Pubblicato: ven, 25 Ott , 2013

Francia, milionari del calcio in sciopero

Protesa delle società di calcio francesi che minacciano la serrata se non verrà rivista la supertassa del 75% per i compensi oltre il milione di euro

 

Francois Hollande

Francois Hollande

Inusuale sciopero contro una tassa in Francia. A protestare non sono impiegati, imprenditori, contadini o operai bensì i club di calcio d’Oltralpe. Lo sciopero, o meglio, la serrata è prevista per l’ultimo weekend di novembre, settimana in cui dovrebbe andare in scena la 15a giornata della Ligue 1 e la 16a della Ligue 2, motivo della protesta è la supertassa del 75% applicata ai salari superiori al milione di euro. L’imposta, a carico delle società, genererebbe, solo per il settore calcio, un gettito per lo Stato di circa 44 milioni, di cui circa la metà provenienti dal ricchissimo Paris Saint Germain che ha in rosa ben 21 giocatori “milionari”.

La tassa in questione fu uno dei cavalli di battaglia del presidente Hollande in campagna elettorale. Una prima versione del provvedimento prevedeva che l’aliquota fosse a carico delle persone fisiche ma dopo la bocciatura del Consiglio Costituzionale la tassa, in discussione in questi giorni insieme alla legge finanziaria, è stata modificata spostando l’onere sul datore di lavoro e mettendo un limite al 5% del fatturato dell’azienda.

La protesta dei paperoni del calcio, come ipotizzabile, non ha certo il supporto dell’opinione pubblica. Secondo un primo sondaggio ben l’85% dei francesi sono contrari allo sciopero e anche il presidente dell’UEFA, il francese Michel Platini, ha criticato le società transalpine con un laconico «con gli stipendi che prendono, dei calciatori che fanno sciopero di sicuro faranno parlare di loro…».

Neanche il governo sembra intenzionato, almeno finora, a ripensamenti. L’esecutivo ha ricordato come le società di calcio, in ossequio al principio di uguaglianza, saranno trattate come tutte le altre aziende. Inoltre, il presidente Hollande, in caduta verticale nei sondaggi, ha in atto un braccio di ferro contro gli autotrasportatori della Bretagna per via dell’aumento dell’ecotassa sui camion, difficilmente l’inquilino dell’Eliseo potrà dimostrarsi forte con i deboli della Bretagna e debole con i forti del pallone senza un ulteriore crollo di popolarità a soli 8 mesi dalle elezioni europee.

Nonostante uno sgravio di 10 miliardi per le aziende, il disposto combinato della finanziaria di Hollande per il 2014 e quella di Sarkozy per il 2013 ha imposto ai cittadini francesi grossi sacrifici, basta citare, tra i tanti, le 940.000 famiglie a basso reddito che fino a poco tempo fa erano esentate dalle tasse e che ora non lo saranno più. Di conseguenza appare chiaro come la protesta dei club, dei quali solo 3 o 4 sarebbero in realtà toccati dalla tassa, appaia per lo meno fuori luogo in un momento in cui tutti i francesi sono costretti a tirare la cinghia.

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