Fine vita, tra libertà e dignità. La legge che c’è, riparliamone.
L’Ami, l’associazione dei matrimonialisti italiani, organizza corsi di formazione per avvocati il 4 giugno a Roma, dalle 15, nella sala degli avvocati in Cassazione ed il 7 giugno a Firenze, a Palazzo Vecchio dalle 9. A Roma l’ Ordine dei giornalisti del Lazio dà appuntamento per un evento formativo a fine settembre.
La legge c’ è già, è in vigore dal gennaio 2018, ma pochi lo sanno è la legge 219. Ha normato con otto articoli il consenso informato e le disposizioni anticipate di trattamento, ovvero ha chiarito che al centro della relazione di cura c’ è la comunicazione tra medico e paziente ed il rispetto della libertà di scelta del paziente anche a non essere curato o a rifiutare trattamenti che siano percepiti da lui come un accanimento terapeutico. Nel testo, si scrive chiaro e tondo che il paziente, qualunque sia la sua decisione, non debba mai essere abbandonato nelle terapie per il dolore. Principi e valori che meritavano di essere sottolineati perché l’organizzazione sanitaria se ne potesse fare carico responsabilmente. Inoltre, ed è una novità, con la legge 219, il tempo della comunicazione per il consenso informato è di per sé una cura. Si supera così l’idea che si tratti solo di un mero passaggio burocratico e che le volontà espresse dal paziente siano opinabili. Resta tuttavia l’idea che la nutrizione e l’idratazione artificiali, in quanto prescrivibili siano trattamenti sanitari.
Norme importanti, dunque, utili per offrire basi giuridiche ad un’ organizzazione sanitaria che rischiava di essere stretta tra slanci ideali e prassi coercitive, in strutture già con attività complesse e medici in balia di convinzioni personali e poco tutelati per le responsabilità legali. Norme non da poco, quindi, eppure stiamo rischiando di dimenticarcene, poichè, il tempo è volato in fretta dalla loro approvazione, tra scadenze elettorali di ogni sorta, casi di cronaca e terrorismo internazionale. Per questo le occasioni dei corsi di formazione per i professionisti restano un importante occasione per non rischiare di discuterne solo quando si aprono le pagine dei tg ed irrompono immagini drammatiche nelle nostre case, dalle stanze dei morenti con primi piani sugli sguardi dei loro cari, come nelle ultime vicende di Charlie Gard ed Alfi Evans. A rompere il silenzio, dopo il varo del nuovo Governo, saranno dunque proprio gli ordini professionali, primo tra tutti quello degli avvocati di Roma e Firenze, che con il patrocinio e l’input dell’Associazione Matrimonialisti Italiani, annuncia una settimana di giugno all’insegna di due incontri da non perdere.
A Roma lunedì 4 giugno, presso la sala degli avvocati in Cassazione ed il 7 giugno a Firenze, a Palazzo Vecchio nel prestigioso e solenne Salone dei Cinquecento, con l’incontro dal titolo “Biotestamento. Prime regole sul fine vita. Riflessioni a margine della legge 219/17” (info su www.fondazioneforensefirenze.it), organizzato dall’Associazione Matrimonialisti Toscana, presieduta dal professor Gianni Baldini del foro di Firenze. L’evento che vedrà la partecipazione di tutti gli attori, chiamati a preoccuparsi del percorso di fine vita o dell’accompagnamento alla morte, coinvolgerà come relatori, giuristi, bioeticisti, medici, magistrati, notai di tutta Italia. Tra i relatori: il presidente del Comitato Nazionale di bioetica, Lorenzo d’Avack , il professor Stefano Canestrari di Bologna, il professor Carlo Casonato di Trento, al presidente nazionale Ami, Gian Ettore Gassani, ai rappresentanti dell’ordine degli avvocati di Firenze e dei medici di Firenze, come Teresita Mazzei. Parteciperà Antonio Panti, per anni impegnato nella scrittura del codice deontologico dei medici italiani, sarà presente anche Donata Lenzi, già presidente della Commissione Affari sociali della Camera nella scorsa legislatura e relatrice della legge 219. I saluti istituzionali da parte delle istituzioni della Regione Toscana, con l’assessora Stefania Saccardi, ha avuto il patrocinio sia del Comune di Firenze che della Regione Toscana ed il sostegno del Gruppo Sole 24 Ore che predisporrà poi da questi lavori una guida specialistica al diritto. Il dibattito riprenderà così il via anche dalla testimonianza sul caso del radicale Marco Cappato, che sarà deciso a fine settembre, attraverso il suo avvocato, Massimo Ricci del foro di Milano ed avrà la testimonianza in apertura di Mina Welby, con il racconto di ciò che ha rappresentato l’iter attraversato da suo marito, Piergiorgio Welby , prima che una legge fosse approvata, nei 40 giorni precedenti la sua morte del dicembre 2006.
Un appuntamento, dunque, quello del 7 giugno a Firenze che riapre un tema spesso rimosso dal tavolo della politica e anche dalle sedi regionali preposte all’attuazione, ma che tornerà a far parlare di sé anche a Roma, dove scenderà in campo l’Ordine dei giornalisti del Lazio ad inizio autunno, con un corso di formazione dedicato anche ai linguaggi ed alla comunicazione sul fine vita e che dal mese di luglio sarà disponibile per le iscrizioni sulla piattaforma Sigef per la formazione obbligatoria dei giornalisti.