Grillo contro Grillo sulla vicenda Napolitano-Monti
Il Comitato parlamentare archivia la richiesta di impeachment. Ma le rivelazioni di Friedman fanno riesplodere la polemica sulla nascita del governo Monti e Grillo sulla vicenda cambia opinione
Giornate difficili, o in apparenza tali, per il presidente della Repubblica. Stamattina il Comitato parlamentare per la messa in stato d’accusa ha respinto con 28 “si” la richiesta dei 5 stelle di portare davanti le Camere l’impeachment per Napolitano. A votare contro la mozione dei grillini sono state tutte le forze politiche mentre Forza Italia non ha partecipato al voto. Ad ogni modo non sembra essere finita qui. I berlusconiani, pur essendo usciti dalla aula oggi, starebbero valutando l’ipotesi di impugnare la decisione di archiviare l’accusa al Presidente. Per farlo, e quindi portare la questione davanti le Camere in seduta comune, occorre che ne facciano richiesta il 25% dei parlamentari, una quota facilmente raggiungibile se ai voti dei pentastellati, che già hanno annunciato ricorso, si unissero quelli dei forzisti. Ovviamente la maggioranza assoluta per far decadere il Presidente non è però minimamente raggiungibile.
A far propendere i berlusconiani per un futuro possibile voto favorevole all’impeachment è lo scoop di Alan Friedman che, nel suo libro “Ammazziamo il gattopardo”, ha rivelato che Giorgio Napolitano avrebbe sondato Mario Monti come eventuale premier già nell’estate 2011, ovvero 5 mesi prima delle dimissioni di Silvio Berlusconi. Ovviamente i forzisti hanno gridato allo scandalo parlando di complotto per far cadere il governo. Anche Grillo si è subito accodato alle critiche dei berlusconiani, rimpolpando il suo dossier sui presunti misfatti di Napolitano.
In realtà Friedman ha solo ottenuto la conferma, dai diretti interessati, di una cosa che già tutti sapevano e che appare normale. Nell’estate 2011 anche se il governo non era caduto si reggeva su una maggioranza rissosa e raccogliticcia. Sopravviveva grazie a pochi voti di berlusconiani convertiti sulla via di Damasco come Razzi e Scilipoti e all’interno della maggioranza c’erano continue polemiche tra Berlusconi e Tremonti e tra la Lega e gli altri alleati. A questo si aggiunga lo spread che si stava impennando e la sfiducia degli ambienti internazionali rendeva impossibile affrontare la crisi. Quindi risulta chiaro come l’aver sondato altre personalità come possibili premier non solo è una cosa normale ma perfino doverosa visto il clima del tempo. Inoltre il nome di Monti circolava da tempo ed era una soluzione auspicata da molti osservatori, erano numerosi, infatti, gli articoli ed editoriali che chiedevano un cambio della guardia a Palazzo Chigi e indicavano in una personalità come Monti il candidato ideale.
A questo proposito è surreale la posizione di Beppe Grillo. L’ex-comico ha usato lo “scoop” di Friedman per reiterare le accuse al Capo dello Stato: «Con un governo in carica, mai sfiduciato dal Parlamento, e con lo spread ancora sotto la soglia critica, Napolitano fa sapere a Monti che è candidato alla presidenza del Consiglio […] un Savoia al posto di Napolitano avrebbe avuto più ritegno». La posizione del genovese è assurda perché il 30 luglio 2011, in una lettera indirizzata a Napolitano, scriveva: «Il Governo è squalificato, ha perso ogni credibilità internazionale, non è in grado di affrontare la crisi che ha prima creato e poi negato. In questa situazione lei (Napolitano, ndr) non può restare inerte. Lei ha il diritto-dovere di nominare un nuovo presidente del Consiglio al posto di quello attuale. Una figura di profilo istituzionale, non legata ai partiti, con l’unico mandato di evitare la catastrofe economica». Di fatto Grillo accusa Napolitano di aver fatto quanto gli aveva richiesto. Chiaro come tutta la polemica sia assolutamente pretestuosa e serva solo ad attaccare il presidente della Repubblica, la qual cosa pare sia diventato il nuovo sport nazionale. Il tutto mentre le riforme rischiano di impantanarsi e non c’è traccia di politica economica per sfruttare la debolissima ripresa.