Pubblicato: gio, 30 Gen , 2014

Ilaria Cucchi indagata per diffamazione

A seguito della denuncia del Coisp, sindacato di polizia tacciato da molti di estremismo, Ilaria Cucchi è indagata perché avrebbe offeso la dignità dei lavoratori di polizia
Ilaria Cucchi

Ilaria Cucchi

Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, morto in circostanze ancora poco chiare tra le mura del sistema penitenziario italiano, si trova a dovere rispondere dell’accusa di diffamazione e viene indagata dalla stessa Procura che, più volte, ha criticato. A denunciarla, nel giugno dello scorso anno, è un sindacato di polizia, il Coisp di Franco Maccari, quello stesso che manifestò a favore dei poliziotti che hanno ucciso Federico Aldrovandi proprio sotto gli uffici del Comune di Ferrara presso cui lavora la mamma del ragazzo, Patrizia Moretti. Azione dalla quale presero le distanze anche i colleghi.

Nella pagina di Ilaria si legge: «Sono sono sottoposta ad indagini dalla procura della repubblica di Roma. Mi ha querelato il signor Maccari del sindacato della polizia di Stato COISP. Sono indagata per aver offeso l’onore della Polizia di Stato e di tutti i poliziotti che ne fanno parte. Sono indagata per aver reclamato verità e giustizia per la morte di Federico, di Michele, di Giuseppe, di Dino e di tanti altri morti di Stato. Sono indagata per essermi ribellata alla mistificazione ed alle infamanti menzogne sulla morte di mio fratello».

Maccari  ha depositato presso la Procura della Repubblica di Roma una denuncia nei confronti di Ilaria Cucchi. Secondo il segretario la sorella dell ragazzo pestato e abbandonato nel 2009, avrebbe offeso la dignità dei lavoratori di polizia: “Tanto varrebbe non celebrare affatto i processi – disse – perché la verità dei fatti non serve: un poliziotto deve essere sempre colpevole. Anziché esprimere soddisfazione perché un tribunale ha accertato che da parte degli agenti non vi furono maltrattamenti ci si indigna perché non c’è il poliziotto cattivo da buttare in carcere. Non interessa la verità, non si cerca la giustizia, ma soltanto vendetta”.

Per intenderci il Coisp, Coordinamento per l’indipendenza sindacale delle forze di polizie, è un sindacato tacciato da molti di estremismo. Con circa circa 7.ooo iscritti su oltre 90.000 poliziotti sindacalizzati, ha sostenuto sistematicamente ogni poliziotto condannato per reati gravi, non esitando a insultare e attaccare duramente i parenti delle vittime che chiedevano giustizia. Per Ilaria Cucchi, dopo le parole imbarazzanti di Carlo Giovanardi e la sua accusa alla famiglia di voler strumentalizzare la vicenda a fini politica, ora tocca affrontare un procedimento attivato da un’iniziativa che lei stessa in un’intervista al fatto quotidiano ha definito  «intimidatoria», almeno così è stata percepita dai familiari delle vittime di polizia e da molti altri, tanto che tutti i maggiori sindacati di polizia hanno preso le distanze dal COISP in varie occasioni.

Ilaria nella sua pagina facebook dichiara di non volersi fermare e aggiunge: «Non avrò pace fino a quando non avrò ottenuto giustizia. Io voglio confessare tutto, ogni cosa. Queste morti offendono la Polizia, questo è sicuro. Offendono lo Stato. Questo è altrettanto sicuro. Offendono tutti. Federico Aldrovandi, Giuseppe Uva, Michele Ferrulli, Dino Budroni, Federico Perna, Gabriele Sandri e tanti tanti altri non dovevano morire. No. È colpa loro se è stato offeso lo Stato. Stefano Cucchi è morto per essere stato portato nel Tribunale di piazzale Clodio, a Roma e poi all’ospedale Pertini. Stefano Cucchi non doveva morire. La colpa è sua se la polizia si sente offesa. È colpa mia. Voglio essere processata per questo.  Questi padri figli fratelli non dovevano morire. E siccome sono morti noi famigliari dovevamo stare zitti. Il dolore e le tremende sofferenze alle quali sono stati sottoposti non sono importanti. No. Loro non dovevano morire e se sono morti è colpa loro. Tutta colpa loro. E noi tutti, soprattutto, dovevamo e dobbiamo stare zitti. Zitti. E ringraziare».

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