Pubblicato: gio, 11 Gen , 2018

Immagini della crisi irreversibile di un modello di sviluppo

Mediocri attori s’agitano per un’ora sulla scena, chiedono voti per sé e promettono incredibili prestiti per chi ci crede, in uno spettacolo che non significa più nulla se non verrà vivificato dalla luce di un’idea, di un’utopia, che nei figuranti è inesistente

 

La giornata del cronista inizia con la lettura di alcuni dati relativi alla povertà in Toscana, forniti, nel 2017, dall’Istat: l’area della povertà assoluta in questa regione è stimabile a 53mila famiglie e a 119mila persone, con una crescita della povertà su base familiare dal 2% del 2008 al 3,2% del 2015. La popolazione che vive in famiglie in stato di grave deprivazione materiale è il 7% del totale. Nel 2007 le quote di indigenza erano attestate al 3,9%: il peggioramento dunque è molto forte. Il tasso di disoccupazione è cresciuto in un solo anno, dal 2015 al 2016, da 9,1% a 9,4%. Diminuisce la possibilità di avere lavori stabili e le politiche di welfare sono sempre meno sostenute. Quello che pure questi dati registrano è l’inesorabile declino, da ormai 10 anni, di un sistema, non una situazione contingente ma una crisi strutturale, non solo toscana o italiana ma mondiale. Il neoliberismo, che modella le economie globali, fallisce perché inefficiente e ingiusto.

Secondo stime della Caritas  per la zona del Valdarno aretino e in particolare per la città di Montevarchi, la più popolosa dopo il capoluogo, sarebbero circa il 5% del totale delle famiglie quelle che ricorrerebbero agli aiuti alimentari forniti nei punti di ascolto diocesani. Il numero dei bisognosi è in forte aumento. Nella casa famiglia gestita dalla Caritas a Montevarchi, alla data del 02.01.2018, si trovavano ospitate 34 persone, di cui 2 su 3, pertanto circa 22, di nazionalità italiana. Nella maggior parte dei casi non si tratta di classici barboni, alcuni, dice il responsabile della Caritas don Mauro Frasi, tenevano perfino impresa e avevano numerosi, anche decine di addetti alle loro dipendenze e comunque i nuovi indigenti hanno conosciuto, quasi tutti, una passata dignità. I motivi per cui si scivola sono riconducibili a un tipo di sviluppo che si regge sulle illusioni che è in grado di creare: ci sono quelli che si sono convinti, al tempo, solo qualche anno fa, dell’ebbrezza, che bastasse volere per avere e sono incappati in scelte sbagliate, pagate nell’autunno rapidamente sopraggiunto e finiti nelle grinfie di individui più avidi di loro, di pochi scrupoli e talora organizzati a succhiare il sangue; ci sono quelli abbindolati dalle sirene delle banche e delle finanziarie, Banca Etruria, Fideuram, Consumit, Monte dei Paschi, Banche Popolari con sportelli aperti dall’oggi al domani e dall’apparenza di scatole vuote, e che si sono accollati uno, due, tre mutui perché venivano assicurati loro interessi prossimi allo zero e agevolazioni fantastiche, ovvero si sono lasciati vendere derivati con la promessa di rendimenti incredibili e ora sono là, svenduti al 17,50% del debito ad agenzie di recupero credito, talora anche in zona di metodi spicci. D’altra parte le imprese industriali di buon nome presenti nell’area non hanno tuttavia un’alta propensione ad investire sul territorio.

Alla fine della giornata, malgrado che ne abbia una considerazione mediocre, il cronista finisce per piazzarsi davanti al televisore ad assistere all’agone elettorale. Il livello dello spettacolo è quello consono ai tempi, non solo italiani ma planetari.

La maschera macabra, grandguignolesca, il grugnir greve e stolido, il volto talora decomposto, talaltra vociante, ovvero  clownesco, pure giullaresco, grottesco, la lingua spesso biforcuta rappresentano al meglio l’immagine, trasposta nelle aule che dovrebbero essere delle decisioni,  di un modello di sviluppo che s’agita cadavere ancora sinistramente vivente.

E pure certi fenomeni della cosiddetta società civile mostrano un allarmante regresso. E’ avvenuto alla fine dell’anno passato in un paese, fino all’accadere di tali fatti, caratterizzato da un quieto convivere: Pergine Valdarno. Dopo la vittoria democratica, seppur di stretta misura, al referendum sull’unione con Laterina, alcuni facinorosi hanno scagliato il proprio rancore contro il sindaco , tappezzando il paese di manifesti mortuari dove la prima cittadina era definita “becchina” e imbrattando l’auto di lei con frasi pesantemente sessiste, come pare sia divenuto consueto in una fase in cui la decadenza fa spregiare le conquiste di civiltà raggiunte. Non è stato certo amore per il proprio paese, se fosse non ne degraderebbero fino a tal misura l’immagine; ma neppure ne è stata cagione , ad avviso del cronista, l’ odio verso il sindaco, una persona che non potrebbe suscitarlo neanche a individui peggiori: a parere di questo testimone si è trattato di frustrazioni, di rancori sordi e ciechi per tutto ciò che stia loro intorno, forse sono stati astratti furori per l’esistenza grigia ed agra, altrui e propria. Non dimentichiamo ciò che è avvenuto di demenziale, nello stesso anno 2017,  a qualche chilometro di distanza: a Badia Agnano, coi bambini costretti probabilmente dai genitori ad inventarsi una bufala deprimente. Episodi che sembrano evocare  metaforiche  abbuffate che finiscono in grevi luridumi, quando al termine dei fumi dell’ebbrezza si rovina nella nausea, di cui però non si individua la causa nel marasma globale.

Un solo amministratore delegato delle 100 società più capitalizzate guadagna in un anno tanto quanto 10mila lavoratori delle fabbriche di abbigliamento in Bangladesh

Una persona su dieci sopravvive con meno di 2 dollari al giorno, mentre una manciata di individui è tanto ricca che potrebbe risanare il debito pubblico di taluni Stati

Nel 2015/2016 dieci multinazionali hanno realizzato complessivamente profitti superiori a quanto introitato dalle casse di 180 Paesi del pianeta e infatti una multinazionale che si senta danneggiata da una legge di uno Stato che dovrebbe essere sovrano, potrà pretendere  l’abolizione degli effetti di quella legge. Le multinazionali che trafficano morte per miliardi non hanno nessun interesse alla fine delle guerre che provocano stragi, fame ed esodi biblici e neanche interesse al debellamento del terrorismo e i loro interessi sono di gran lunga i più forti nel governo del mondo. E ancora nei forzieri off-shore, nelle prestazioni degli stessi “spalloni” si trovano capitali di mercanti di morte, straricchi, finanziatori del terrore.

In 13 anni il reddito medio del 10% più  povero della popolazione mondiale è aumentato di 65 dollari, meno di 3 dollari l’anno, mentre quello dell’1% più ricco di 11.800 dollari, vale a dire 182 volte tanto.

Nel mondo 8 uomini posseggono 426 miliardi di dollari, la stessa ricchezza della metà più povera del pianeta, ossia 3,6 miliardi di persone. Dal 2015 l’1% più ricco dell’umanità possiede più del restante 99%. Multinazionali e super ricchi continuano ad alimentare la diseguaglianza facendo ricorso a pratiche di elusione fiscale, massimizzando i profitti anche a costo di comprimere verso il basso i salari e la politica non può che eseguire, come i media al loro servizio. Naturalmente possono contare su eserciti di dipendenti, consapevoli ma molto più spesso inconsapevoli che ne propagano il modello culturale. I ricchi detestano le tasse come nozione stessa , perché soltanto per mezzo delle tasse è possibile introdurre il principio della solidarietà nella cosa pubblica. Per chi gestisce una ricchezza tanto enorme il delitto non è più una remora, è soltanto un effetto collaterale e quindi le mafie facilmente si potranno fare Stato: già negli appunti di Falcone, durante gli interrogatori del pentito Francesco Marino Mannoia, che non divennero ipotesi investigative, colui che di lì a poco sarebbe stato Presidente del Consiglio in Italia aveva rapporti finanziari con le cosche. Anche il massacro dell’ambiente è previsto e accolto dal manipolo che detiene il pianeta: ciò che Creso tocca, piante, fiumi, ossigeno ed esseri viventi diviene oro per sè e dunque materia inerte, vale a dire morte.

Le vicende italiane, che il cronista sta vedendo rappresentate sullo schermo televisivo, non sono poi così tanto diverse da quelle, ad esempio, delle nazioni europee, degli Stati Uniti, dell’est, dell’ovest, del sud o del nord: è a livello globale il marcio.

La democrazia ha dimostrato tutta la propria fragilità, frequentemente trasmoda nei populismi. Gli alti principi universali restano molto più spesso relegati nelle Carte. Ed è più di 2000 anni che la teologia va divisa dalla scienza e dunque una è rimasta ancora alla mela e al serpente che parla, al divieto della carne di maiale e alle guerre sante, l’altra non segue, specie la tecnologia, principi morali. Un sistema simile non ha alcuna prospettiva futura, perché posto su precarie basi economiche e sociali e senza alcuna giustificazione etica e morale, può trascinarsi in storpi andamenti ciclici o  implodere e soltanto allora potrebbe ritornare la speranza di una Repubblica dove filosofia e matematica siano sorelle di una stessa famiglia: la famiglia umana.

Cosa potrebbe fare intanto l’elettore, cosa il cittadino con un minimo di lucidità? Dire a quei signori, pure quando si presenteranno con le loro facce rifatte, che mai ci convinceranno che sia cosa buona e giusta  che 1 possegga la ricchezza di 99, che non crederemo mai che sia prepotenza trovarsi sul percorso delle bombe, che sia prepotenza fuggire da quelle bombe e sia prepotenza cercare un futuro migliore, che mai accetteremo che un povero vada nascosto perché certamente occorre castigarne la  malvagità di imporre la sua presenza al borghese che fa shopping, dato che così si festeggia anche il Natale e che declineremo il verbo acquisire alla  persona plurale invece che al  singolare; dire che non  con il nostro consenso la sanità e la scuola saranno solo per chi potrà pagarle, non con il nostro consenso si privatizzerà lo Stato costituzionale all’impresa mafiosa.

Fulvio Turtulici

 

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