprire un capitolo intero: garantire una mobilità pubblica efficiente a costi sostenibili è per noi una priorità: eppure si continua a tagliare la manutenzione così come le corse, si riducono gli orari.
Per quanto riguarda la tutela del lavoro consideriamo, e concorda con noi per fortuna anche la minoranza del PD, il Jobs Act una scelta profondamente sbagliata, che oltre a garantire licenziamenti più facili mina a ridurre potere e diritti per i lavoratori attraverso le misure sul demansionamento. Misure gravi che non avranno neanche l’effetto di aumentare l’occupazione.
6) Mi dice qual è, a suo avviso, la tenuta dei diritti umani, delle libertà civili, l’eguaglianza senza distinzioni di sesso e colore della pelle in Italia?
Sarebbe eccessivo lanciare un allarme, però occorre non sottovalutare alcuni segnali. Sono ancora troppe le discriminazioni che le donne sono costrette a subire. Pensiamo anche solo mondo del lavoro e alla vergogna delle dimissioni in bianco, la legge contro le quali è ferma da mesi in Parlamento dopo essere stata approvata in prima lettura da una maggioranza trasversale e ampia. Non c’è, a mio avviso, una ragione oggettiva per non approvare questa legge, a parte la precisa volontà politica dettata dall’idea che questo tipo di discriminazioni siano accettabili, se non addirittura, un fatto necessario. Siamo al palo sui diritti civili e al palo rimarremo finché sarà Alfano a dettare la linea alla maggioranza (basti vedere che cosa è accaduto alcune settimane fa con i registri comunali dei matrimoni gay contratti all’estero). Il pericolo più grande, ad oggi, è costituito dal revival razzista della Lega di Salvini, abilissimo nel mediatizzarlo in un clima in cui è facile additare il diverso come colpevole.
7) Nelle sue assicurazioni mediatiche Renzi afferma che tra le sue maggiori preoccupazioni sta la scuola, ma, a suo parere, come inciderà la legge di stabilità su istruzione e diritto allo studio?
Questo Governo ha dato ampia prova che, al pari di quelli che l’hanno preceduto, la scuola non rientra tra le sue priorità. Almeno non la scuola pubblica, che per noi deve essere il cardine di tutto il sistema di istruzione. E’ lodevole l’impegno a stabilizzare circa la metà dei docenti precari, ma attendiamo di capire come il Governo intenda regolarsi con la recente sentenza della Corte di Giustizia Europea che impone l’assunzione dell’altra metà. Da parte nostra avevamo chiesto – invano – risorse aggiuntive allo scopo, ritenendo che si dovesse far di più per la stabilizzazione già a partire da questa Legge di Stabilità. Tolto questo, è difficile poter dire che il Governo Renzi sia in discontinuità con quelli che lo hanno preceduto in tema di scuola, oltre gli annunci e gli intenti, ben scritti e presentati, ma vuoti, de La Buona Scuola.
8) Non crede che la violenza, ormai insopportabile, sulle donne e sui più deboli e diversi non sia solo misoginia, omofobia e così via, ma soprattutto una inquietante crisi di civiltà, la difficoltà di ottemperare al contratto sociale che sta alla base dello stare insieme in ogni e qualsiasi comunità, incapacità su cui soffia una destra votata ad un cupio dissolvi?
Il problema è culturale. Indubbiamente, se davanti a proposte di legge contro l’omofobia la politica fosse meno tentennante, lancerebbe un segnale forte e chiaro di cui c’è assoluto bisogno. La violenza contro le donne è un fatto strutturale che deve essere contrastato e prevenuto con politiche attive che devono coinvolgere la scuola e tutte le realtà in cui si fa educazione, perché è da lì che occorre partire. C’è poi tutto il capitolo dei Centri Antiviolenza, realtà fondamentali per aiutare le vittime, lasciati da soli e senza fondi dallo Stato, che ancora deve erogare quelli – insufficienti – del 2013 né, in questa Legge di Stabilità, sono state previste risorse aggiuntive.
9) Mi può dare un suo giudizio sul M5S e sul suo fondatore?
Grillo ha riempito un vuoto ed è stato abile nel riuscire ad attivare in funzione anti-casta una grossa fetta dell’astensionismo. La contrapposizione piuttosto artificiosa con Renzi portata avanti dai media nelle ultime Elezioni Europee è stata determinante per portare il PD al 40%. Il M5S rappresenta comunque tanti cittadini e in quanto tale va guardato con rispetto e attenzione, soprattutto perché nei fatti sono molti i punti di contatto. Stare nelle istituzioni è ben più difficile che stare fuori ad insultare: i parlamentari M5S se ne sono accorti. Attendiamo che se ne accorga anche Grillo, con l’auspicio che il Movimento compia una maturazione democratica.
10) Senatrice, possiamo concludere questa intervista con una nota di speranza?
La speranza è che la crisi porti ad una maggiore presa di coscienza collettiva sulle storture del nostro sistema economico e ci nasca un movimento nazionale ed europeo per rivalutare il lavoro rispetto alla rendita: la riscossa del lavoro e della classe media rispetto allo 0,5% che sulla crisi si è arricchito.