Pubblicato: Sab, 1 Lug , 2017

Gioco d’azzardo: la delegazione italiana è intervenuta al parlamento europeo.

Il gioco d’azzardo prospera sulla crisi, vale in Italia il 5% del Pil ed è praticamente la terza impresa del Paese, senza contare il giro d’affari, certamente enorme, delle mafie.

 

Si è svolto il 27 giugno il confronto sul gioco d’azzardo organizzato al Parlamento europeo e voluto dal vicepresidente David Sassoli. In delegazione con la responsabile Anci Toscana anche il Senatore Vaccari della Commissione Antimafia e Filippo Torrigiane consulente per il gioco d’azzardo della stessa commissione. Dalla discussione sono emerse le parole d’ordine per un’efficace azione di contrasto del preoccupante fenomeno che, come ha detto David Sassoli, interessa milioni di cittadini italiani e decine di milioni in Europa, persone soggette al rischio di tale grave condizionamento personale e di conseguenza sociale anche per la sottovalutazione che c’è stata del fenomeno. Esse sono: tracciabilità, cooperazione internazionale, valorizzazione delle buone pratiche scaturite dall’esperienza, prevenzione soprattutto sulle fasce di popolazione più giovane.

Riportiamo l’intervento del sindaco di Pergine Valdarno Simona Neri che, quale referente di Anci Toscana sulle ludopatie, ha presentato l’attività che l’Associazione dei Comuni toscani sta svolgendo per progettare l’azione comune che gli Enti locali possono intraprendere in contrasto all’allarmante diffusione del gioco d’azzardo e delle patologie individuali e collettive che ne derivano

“Con 1.400 euro di spesa procapite annua, l’Italia è il primo mercato del gioco d’azzardo in Europa e il terzo mercato nel mondo. Un giro d”affari di 96 miliardi, cui si aggiungono quelli ricavati illegalmente delle mafie. Più del 5 per cento del Pil, praticamente la terza impresa del Paese, fiorente e in crescita, che non risente della crisi ma che, anzi, su di essa prospera.

In 10 anni abbiamo passivamente assistito all’occupa­zione totale del territorio italiano da parte delle macchine mangiasoldi. Degli 8.057 comuni italiani, ne sono rimasti poche centinaia senza slot e stiamo parlando di comuni con una media inferiore ai 500 abitanti. Si stimano più di 800 mila giocatori patologici tra cui il il 5% dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni.

L’esperienza del tavolo ludopatie di Anci Toscana nasce dalla necessità di tutelare le fasce più deboli della cittadinanza da un disagio che diventa sempre più percettibile e trasversale e di fare la nostra parte, come Enti Locali, inserendosi nella grande rete territoriale che coinvolge l’Azienda Sanitaria, Le Forze dell’Ordine, le Categorie Economiche ed un mondo dell’associazionismo attento e sensibile. In Toscana è vigente la L.R. 57/2013 che sul tema lascia spazio agli Enti Locali per l’individuazione di ulteriori luoghi sensibili (oltre alle scuole, luoghi di culto, centri sportivi..). Anci ha quindi distribuito una bozza di Regolamento Comunale sul Gioco Lecito che aggiunge ai citati spazi anche i parchi pubblici, stazioni ferroviarie o terminal di autobus, sportelli bancari, “compro-oro” invitando ad aggiungerne altri, opportunamente motivati, ma che rappresentino specifici spazi aggregativi locali. Allo stesso modo Anci ha proposto la modifica della suddetta L.R. 57/2013 introducendo l’obbligo di formazione obbligatoria per gli esercenti, già prevista da alcuni ordinamenti regionali italiani, si ritiene infatti che il personale operante nel settore debba trovarsi preparato nel riconoscere l’insorgere della patologia,gli strumenti socio-sanitari da attivare, e nel trattare situazioni di particolare pericolosità dovute anche ad altre forme di tossico-dipendenza che il giocatore può manifestare.

La Legge di Stabilità ha demandato alla Conferenza Stato-Regioni-Enti Locali il riordino del settore del gioco e sono previste delle drastiche riduzioni di slot machines dagli esercizi generalisti secondari, bar e tabacchi, un primo e positivo passo, dal momento in cui l’Italia è tristemente in testa (dopo gli australiani) sul dato del mercato mondiale che è il più alienante, ipnotizzante e pericoloso fra i giochi d’azzardo, proprio le slot machines. Addirittura più della metà della spesa italiana per l’azzardo deriva da queste, un mercato che si presta ad essere gestito indirettamente dalla criminalità organizzata. Anci Toscana chiede alla Conferenza Unificata di stringere sull’accordo ma salvaguardando l’autonomia locale dei Comuni, sia sulle distanze e sul numero di luoghi sensibili, sia sulla possibilità di regolamentare gli orari di apertura dei punti gioco.

Ci sono ancora molti temi da trattare, il problema è fondamentalmente culturale e serve soprattutto una task force tra tutti i soggetti in campo per sensibilizzare fin dalla giovane età al gioco sano e sociale, attuare sui vari livelli politiche di contrasto al disagio giovanile per infondere più fiducia sulle proprie capacità ed affermare con forza che sono le proprie competenze, e non la fortuna, che determinano il futuro destino economico.

L’appello che sento di rivolgere al Vice Presidente Sassoli è quello di stimolare un dibattito che consenta di raccogliere le esperienze delle Regioni Europee su questo tema, con l’obbiettivo di condividere una seria politica di contrasto alla dipendenza da gioco e soprattutto di gestione del capitolo relativo al gioco-on line che rappresenta senza dubbio la nuova frontiera del gioco d’azzardo.”

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