Pubblicato: lun, 3 Mar , 2014

Hergé e Tintin, come il disegno salvò l’uomo

Il 3 marzo 1983 moriva il fumettista belga Hergé, lasciando in eredità al mondo la sua creazione più conosciuta, il reporter Tintin
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Georges Prosper Remi, in arte Hergé

Tornato da pochi anni alla ribalta a seguito di un film prodotto da Steven Spielberg, molto ormai hanno familiarità con la fisionomia su carta del piccolo Tintin e del suo cagnolino Milou, tuttavia la storia del creatore del personaggio, Hergé, è ancora poco nota, nonostante il fumettista belga degli anni ’50 venga considerato il capostipite della letteratura a disegni.

Georges Prosper Remi, in arte Hergé, ha cominciato la carriera di fumettista sin da giovanissimo, cominciando a disegnare per il settimanale cattolico Le Vingtième Siècle le prime avventure di Tintin, il giovane reporter. Se la redazione del giornale auspicava ad un personaggio che trasmettesse ai più giovani un messaggio ben preciso, Hergé aveva per Tintin progetti ben diversi: stimolato dalla positiva reazione del pubblico, l’obiettivo del fumettista belga era quello di creare delle vere e proprie storie a fumetti, avviare uno dei primi esperimenti di letteratura a disegni, profondamente ispirata al mondo cinematografico, abbandonando così la classica impostazione della ”striscia”.

Il successo del progetto di Hergé fu tale da renderlo sommerso dal lavoro per tutta la vita, permettendogli di creare altri personaggi che rimarranno nella storia e di fondare un vero e proprio studio di fumettistica attorno al quale hanno gravitato altri grandi fumettisti degli anni ’40 e ’50. La vita privata del disegnatore, invece, non ha ottenuto successo del suo lavoro: il fallimento di due matrimoni e la ricerca vana di avere un figlio hanno gettato Hergé nella depressione in varie fasi della sua vita, periodi oscuri dai quali è riuscito a riemergere attraverso il lavoro ed il profondo amore nei confronti di Tintin, personaggio che lo ha accompagnato per tutta la vita. Come più volte ammesso dallo stesso fumettista, Tintin ha rappresentato più di una creatura inventata dalla propria penna, si tratta della trasposizione della sua interiorità, dei suoi desideri e dei suoi sogni, Tintin è il vero Georges Prosper Remi. Il rapporto tra il personaggio ed il suo creatore, così come accade per molti altri fumettisti, è molto simile a quello tra padre e figlio dove, in questo caso del tutto particolare, il reporter Tintin ha assunto il ruolo del padre, capace di guidare il figlio Hergé nei momenti cupi e di sconforto.

La passione che il fumettista belga ha trasmesso al suo lavoro è stata talmente tanto dirompente da rendere Tintin uno dei più grandi personaggi a fumetti mai esistiti, il piccolo reporter giramondo viene considerato addirittura l’emblema del suo paese d’origine, il Belgio, che ne va orgoglioso come se fosse un eroe nazionale. Hergé è dunque riuscito nel suo intento di trasmettere tutto un mondo e più di una vita attraverso i suoi disegni, imprimendo una grande ondata rivoluzionaria nella storia del fumetto, che nei primi decenni del 1900 muoveva a stento i primi passi. Se adesso le graphic novel e le storie a fumetti vengono considerate alla stregua della letteratura standard è anche merito di Georges Prosper Remi, che ha insegnato al mondo che un disegno può trasmettere anche più della parola.

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